Ad oggi, sono molto interessanti i corridoi doganali in corso di programmazione tra l’Interporto di Orte ed il Porto di Civitavecchia o tra Genova/La Spezia e Piacenza, quest’ultimo sulla base di un accordo di intesa tra l’Agenzia delle Dogane e dei Mo- nopoli ed il colosso svedese IKEA (che da anni ha stabilito il suo centro logistico e di- stributivo nella città emiliana). I porti di moderna concezione si basano sulla capaci- tà di intercettare traffici off-shore e, grazie ad avanzate tecnologie di banchina ed efficienti servizi retroportuali, di polarizzare il tessuto imprenditoriale del proprio hinterland, in modo da diventare non più soltanto porti di transhipment, ma essen- ziali ingranaggi di una più complessa catena logistica e produttiva. Di conseguenza, se la banchina dei moderni porti è assimilabile, funzionalmente, ad una sofisticata porta girevole automatica, dal layout minimale e costantemente in funzione, allora è evidente che la capacità attrattiva del porto dipende, ormai, dall’efficienza dei servizi retroportuali verso cui la merce è smistata, eventualmente manipolata e condotta ai vicini mercati oppure su ulteriori flussi di trasporto. Lo studio discende dall’idea di avanzare delle ipotesi di attuazione di un corridoio doganale tra il Porto di Savona (in cui sono presenti alcune delle più rilevanti realtà logistiche ed azienda- li in campo agroalimentare) e le aree interportuali dell’hinterland torinese (trait d’union con gli spazi riservati ai mercati generali di Torino, al cui interno sono pre- senti i principali operatori della catena di distribuzione agroalimentare).
Logistica e settore agroalimentare: considerazioni preliminari sul “corridoio agroalimentare” tra Savona e Torino.
VARESE, Erica
First
;
2015-01-01
Abstract
Ad oggi, sono molto interessanti i corridoi doganali in corso di programmazione tra l’Interporto di Orte ed il Porto di Civitavecchia o tra Genova/La Spezia e Piacenza, quest’ultimo sulla base di un accordo di intesa tra l’Agenzia delle Dogane e dei Mo- nopoli ed il colosso svedese IKEA (che da anni ha stabilito il suo centro logistico e di- stributivo nella città emiliana). I porti di moderna concezione si basano sulla capaci- tà di intercettare traffici off-shore e, grazie ad avanzate tecnologie di banchina ed efficienti servizi retroportuali, di polarizzare il tessuto imprenditoriale del proprio hinterland, in modo da diventare non più soltanto porti di transhipment, ma essen- ziali ingranaggi di una più complessa catena logistica e produttiva. Di conseguenza, se la banchina dei moderni porti è assimilabile, funzionalmente, ad una sofisticata porta girevole automatica, dal layout minimale e costantemente in funzione, allora è evidente che la capacità attrattiva del porto dipende, ormai, dall’efficienza dei servizi retroportuali verso cui la merce è smistata, eventualmente manipolata e condotta ai vicini mercati oppure su ulteriori flussi di trasporto. Lo studio discende dall’idea di avanzare delle ipotesi di attuazione di un corridoio doganale tra il Porto di Savona (in cui sono presenti alcune delle più rilevanti realtà logistiche ed azienda- li in campo agroalimentare) e le aree interportuali dell’hinterland torinese (trait d’union con gli spazi riservati ai mercati generali di Torino, al cui interno sono pre- senti i principali operatori della catena di distribuzione agroalimentare).File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
116_2015_interporti_AIDEA Giovani.pdf
Accesso riservato
Tipo di file:
PDF EDITORIALE
Dimensione
6.8 MB
Formato
Adobe PDF
|
6.8 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.