Contesto - Molti studiosi delle discipline economico aziendali evidenziano, come causa della crisi del sistema socio-economico nel suo complesso, l’esistenza di motivazioni di tipo etico. Secondo questa impostazione, alcuni degli scandali finanziari, sociali e ambientali che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni, sono riconducibili ad una mancanza di valori morali in chi possiede e chi gestisce un’azienda, spesso di grandi dimensioni. Detto ciò, non è da escludere che, anche le PMI sono in grado di influenzare l’economia nazionale ed europea in maniera rilevante (positivamente e/o negativamente), perché esse rappresentano il 99.8% delle aziende esistenti (dati Eu Commissione e SBA, 2012) e, ad esempio, dal loro operato deriva circa il 64% dell’inquinamento industriale globalmente prodotto (Eurobarometer Survey, 2010). La Commissione Europea riconosce nelle PMI la colonna portante dell’intero sistema economico e, al fine di garantire una crescita inclusiva, sostenibile ed intelligente, nel corso dei prossimi anni, il programma Europa 2020 finanzierà un ammontare di investimenti ingenti dedicati proprio alle PMI, per essere più sostenibili, a livello finanziario, sociale e ambientale. Research Question – La domanda affrontata in questo progetto di ricerca è riassumibile in: “Le PMI sono in grado di adottare una gestione orientata alla sostenibilità?” Framework teorico - La risposta a questa domanda è stata inquadrata all’interno di un framework teorico complesso che ha preso in esame l’evoluzione delle teorie di management che si sono occupate di etica aziendale. In particolare, si sono presentati i principali studi di: Economia Aziendale; Business ethics; Teoria degli Stakeholder; Teoria della legittimazione; Teoria neo-istituzionalista; le teorie di Corporate Social Responsibility; le teorie di Social and Environmental Accounting and Reporting (SEAR). L’approccio ritenuto più interessante e moderno, è però risultato essere quello di Porter e Kramer (2011) circa la creazione di valore condiviso (Creating Shared Value). Questo approccio ha fatto si che ci si domandasse ulteriormente come le PMI declinino la sostenibilità e se, la scelta di creare valore condiviso con gli stakeholder avvenga in maniera più o meno consapevole. Si è quindi prodotta una sistematizzazione della letteratura nazionale ed internazionale sulla CSR nelle PMI, e sulle caratteristiche fisiologiche di queste aziende. La metodologia adottata è stata duplice: un riferimento empirico ed un approccio sperimentale. Metodologia - Per quanto concerne l’approccio empirico, si è applicata un’analisi statistica multivariata (regressione lineare) ad un campione di aziende italiane che adottano un sistema di gestione certificato di tipo sociale (SA8000) e ambientale (EMAS III, ISO 14001). In particolare si sono presi in esame i report di sostenibilità pubblicati online (357 rendiconti analizzati), e da questa analisi si sono estrapolate diverse tipologie di comportamento e diverse motivazioni che spingono le PMI ad adottare un modello di gestione responsabile. Risultati - A seguito delle conclusioni tratte dalla ricerca empirica si è deciso di contribuire al progresso della letteratura presentando un modello teorico di gestione responsabile nelle PMI che viene definito “liquido”, perchè vede una stretta relazione informale e non codificata tra: valori morali del proprietario/manager/imprenditore che influenzano le azioni dell’azienda e la sua politica di gestione (ricorrendo alle certificazioni), e contemporaneamente, una rilevante carenza dell’informativa prodotta circa le responsabilità assunte (ovvero mancanza di meccanismi strategici di social accounting). Come accennato, a seguito dell’evidenza empirica, si è adottato un approccio sperimentale che ha portato a due risultati: (1) una collaborazione in un progetto europeo della DG Employment, Social Affair and Inclusion, chiamato LOIEs (Lessons and Options for an Integrated Europan approach to CSR); (2) l’elaborazione di uno strumento web dedicato alle PMI in grado di fornire