In relazione alle modifiche strutturali determinate da offese muscolo-tendinee, articolari o nervose di tipo acuto (amputazioni, paraplegia, tetraplegia, emiparesi, ecc.) o cronico-degenerative (sclerosi multipla, distrofia muscolare, SLA, artrite reumatoide, ecc.), l’uomo modifica, nel tempo, le sue possibilità di movimento non solo per le azioni complesse, ma anche per quelle più semplici. La perdita progressiva dell’efficienza motoria obbliga l’individuo a trovare nuove soluzioni per la sua sopravvivenza e il suo benessere psico-fisico. La possibilità di estrinsecare un movimento, ancorché limitato, definisce l’autonomia motoria di un individuo ed è la risultante della sommatoria di tutte le abilità residue. Se non sollecitate in modo adeguato si va incontro ad un deterioramento progressivo, che si addiziona all’invecchiamento biologico. La sollecitazione costante delle capacità fisiche ancora disponibili diventa un fondamentale protocollo di studio per l’attività motoria in situazioni di handicap e deve affiancarsi alla terapia farmacologica e alla fisioterapia. Una, tra le possibilità motorie di contenimento della riduzione del potenziale organico-muscolare residuo, è l’allenamento della forza: tramite l’utilizzo di esercizi a corpo libero, con elastici e sovraccarichi. Il convegno che si tenuto il 9 Maggio 2015, presso il CUS di Torino, Via Braccini 1 - Torino dal titolo “Disabilita’, sport e preparazione fisica”, ha messo in evidenza l’efficacia di questi protocolli supportata da importanti testimonianze di atleti Paralimpici.
Disabilità, Sport e Preparazione Fisica
GOLLIN, MASSIMILIANO
2015-01-01
Abstract
In relazione alle modifiche strutturali determinate da offese muscolo-tendinee, articolari o nervose di tipo acuto (amputazioni, paraplegia, tetraplegia, emiparesi, ecc.) o cronico-degenerative (sclerosi multipla, distrofia muscolare, SLA, artrite reumatoide, ecc.), l’uomo modifica, nel tempo, le sue possibilità di movimento non solo per le azioni complesse, ma anche per quelle più semplici. La perdita progressiva dell’efficienza motoria obbliga l’individuo a trovare nuove soluzioni per la sua sopravvivenza e il suo benessere psico-fisico. La possibilità di estrinsecare un movimento, ancorché limitato, definisce l’autonomia motoria di un individuo ed è la risultante della sommatoria di tutte le abilità residue. Se non sollecitate in modo adeguato si va incontro ad un deterioramento progressivo, che si addiziona all’invecchiamento biologico. La sollecitazione costante delle capacità fisiche ancora disponibili diventa un fondamentale protocollo di studio per l’attività motoria in situazioni di handicap e deve affiancarsi alla terapia farmacologica e alla fisioterapia. Una, tra le possibilità motorie di contenimento della riduzione del potenziale organico-muscolare residuo, è l’allenamento della forza: tramite l’utilizzo di esercizi a corpo libero, con elastici e sovraccarichi. Il convegno che si tenuto il 9 Maggio 2015, presso il CUS di Torino, Via Braccini 1 - Torino dal titolo “Disabilita’, sport e preparazione fisica”, ha messo in evidenza l’efficacia di questi protocolli supportata da importanti testimonianze di atleti Paralimpici.File | Dimensione | Formato | |
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