La frequente e insistente domanda di teatro, all’interno della nostra società, è sintomo di un’istanza radicale di comunicazione e di relazione. Assopiti i riti di passaggio, i momenti che sancivano il cambio di status e la progressiva introduzione nella realtà, il soggetto vive oggi un intenso desiderio di rappresentazione di sé. Il gioco della possibilità di sperimentare diverse alternative, nel processo di identificazione e di definizione del sé, diventa un’esigenza insopprimibile, che spesso non trova un luogo protetto, adeguato, dove potersi realizzare; una situazione privilegiata nella quale l’esperienza della cura del sé si possa coniugare con la sollecitudine per l’altro. L’esito di questo abbandono della persona è la contrapposizione, il conflitto, l’esplosione del dramma sociale, il dis‑agio. Riattivare la comunicazione teatrale, sia come premessa per la creazione di una reale comunità che come conseguenza della vita di una comunità in atto, risponde a questa profonda istanza di relazione. È, insomma, la rimozione profonda del dis‑agio e del mal‑essere fino alla sua radice, è la rimessa in circolo di un paradigma non solo etico, ma anche e soprattutto estetico, che riporta l’individuo alla realtà e gli infonde la forza vitale per suscitarne il cambiamento. A partire da tali premesse, questo volume presenta l’elaborazione teorica di base di una disciplina, il Teatro Sociale e di Comunità (TSC), relativamente nuova nell’orizzonte degli studi universitari. Nella seconda parte, un gruppo di studiosi, a partire da un punto di vista interno alla problematica o da angolature disciplinari complementari (psicologia di comunità, drammaturgia, musicoterapia, danza di comunità e danzaterapia) offre spunti di riflessione, analisi di azioni e percorsi operativi originali.
Elementi di teatro educativo, sociale e di comunità
PONTREMOLI, Alessandro Piero Mario
2015-01-01
Abstract
La frequente e insistente domanda di teatro, all’interno della nostra società, è sintomo di un’istanza radicale di comunicazione e di relazione. Assopiti i riti di passaggio, i momenti che sancivano il cambio di status e la progressiva introduzione nella realtà, il soggetto vive oggi un intenso desiderio di rappresentazione di sé. Il gioco della possibilità di sperimentare diverse alternative, nel processo di identificazione e di definizione del sé, diventa un’esigenza insopprimibile, che spesso non trova un luogo protetto, adeguato, dove potersi realizzare; una situazione privilegiata nella quale l’esperienza della cura del sé si possa coniugare con la sollecitudine per l’altro. L’esito di questo abbandono della persona è la contrapposizione, il conflitto, l’esplosione del dramma sociale, il dis‑agio. Riattivare la comunicazione teatrale, sia come premessa per la creazione di una reale comunità che come conseguenza della vita di una comunità in atto, risponde a questa profonda istanza di relazione. È, insomma, la rimozione profonda del dis‑agio e del mal‑essere fino alla sua radice, è la rimessa in circolo di un paradigma non solo etico, ma anche e soprattutto estetico, che riporta l’individuo alla realtà e gli infonde la forza vitale per suscitarne il cambiamento. A partire da tali premesse, questo volume presenta l’elaborazione teorica di base di una disciplina, il Teatro Sociale e di Comunità (TSC), relativamente nuova nell’orizzonte degli studi universitari. Nella seconda parte, un gruppo di studiosi, a partire da un punto di vista interno alla problematica o da angolature disciplinari complementari (psicologia di comunità, drammaturgia, musicoterapia, danza di comunità e danzaterapia) offre spunti di riflessione, analisi di azioni e percorsi operativi originali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.