Il saggio intende dimostrare che i libri per la scuola e l’istruzione prodotti in Piemonte durante la Restaurazione risentirono non solo delle strategie educative e delle riforme scolastiche adottate dal Regno di Savoia, ma ancora più delle scelte politiche dello Stato. L’esempio sabaudo può essere utilizzato per verificare come non solo la pedagogia, ma anche una sua branca dall’elevato contenuto tecnico, la didattica, abbiano origini e finalità politiche. Per questo, il saggio non tratterà soltanto di scuola e di pratiche per l’insegnamento, anche se utilizzerà i manuali scolastici come principale strumento di verifica delle proprie tesi, ma proverà a metterli in rapporto con gli avvenimenti e i personaggi del tempo, al fine di individuarne le relazioni con le strategie politiche e culturali del Regno di Sardegna. La scelta di prendere in esame il caso del Piemonte dal 1814 al 1839 è dovuta a due ragioni: la prima è che nei due decenni immediatamente successivi alla Restaurazione si registrò nel Regno di Sardegna una forte volontà di riorganizzazione dello Stato, necessaria, nelle intenzioni del governo, a far dimenticare il periodo di occupazione francese, durato dal 1798 al 1814. Anche la scuola fu investita dall’ondata reazionaria e subì cambiamenti significativi, seppure volutamente mascherati da semplice ritorno al passato. Il sistema formativo plasmato in quegli anni avrebbe costituito l’ossatura di quello nazionale successivo al 1861. In particolare, ed è questa la seconda ragione per cui il saggio si concentra sugli anni della Restaurazione, fu allora che assunsero la loro attuale connotazione alcune discipline fondamentali nell’organizzazione e nell’impianto culturale della scuola italiana.
La nascita delle discipline scolastiche nel Piemonte della Restaurazione
BIANCHINI, Paolo
2010-01-01
Abstract
Il saggio intende dimostrare che i libri per la scuola e l’istruzione prodotti in Piemonte durante la Restaurazione risentirono non solo delle strategie educative e delle riforme scolastiche adottate dal Regno di Savoia, ma ancora più delle scelte politiche dello Stato. L’esempio sabaudo può essere utilizzato per verificare come non solo la pedagogia, ma anche una sua branca dall’elevato contenuto tecnico, la didattica, abbiano origini e finalità politiche. Per questo, il saggio non tratterà soltanto di scuola e di pratiche per l’insegnamento, anche se utilizzerà i manuali scolastici come principale strumento di verifica delle proprie tesi, ma proverà a metterli in rapporto con gli avvenimenti e i personaggi del tempo, al fine di individuarne le relazioni con le strategie politiche e culturali del Regno di Sardegna. La scelta di prendere in esame il caso del Piemonte dal 1814 al 1839 è dovuta a due ragioni: la prima è che nei due decenni immediatamente successivi alla Restaurazione si registrò nel Regno di Sardegna una forte volontà di riorganizzazione dello Stato, necessaria, nelle intenzioni del governo, a far dimenticare il periodo di occupazione francese, durato dal 1798 al 1814. Anche la scuola fu investita dall’ondata reazionaria e subì cambiamenti significativi, seppure volutamente mascherati da semplice ritorno al passato. Il sistema formativo plasmato in quegli anni avrebbe costituito l’ossatura di quello nazionale successivo al 1861. In particolare, ed è questa la seconda ragione per cui il saggio si concentra sugli anni della Restaurazione, fu allora che assunsero la loro attuale connotazione alcune discipline fondamentali nell’organizzazione e nell’impianto culturale della scuola italiana.File | Dimensione | Formato | |
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