Se si escludono alcune sporadiche iniziative, al momento dell’Unità d’Italia, la Scuola Normale di Pisa era, almeno sulla carta, l’unica vera scuola destinata alla formazione degli insegnanti secondari, ma era ben lontana dal sopperire alle necessità del nuovo regno. Creata nel 1810 da Napoleone, fu chiusa alla sua caduta e riaperta nel 1846, ma fino al 1862 uscirono da essa solo 14 abilitati all’insegnamento delle scienze fisico-matematiche. Inoltre, sotto la direzione di Enrico Betti dal 1865, la Scuola Normale pisana si trasformò sempre di più in un istituto di ricerca avanzata. Il problema della formazione dei futuri insegnanti era dunque impellente, tanto più che all’epoca si poteva insegnare anche senza laurea e solo nel 1906 furono resi obbligatori il possesso della laurea e il superamento di un concorso per essere abilitati all’insegnamento (GU 1906, 106, p. 2085). Questo saggio è articolato in due parti: nella prima si presenta una breve storia delle Scuole di Magistero create nel 1875 per risolvere il problema della preparazione dei docenti di scuola secondaria, con attenzione ai decreti più significativi, ai dibattiti nell’ambito dell’Associazione Mathesis, ad alcune tipologie di corsi e alle reazioni al momento della soppressione nel 1920; nella seconda si illustrano il punto di vista e i contributi di Corrado Segre (1863-1924) e di Federigo Enriques (1871-1946), due matematici che, seppure in modo diverso e con diverso raggio d’azione, si occuparono per tutta la vita della formazione degli insegnanti.
I matematici e la formazione degli insegnanti in Italia nel primo Novecento
GIACARDI, Livia Maria
2013-01-01
Abstract
Se si escludono alcune sporadiche iniziative, al momento dell’Unità d’Italia, la Scuola Normale di Pisa era, almeno sulla carta, l’unica vera scuola destinata alla formazione degli insegnanti secondari, ma era ben lontana dal sopperire alle necessità del nuovo regno. Creata nel 1810 da Napoleone, fu chiusa alla sua caduta e riaperta nel 1846, ma fino al 1862 uscirono da essa solo 14 abilitati all’insegnamento delle scienze fisico-matematiche. Inoltre, sotto la direzione di Enrico Betti dal 1865, la Scuola Normale pisana si trasformò sempre di più in un istituto di ricerca avanzata. Il problema della formazione dei futuri insegnanti era dunque impellente, tanto più che all’epoca si poteva insegnare anche senza laurea e solo nel 1906 furono resi obbligatori il possesso della laurea e il superamento di un concorso per essere abilitati all’insegnamento (GU 1906, 106, p. 2085). Questo saggio è articolato in due parti: nella prima si presenta una breve storia delle Scuole di Magistero create nel 1875 per risolvere il problema della preparazione dei docenti di scuola secondaria, con attenzione ai decreti più significativi, ai dibattiti nell’ambito dell’Associazione Mathesis, ad alcune tipologie di corsi e alle reazioni al momento della soppressione nel 1920; nella seconda si illustrano il punto di vista e i contributi di Corrado Segre (1863-1924) e di Federigo Enriques (1871-1946), due matematici che, seppure in modo diverso e con diverso raggio d’azione, si occuparono per tutta la vita della formazione degli insegnanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.