Le invasioni operate da organismi esotici costituiscono un effetto collaterale della globalizzazione. La frequenza di introduzione di patogeni e insetti nocivi alle foreste è in continuo aumento in tutte le aree del mondo, incluso nei Paesi del Mediterraneo. Le conseguenze delle invasioni operate da patogeni e insetti sugli ecosistemi forestali sono molteplici e complesse. Sebbene la morte di singoli individui o di gruppi di piante a causa di specie esotiche possa talvolta determinare effetti benefici sulla biodiversità e sull’ecosistema foresta, creando ad esempio i presupposti per la rinnovazione naturale, nella maggior parte dei casi tali benefici sono solo temporanei e l’invasione può invece causare notevoli danni economici ed ecologici, inclusa la riduzione della consistenza numerica delle popolazioni di specie native. L’intervento volto ad eradicare il patogeno o l’insetto nelle prime fasi del suo insediamento è nella maggior parte dei casi impedito dalla difficoltà di riconoscere tempestivamente un organismo esotico, soprattutto se nell’area di introduzione sono presenti organismi nativi simili. Tra il momento dell’introduzione e quello della sua individuazione possono trascorrere diversi anni e quando l’introduzione è segnalata è ormai troppo tardi per intervenire con programmi di eradicazione. In questo contesto sono esaminate le conseguenze attuali e potenziali sugli ecosistemi forestali, i fattori determinanti l’invasività e gli orientamenti di difesa per alcuni tra i principali patogeni e insetti invasivi presenti nel nostro Paese, la maggior parte dei quali inclusi nelle liste A2 o Alert della European e Mediterranean Plant Protection Organisation (EPPO), tra cui Heterobasidion irregulare, Hymenoscyphus pseudoalbidus, Dryocosmus kuriphilus e scolitidi del genere Xyleborus e Xylosandrus.

Invasioni biologiche ed effetti sulla biodiversità forestale

GONTHIER, Paolo;
2015-01-01

Abstract

Le invasioni operate da organismi esotici costituiscono un effetto collaterale della globalizzazione. La frequenza di introduzione di patogeni e insetti nocivi alle foreste è in continuo aumento in tutte le aree del mondo, incluso nei Paesi del Mediterraneo. Le conseguenze delle invasioni operate da patogeni e insetti sugli ecosistemi forestali sono molteplici e complesse. Sebbene la morte di singoli individui o di gruppi di piante a causa di specie esotiche possa talvolta determinare effetti benefici sulla biodiversità e sull’ecosistema foresta, creando ad esempio i presupposti per la rinnovazione naturale, nella maggior parte dei casi tali benefici sono solo temporanei e l’invasione può invece causare notevoli danni economici ed ecologici, inclusa la riduzione della consistenza numerica delle popolazioni di specie native. L’intervento volto ad eradicare il patogeno o l’insetto nelle prime fasi del suo insediamento è nella maggior parte dei casi impedito dalla difficoltà di riconoscere tempestivamente un organismo esotico, soprattutto se nell’area di introduzione sono presenti organismi nativi simili. Tra il momento dell’introduzione e quello della sua individuazione possono trascorrere diversi anni e quando l’introduzione è segnalata è ormai troppo tardi per intervenire con programmi di eradicazione. In questo contesto sono esaminate le conseguenze attuali e potenziali sugli ecosistemi forestali, i fattori determinanti l’invasività e gli orientamenti di difesa per alcuni tra i principali patogeni e insetti invasivi presenti nel nostro Paese, la maggior parte dei quali inclusi nelle liste A2 o Alert della European e Mediterranean Plant Protection Organisation (EPPO), tra cui Heterobasidion irregulare, Hymenoscyphus pseudoalbidus, Dryocosmus kuriphilus e scolitidi del genere Xyleborus e Xylosandrus.
2015
Secondo Congresso Internazionale di Selvicoltura. Progettare il futuro per il settore forestale.
Firenze
26-29 Novembre 2014
Proceedings of the Second International Congress of Silviculture. Designing the future of the forestry sector.
Accademia Italiana di Scienze Forestali
155
160
978-88-87553-21-5
GONTHIER P.; FACCOLI M.; GARBELOTTO M.; CAPRETTI P.
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