I cambiamenti climatici globali hanno mostrato finora gli effetti più evidenti nelle aree alpine. In particolare, i mutamenti ambientali osservati sono molteplici, con risvolti rilevanti oltre che sulla pericolosità e sul rischio anche sul contesto socio-economico: riduzione della durata dell’innevamento, arretramento dei ghiacciai, degradazione del permafrost, aumento dei fenomeni di instabilità dei versanti in alta quota. In questo contesto è chiara l’importanza rivestita dallo studio dei fenomeni gravitativi passati e attuali al fine di comprendere le dinamiche in atto e poter elaborare degli scenari attendibili per il futuro. A questo scopo con il presente lavoro ci si è posti l’obbiettivo di analizzare a scala regionale il territorio valdostano per comprendere meglio quali siano le caratteristiche dei fenomeni gravitativi censiti finora e i principali fattori di controllo dell’instabilità ed effettuare una valutazione della propensione del territorio all’instabilità gravitativa, facendo un confronto tra le aree poste in alta quota e il resto del territorio. Il lavoro è stato sviluppato mediante l’analisi in ambiente GIS di una notevole mole di dati, a partire dagli inventari dei fenomeni franosi (Database IFFI, Catasto Dissesti Regionale) e dalle carte della distribuzione potenziale del permafrost, fino alle cartografie geotematiche, elaborate e/o prodotte ad hoc nell’ambito della ricerca per l’analisi dei fattori di propensione all’instabilità; in particolare, le cartografie derivate dall’analisi del Modello Digitale del Terreno, per i fattori topografici (pendenza ed esposizione), e quelle relative alle caratteristiche geologiche, per i fattori lito-strutturali. Le tecniche di analisi spaziale applicate in ambiente GIS e le successive elaborazioni statistiche hanno permesso di individuare nelle aree con permafrost oltre 255 fenomeni franosi, costituiti prevalentemente da fenomeni di crollo, pari ad una densità di frana di 0,48 eventi/km2 e a un indice di franosità percentuale dell’11%, entrambi nettamente inferiori ai corrispondenti valori calcolati a scala regionale (rispettivamente 1,18 eventi/km2 e 19%). Inoltre, in termini di estensione areale media dei fenomeni franosi, si è potuto osservare come in questi settori i valori calcolati siano più elevati rispetto a quelli del resto del territorio per quasi tutte le tipologie di movimento (ad esempio per i crolli l’incremento della superficie media è superiore al 40%), tranne che nel caso delle Deformazioni Gravitative Profonde di Versante, a causa del loro minor grado di evoluzione nei settori di alta quota. Gli indici di franosità, ottenuti attraverso la normalizzazione dei dati di frequenza rispetto all’estensione areale delle classi considerate, sono stati calcolati per tutte le classi in cui sono stati distinti i fattori di propensione analizzati e hanno messo in luce come i settori con permafrost manifestino una franosità quasi in tutti i casi inferiore rispetto al resto del territorio.
Analisi dei fattori della franosità in Valle d’Aosta: propensione all’instabilità dei versanti nelle aree soggette a permafrost in relazione all’evoluzione dell’ambiente di alta montagna
PALOMBA, MAURO
2013-01-01
Abstract
I cambiamenti climatici globali hanno mostrato finora gli effetti più evidenti nelle aree alpine. In particolare, i mutamenti ambientali osservati sono molteplici, con risvolti rilevanti oltre che sulla pericolosità e sul rischio anche sul contesto socio-economico: riduzione della durata dell’innevamento, arretramento dei ghiacciai, degradazione del permafrost, aumento dei fenomeni di instabilità dei versanti in alta quota. In questo contesto è chiara l’importanza rivestita dallo studio dei fenomeni gravitativi passati e attuali al fine di comprendere le dinamiche in atto e poter elaborare degli scenari attendibili per il futuro. A questo scopo con il presente lavoro ci si è posti l’obbiettivo di analizzare a scala regionale il territorio valdostano per comprendere meglio quali siano le caratteristiche dei fenomeni gravitativi censiti finora e i principali fattori di controllo dell’instabilità ed effettuare una valutazione della propensione del territorio all’instabilità gravitativa, facendo un confronto tra le aree poste in alta quota e il resto del territorio. Il lavoro è stato sviluppato mediante l’analisi in ambiente GIS di una notevole mole di dati, a partire dagli inventari dei fenomeni franosi (Database IFFI, Catasto Dissesti Regionale) e dalle carte della distribuzione potenziale del permafrost, fino alle cartografie geotematiche, elaborate e/o prodotte ad hoc nell’ambito della ricerca per l’analisi dei fattori di propensione all’instabilità; in particolare, le cartografie derivate dall’analisi del Modello Digitale del Terreno, per i fattori topografici (pendenza ed esposizione), e quelle relative alle caratteristiche geologiche, per i fattori lito-strutturali. Le tecniche di analisi spaziale applicate in ambiente GIS e le successive elaborazioni statistiche hanno permesso di individuare nelle aree con permafrost oltre 255 fenomeni franosi, costituiti prevalentemente da fenomeni di crollo, pari ad una densità di frana di 0,48 eventi/km2 e a un indice di franosità percentuale dell’11%, entrambi nettamente inferiori ai corrispondenti valori calcolati a scala regionale (rispettivamente 1,18 eventi/km2 e 19%). Inoltre, in termini di estensione areale media dei fenomeni franosi, si è potuto osservare come in questi settori i valori calcolati siano più elevati rispetto a quelli del resto del territorio per quasi tutte le tipologie di movimento (ad esempio per i crolli l’incremento della superficie media è superiore al 40%), tranne che nel caso delle Deformazioni Gravitative Profonde di Versante, a causa del loro minor grado di evoluzione nei settori di alta quota. Gli indici di franosità, ottenuti attraverso la normalizzazione dei dati di frequenza rispetto all’estensione areale delle classi considerate, sono stati calcolati per tutte le classi in cui sono stati distinti i fattori di propensione analizzati e hanno messo in luce come i settori con permafrost manifestino una franosità quasi in tutti i casi inferiore rispetto al resto del territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.