Obiettivo Gli acidi grassi a lunga catena omega-3, per la loro attività di stabilizzazione delle membrane neuronali, sono stati impiegati nel trattamento di diversi disturbi psichiatrici, tra cui la schizofrenia, la depressione unipolare e quella bipolare. I dati di letteratura suggeriscono che le condizioni cliniche connotate da elevati livelli di impulsività, ostilità e aggressività possono trarre beneficio dall’impiego di questi agenti terapeutici. Due recenti RCT riportano l’efficacia degli acidi eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA) in confronto a placebo nel migliorare le condizioni psicopatologiche di pazienti con disturbo borderline di personalità (DBP) e condotte autolesive. Il presente studio ha lo scopo di indagare l’efficacia e la tollerabilità degli acidi grassi omega-3 in combinazione con l’acido valproico in un gruppo di pazienti con DBP. Materiali e metodi Sono stati reclutati 43 pazienti ambulatoriali consecutivi con diagnosi di DBP (DSM-IV-TR). I casi con una comorbilità lifetime con demenza, delirium e altri disturbi cognitivi; schizofrenia e altri disturbi psicotici; disturbi bipolari. Altri criteri di esclusione sono stati una codiagnosi attuale di Asse I o II e un recente abuso di sostanze. I pazienti sono stati assegnati con criterio random a due tipi di trattamento: (1) valproato (800-1300 mg/die) (range plasmatico: 50-100 μg/ml); (2) EPA (1,2 g/die) e DHA (0,6 g/die) in combinazione con valproato. La durata della terapia è stata di 12 settimane. I pazienti sono stati valutati al baseline (T0), a 4 settimane (T1) e a 12 settimane (T2) con le seguenti scale: la Clinical Global Impression Scale, Severity item (CGI-S), le Scale di Hamilton per Depressione e Ansia (HAM-D, HAM-A), la Social Occupational Functioning Assessment Scale (SOFAS), il BPD Severity Index (BPDSI) per la gravità dei sintomi correlati al DBP, la Barratt Impulsiveness Scale versione 11 (BIS-11), la Modified Overt Aggression Scale (MOAS) e la Self Harm Inventory (SHI) per le condotte autolesive. Gli effetti avversi sono stati valutati dopo 4 e 12 settimane di trattamento con la Dosage Record and Treatment Emergent Symptom Scale (DOTES). L'analisi statistica è stata compiuta adottando il General Linear Model univariato per calcolare gli effetti dei fattori durata e tipo di trattamento su ogni scala di valutazione (p ≤ 0,05). Risultati: L’analisi statistica è stata condotta sui 34 pazienti che hanno portato a termine lo studio (M:F=8:26, età ± DS: 25,2 ± 6,4 anni). Nove drop-out (20,9%) si sono verificati nelle prime 4 settimane di trattamento. Per quanto riguarda la CGI-S, la SOFAS e la HAM–A (Tab 1) solo il fattore tempo ha un effetto significativo (rispettivamente, p=0,014; p=0,012; p=0,017). Il fattore tempo, l’interazione tempo x trattamento, ma non il fattore trattamento esercitano un effetto significativo sulla scala HAM-D (p=0,0005; p=0,024) e sull’item ‘instabilità affettiva’ del BPDSI (p=0,0005; p=0,0005) (Tab. 3). Per quanto riguarda la SHI (Tab. 2), sia il fattore tempo (p=0,002), sia il fattore trattamento (p=0,005) hanno un effetto significativo (Fig.1). Sul punteggio della BIS-11 (Fig.1), su quello totale del BPDSI (Fig.2) e sugli item ‘impulsività’ e ‘accessi di rabbia’ (Tab.3), presentano un effetto significativo sia il fattore tempo (rispettivamente, p=0,0005; p=0,0005; p=0,0005; p=0,0005), sia il fattore trattamento (rispettivamente, p=0,003; p=0,023; p=0,012; p=0,0005), sia l’interazione tempo x trattamento (rispettivamente, p=0,010; p=0,009; p=0,0005; p=0,003) (Tab.2 e Tab.3) Gli effetti collaterali registrati in 2 pazienti in terapia combinata con acidi grassi sono stati di lieve entità (dispepsia). Conclusioni La monoterapia con valproato e l’associazione di valproato e acidi grassi omega-3 sono entrambi opzioni terapeutiche valide per il trattamento del DBP: presentano infatti efficacia sovrapponibile sulla sintomatologia globale, sui sintomi d’ansia e sul funzionamento socio-relazionale. La combinazione di acidi grassi e valproato risulta superiore alla monoterapia con valproato nel ridurre la sintomatologia caratteristica del DBP, come l’impulsività auto ed eterovalutata, gli accessi di rabbia e le condotte autolesive. La differenza di efficacia sui sintomi depressivi e sull’instabilità affettiva non raggiunge la significatività dopo 12 setimane, ma tende a incrementare nel tempo.