un’autovalutazione delle performance di sostenibilità dell’azienda (CSR4U TOOL www.csr4utool.org). Durante la collaborazione in LOIEs si è avuto modo di visitare e vivere la realtà delle PMI europee appartenenti a tre stati membri (Bulgaria, Italia, Spagna) e di raccogliere l’esigenza, già confermata dalla letteratura marcatamente da Spence e Perrini (2010), di creare strumenti applicativi di etica per le aziende di piccole dimensioni. Si è creato uno strumento, CSR4U TOOL basato su un complesso algoritmo di calcolo, (fondato su un benchmark dei più famosi modelli di assessment nazionali ed internazionali, fra cui GRI e GBS) che traduce dati contabili ed extra contabili, qualitativi e quantitativi, in informazioni sul comportamento etico e morale dell’imprenditore. Presentato nell’ultimo capitolo del contributo, esso si propone di: rappresentare una fonte di dati che possono aiutare l’avanzamento della letteratura sul valore condiviso nelle PMI; offrire all’utente un percorso di crescita morale e consapevolezza (Kohlberg, 1971); in contemporanea, produrre un report sulle performance dell’azienda, che può essere utilizzato come strumento di comunicazione nei rapporti con il sistema creditizio e con la clientela. Prospettive future – In primo luogo, l’approccio al valore condiviso secondo Porter e Kramer (2011) rappresenta un sicuro progresso degli studi manageriali e sarà preciso intento continuare a capire come lo Shared Value possa influenzare il sistema azienda e i suoi subsistemi. Secondariamente, lo sviluppo del CSR4U TOOL avverrà a livello nazionale ed internazionale tramite accordi con enti di ricerca, università e associazioni di settore e categoria, che possano aiutarne l’evoluzione. Attualmente, è utilizzato da 30 aziende e si spera di far si che siano proprio le aziende che, utilizzandolo, possano conferirne legittimità, e confermane l’utilità.

Un’applicazione pratica per implementare un modello di gestione responsabile all’interno delle Piccole e Medie Imprese.

CORAZZA, LAURA
2014-01-01

Abstract

Contesto - Molti studiosi delle discipline economico aziendali evidenziano, come causa della crisi del sistema socio-economico nel suo complesso, l’esistenza di motivazioni di tipo etico. Secondo questa impostazione, alcuni degli scandali finanziari, sociali e ambientali che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni, sono riconducibili ad una mancanza di valori morali in chi possiede e chi gestisce un’azienda, spesso di grandi dimensioni. Detto ciò, non è da escludere che, anche le PMI sono in grado di influenzare l’economia nazionale ed europea in maniera rilevante (positivamente e/o negativamente), perché esse rappresentano il 99.8% delle aziende esistenti (dati Eu Commissione e SBA, 2012) e, ad esempio, dal loro operato deriva circa il 64% dell’inquinamento industriale globalmente prodotto (Eurobarometer Survey, 2010). La Commissione Europea riconosce nelle PMI la colonna portante dell’intero sistema economico e, al fine di garantire una crescita inclusiva, sostenibile ed intelligente, nel corso dei prossimi anni, il programma Europa 2020 finanzierà un ammontare di investimenti ingenti dedicati proprio alle PMI, per essere più sostenibili, a livello finanziario, sociale e ambientale. Research Question – La domanda affrontata in questo progetto di ricerca è riassumibile in: “Le PMI sono in grado di adottare una gestione orientata alla sostenibilità?” Framework teorico - La risposta a questa domanda è stata inquadrata all’interno di un framework teorico complesso che ha preso in esame l’evoluzione delle teorie di management che si sono occupate di etica aziendale. In particolare, si sono presentati i principali studi di: Economia Aziendale; Business ethics; Teoria degli Stakeholder; Teoria della legittimazione; Teoria neo-istituzionalista; le teorie di Corporate Social Responsibility; le teorie di Social and Environmental Accounting and Reporting (SEAR). L’approccio ritenuto più interessante e moderno, è però risultato essere quello di Porter e Kramer (2011) circa la creazione di valore condiviso (Creating Shared Value). Questo approccio ha fatto si che ci si domandasse ulteriormente come le PMI declinino la sostenibilità e se, la scelta di creare valore condiviso con gli stakeholder avvenga in maniera più o meno consapevole. Si è quindi prodotta una sistematizzazione della letteratura nazionale ed internazionale sulla CSR nelle PMI, e sulle caratteristiche fisiologiche di queste aziende. La metodologia adottata è stata duplice: un riferimento empirico ed un approccio sperimentale. Metodologia - Per quanto concerne l’approccio empirico, si è applicata un’analisi statistica multivariata (regressione lineare) ad un campione di aziende italiane che adottano un sistema di gestione certificato di tipo sociale (SA8000) e ambientale (EMAS III, ISO 14001). In particolare si sono presi in esame i report di sostenibilità pubblicati online (357 rendiconti analizzati), e da questa analisi si sono estrapolate diverse tipologie di comportamento e diverse motivazioni che spingono le PMI ad adottare un modello di gestione responsabile. Risultati - A seguito delle conclusioni tratte dalla ricerca empirica si è deciso di contribuire al progresso della letteratura presentando un modello teorico di gestione responsabile nelle PMI che viene definito “liquido”, perchè vede una stretta relazione informale e non codificata tra: valori morali del proprietario/manager/imprenditore che influenzano le azioni dell’azienda e la sua politica di gestione (ricorrendo alle certificazioni), e contemporaneamente, una rilevante carenza dell’informativa prodotta circa le responsabilità assunte (ovvero mancanza di meccanismi strategici di social accounting). Come accennato, a seguito dell’evidenza empirica, si è adottato un approccio sperimentale che ha portato a due risultati: (1) una collaborazione in un progetto europeo della DG Employment, Social Affair and Inclusion, chiamato LOIEs (Lessons and Options for an Integrated Europan approach to CSR); (2) l’elaborazione di uno strumento web dedicato alle PMI in grado di fornire un’autovalutazione delle performance di sostenibilità dell’azienda (CSR4U TOOL www.csr4utool.org). Durante la collaborazione in LOIEs si è avuto modo di visitare e vivere la realtà delle PMI europee appartenenti a tre stati membri (Bulgaria, Italia, Spagna) e di raccogliere l’esigenza, già confermata dalla letteratura marcatamente da Spence e Perrini (2010), di creare strumenti applicativi di etica per le aziende di piccole dimensioni. Si è creato uno strumento, CSR4U TOOL basato su un complesso algoritmo di calcolo, (fondato su un benchmark dei più famosi modelli di assessment nazionali ed internazionali, fra cui GRI e GBS) che traduce dati contabili ed extra contabili, qualitativi e quantitativi, in informazioni sul comportamento etico e morale dell’imprenditore. Presentato nell’ultimo capitolo del contributo, esso si propone di: rappresentare una fonte di dati che possono aiutare l’avanzamento della letteratura sul valore condiviso nelle PMI; offrire all’utente un percorso di crescita morale e consapevolezza (Kohlberg, 1971); in contemporanea, produrre un report sulle performance dell’azienda, che può essere utilizzato come strumento di comunicazione nei rapporti con il sistema creditizio e con la clientela. Prospettive future – In primo luogo, l’approccio al valore condiviso secondo Porter e Kramer (2011) rappresenta un sicuro progresso degli studi manageriali e sarà preciso intento continuare a capire come lo Shared Value possa influenzare il sistema azienda e i suoi subsistemi. Secondariamente, lo sviluppo del CSR4U TOOL avverrà a livello nazionale ed internazionale tramite accordi con enti di ricerca, università e associazioni di settore e categoria, che possano aiutarne l’evoluzione. Attualmente, è utilizzato da 30 aziende e si spera di far si che siano proprio le aziende che, utilizzandolo, possano conferirne legittimità, e confermane l’utilità.
2014
http://www.csr4utool.org
Corporate Social Responsibility (CSR); CSR in SMEs; social accounting
Laura Corazza
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