Davvero l'estetica, malgrado il suo nome e la sua storia sino all'Ottocento, è essenzialmente filosofia dell'arte? Davvero l'ontologia, ancora a dispetto dell'etimo e delle sue vicende fino al Novecento non ha nulla da spartire con gli enti? Davvero l'unico essere è il linguaggio, e la verità è essenzialmente quella che la filosofia dell'arte ritiene di trovare nelle opere? Recuperando una tradizione che da Platone, Aristotele, Euclide, Alessandro di Afrodisia, giunge ai grandi pensatori moderni, da Cartesio a Locke a Leibniz, da Kant a Hegel, e ai contemporanei (Heidegger, Wittgenstein, Merleau-Ponty, Austin, Quine, Gadamer, e soprattutto Derrida), ma senza trascurare figure apparentemente minori o minime (non solamente il solito Carneade, ma, per esempio, Gerolamo Rorario e Gomez Pereira), questo libro si articola in cinque parti: 1. Estetica. Una storia dell'estetica e della filosofia dell'arte da Baumgarten ai nostri giorni. 2. Ontologia. Una descrizione della ontologia come dottrina dell'ente sensibile. 3. Fenomenologia. Una esemplificazione del modo in cui il sensibile assomiglia all'intelligibile, e viceversa. 4. Ermeneutica. Una teoria dell'interpretazione che identifica l'essere non con il linguaggio, ma con il fenomeno della iscrizione in generale. 5. Icnologia. Una illustrazione del modo in cui (nei geroglifici, negli alfabeti, nelle mnemotecniche, nella associazione di idee e nella geometria) una traccia apparenta la tabula su cui si scrive (nella mente, nel corpo o sulla carta) e il tavolo del mondo. (Dopo tanti anni di "svolta linguistica", due domande elementari: come fare parole con le cose? E: che cosa c'è?)

Estetica razionale

FERRARIS, Maurizio
1997-01-01

Abstract

Davvero l'estetica, malgrado il suo nome e la sua storia sino all'Ottocento, è essenzialmente filosofia dell'arte? Davvero l'ontologia, ancora a dispetto dell'etimo e delle sue vicende fino al Novecento non ha nulla da spartire con gli enti? Davvero l'unico essere è il linguaggio, e la verità è essenzialmente quella che la filosofia dell'arte ritiene di trovare nelle opere? Recuperando una tradizione che da Platone, Aristotele, Euclide, Alessandro di Afrodisia, giunge ai grandi pensatori moderni, da Cartesio a Locke a Leibniz, da Kant a Hegel, e ai contemporanei (Heidegger, Wittgenstein, Merleau-Ponty, Austin, Quine, Gadamer, e soprattutto Derrida), ma senza trascurare figure apparentemente minori o minime (non solamente il solito Carneade, ma, per esempio, Gerolamo Rorario e Gomez Pereira), questo libro si articola in cinque parti: 1. Estetica. Una storia dell'estetica e della filosofia dell'arte da Baumgarten ai nostri giorni. 2. Ontologia. Una descrizione della ontologia come dottrina dell'ente sensibile. 3. Fenomenologia. Una esemplificazione del modo in cui il sensibile assomiglia all'intelligibile, e viceversa. 4. Ermeneutica. Una teoria dell'interpretazione che identifica l'essere non con il linguaggio, ma con il fenomeno della iscrizione in generale. 5. Icnologia. Una illustrazione del modo in cui (nei geroglifici, negli alfabeti, nelle mnemotecniche, nella associazione di idee e nella geometria) una traccia apparenta la tabula su cui si scrive (nella mente, nel corpo o sulla carta) e il tavolo del mondo. (Dopo tanti anni di "svolta linguistica", due domande elementari: come fare parole con le cose? E: che cosa c'è?)
1997
Cortina
1
647
9788870784602
http://www.labont.it/ferraris/BOOKS/012_Estetica_razionale.asp
Estetica; Fenomenologia; Ontologia
M. FERRARIS
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/15585
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