Acidi grassi omega-3 associati al valproato nel trattamento del disturbo borderline di personalità: uno studio controllato

BELLINO, Silvio
Co-first
;
BOZZATELLO, PAOLA
Co-first
;
BRUNETTI, Chiara;BOGETTO, Filippo
Last
2013-01-01

Abstract

Obiettivo Gli acidi grassi a lunga catena omega-3, per la loro attività di stabilizzazione delle membrane neuronali, sono stati impiegati nel trattamento di diversi disturbi psichiatrici, tra cui la schizofrenia, la depressione unipolare e quella bipolare. I dati di letteratura suggeriscono che le condizioni cliniche connotate da elevati livelli di impulsività, ostilità e aggressività possono trarre beneficio dall’impiego di questi agenti terapeutici. Due recenti RCT riportano l’efficacia degli acidi eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA) in confronto a placebo nel migliorare le condizioni psicopatologiche di pazienti con disturbo borderline di personalità (DBP) e condotte autolesive. Il presente studio ha lo scopo di indagare l’efficacia e la tollerabilità degli acidi grassi omega-3 in combinazione con l’acido valproico in un gruppo di pazienti con DBP. Materiali e metodi Sono stati reclutati 43 pazienti ambulatoriali consecutivi con diagnosi di DBP (DSM-IV-TR). I casi con una comorbilità lifetime con demenza, delirium e altri disturbi cognitivi; schizofrenia e altri disturbi psicotici; disturbi bipolari. Altri criteri di esclusione sono stati una codiagnosi attuale di Asse I o II e un recente abuso di sostanze. I pazienti sono stati assegnati con criterio random a due tipi di trattamento: (1) valproato (800-1300 mg/die) (range plasmatico: 50-100 μg/ml); (2) EPA (1,2 g/die) e DHA (0,6 g/die) in combinazione con valproato. La durata della terapia è stata di 12 settimane. I pazienti sono stati valutati al baseline (T0), a 4 settimane (T1) e a 12 settimane (T2) con le seguenti scale: la Clinical Global Impression Scale, Severity item (CGI-S), le Scale di Hamilton per Depressione e Ansia (HAM-D, HAM-A), la Social Occupational Functioning Assessment Scale (SOFAS), il BPD Severity Index (BPDSI) per la gravità dei sintomi correlati al DBP, la Barratt Impulsiveness Scale versione 11 (BIS-11), la Modified Overt Aggression Scale (MOAS) e la Self Harm Inventory (SHI) per le condotte autolesive. Gli effetti avversi sono stati valutati dopo 4 e 12 settimane di trattamento con la Dosage Record and Treatment Emergent Symptom Scale (DOTES). L'analisi statistica è stata compiuta adottando il General Linear Model univariato per calcolare gli effetti dei fattori durata e tipo di trattamento su ogni scala di valutazione (p ≤ 0,05). Risultati: L’analisi statistica è stata condotta sui 34 pazienti che hanno portato a termine lo studio (M:F=8:26, età ± DS: 25,2 ± 6,4 anni). Nove drop-out (20,9%) si sono verificati nelle prime 4 settimane di trattamento. Per quanto riguarda la CGI-S, la SOFAS e la HAM–A (Tab 1) solo il fattore tempo ha un effetto significativo (rispettivamente, p=0,014; p=0,012; p=0,017). Il fattore tempo, l’interazione tempo x trattamento, ma non il fattore trattamento esercitano un effetto significativo sulla scala HAM-D (p=0,0005; p=0,024) e sull’item ‘instabilità affettiva’ del BPDSI (p=0,0005; p=0,0005) (Tab. 3). Per quanto riguarda la SHI (Tab. 2), sia il fattore tempo (p=0,002), sia il fattore trattamento (p=0,005) hanno un effetto significativo (Fig.1). Sul punteggio della BIS-11 (Fig.1), su quello totale del BPDSI (Fig.2) e sugli item ‘impulsività’ e ‘accessi di rabbia’ (Tab.3), presentano un effetto significativo sia il fattore tempo (rispettivamente, p=0,0005; p=0,0005; p=0,0005; p=0,0005), sia il fattore trattamento (rispettivamente, p=0,003; p=0,023; p=0,012; p=0,0005), sia l’interazione tempo x trattamento (rispettivamente, p=0,010; p=0,009; p=0,0005; p=0,003) (Tab.2 e Tab.3) Gli effetti collaterali registrati in 2 pazienti in terapia combinata con acidi grassi sono stati di lieve entità (dispepsia). Conclusioni La monoterapia con valproato e l’associazione di valproato e acidi grassi omega-3 sono entrambi opzioni terapeutiche valide per il trattamento del DBP: presentano infatti efficacia sovrapponibile sulla sintomatologia globale, sui sintomi d’ansia e sul funzionamento socio-relazionale. La combinazione di acidi grassi e valproato risulta superiore alla monoterapia con valproato nel ridurre la sintomatologia caratteristica del DBP, come l’impulsività auto ed eterovalutata, gli accessi di rabbia e le condotte autolesive. La differenza di efficacia sui sintomi depressivi e sull’instabilità affettiva non raggiunge la significatività dopo 12 setimane, ma tende a incrementare nel tempo.
2013
19
4
296
303
http://www.gipsicopatol.it
acidi grassi omega-3; valproato; farmacoterapia; disturbo borderlie di personalità; efficacia; tollerabilità
Bellino, Silvio; Bozzatello, Paola; Brunetti, Chiara; Bogetto, Filippo
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Bellino S. Acidi grassi omega 3 associati al valproato nel DBP. J Psychopathol 2013.pdf

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