I graniti dei Laghi e le loro applicazioni nel costruito locale ossolano sono stati oggetto di studio nell’ambito di un progetto Interreg (denominato OSMATER) tra Svizzera ed Italia. Nell’ambito del citato progetto sono stati studiati itinerari geoturistici di potenziale interesse per la valorizzazione del patrimonio lapideo ossolano: uno degli itinerari suggeriti prevede di partire dalla visita di cave di granito, risorsa di pregio nel comprensorio ossolano, per arrivare sino alla visita di edifici storici nei quali è stato utilizzato il granito (quali ad es. la chiesa di S. Giovanni in Montorfano). Il granito dei laghi (Bianco Montorfano, Verde Mergozzo e Rosa Baveno), coltivato nell’area compresa tra Baveno e Mergozzo, ha conosciuto negli anni una sempre maggiore importanza commerciale e storica sia in ambito locale che nazionale ed internazionale. Si tratta di graniti sani e compatti, a grana medio-fine, costituiti principalmente da quarzo, feldspato potassico, plagioclasio e biotite. Fino al XV sec., così come accadeva per beole e serizzi, l’estrazione dei graniti avveniva principalmente in pedrére e trovanti. Scomparsi o fatti rari i trovanti, l’attenzione si rivolse a cave e pedrére subalpine. Dal XVI secolo inizia lo sfruttamento dei giacimenti di granito presso vere e proprie cave. Il granito è stato inizialmente sfruttato per opere di interesse pubblico (edifici storici e chiese: ad es. le 82 colonne del porticato della chiesa di S. Paolo Fuori le Mura a Roma e le 12 colonne del lazzaretto di Milano sono state realizzate in Bianco Montorfano) per poi essere impiegato anche in costruzioni civili e rurali. A livello locale uno dei più importanti edifici realizzati in Bianco Montorfano è la chiesa romanica, edificata tra il XI e XII sec, di S. Giovanni in Montorfano; la sua origine potrebbe però essere anteriore, infatti, da un atto novarese dell’885 si evince che esisteva in loco, già in epoca alto medioevale, una chiesa, della quale rimangono tracce dei muri esterni. La chiesa, dalle caratteristiche architettoniche essenziali, sorge sopra uno sperone granitico posto alle propaggini del Monte Orfano. Si tratta dell’unico esempio di edificio di epoca romanica con pianta a croce latina. Il materiale utilizzato per la realizzazione della chiesa proveniva da cave presumibilmente ubicate in zona, lungo avvallamenti, le quali sorgevano ad est ed a sud della stessa chiesa.
IL BIANCO MONTORFANO: POTENZIALITÀ ED APPLICAZIONI NEL COSTRUITO OSSOLANO
DINO, Giovanna Antonella;
2009-01-01
Abstract
I graniti dei Laghi e le loro applicazioni nel costruito locale ossolano sono stati oggetto di studio nell’ambito di un progetto Interreg (denominato OSMATER) tra Svizzera ed Italia. Nell’ambito del citato progetto sono stati studiati itinerari geoturistici di potenziale interesse per la valorizzazione del patrimonio lapideo ossolano: uno degli itinerari suggeriti prevede di partire dalla visita di cave di granito, risorsa di pregio nel comprensorio ossolano, per arrivare sino alla visita di edifici storici nei quali è stato utilizzato il granito (quali ad es. la chiesa di S. Giovanni in Montorfano). Il granito dei laghi (Bianco Montorfano, Verde Mergozzo e Rosa Baveno), coltivato nell’area compresa tra Baveno e Mergozzo, ha conosciuto negli anni una sempre maggiore importanza commerciale e storica sia in ambito locale che nazionale ed internazionale. Si tratta di graniti sani e compatti, a grana medio-fine, costituiti principalmente da quarzo, feldspato potassico, plagioclasio e biotite. Fino al XV sec., così come accadeva per beole e serizzi, l’estrazione dei graniti avveniva principalmente in pedrére e trovanti. Scomparsi o fatti rari i trovanti, l’attenzione si rivolse a cave e pedrére subalpine. Dal XVI secolo inizia lo sfruttamento dei giacimenti di granito presso vere e proprie cave. Il granito è stato inizialmente sfruttato per opere di interesse pubblico (edifici storici e chiese: ad es. le 82 colonne del porticato della chiesa di S. Paolo Fuori le Mura a Roma e le 12 colonne del lazzaretto di Milano sono state realizzate in Bianco Montorfano) per poi essere impiegato anche in costruzioni civili e rurali. A livello locale uno dei più importanti edifici realizzati in Bianco Montorfano è la chiesa romanica, edificata tra il XI e XII sec, di S. Giovanni in Montorfano; la sua origine potrebbe però essere anteriore, infatti, da un atto novarese dell’885 si evince che esisteva in loco, già in epoca alto medioevale, una chiesa, della quale rimangono tracce dei muri esterni. La chiesa, dalle caratteristiche architettoniche essenziali, sorge sopra uno sperone granitico posto alle propaggini del Monte Orfano. Si tratta dell’unico esempio di edificio di epoca romanica con pianta a croce latina. Il materiale utilizzato per la realizzazione della chiesa proveniva da cave presumibilmente ubicate in zona, lungo avvallamenti, le quali sorgevano ad est ed a sud della stessa chiesa.File | Dimensione | Formato | |
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