Il piccolo villaggio montano di Ala di Stura (Piemonte, valli di Lanzo), situato a 1080 metri s.l.m., possiede un notevole tesoro d’arte: tra le sue frazioni sono presenti 110 pitture murali su case private, chiese e cappelle. Le opere, databili tra il XVI e il presente secolo, sono divise tra pitture con temi religiosi e meridiane; le pitture sono generalmente più antiche delle meridiane. La quantità di meridiane fa di Ala di Stura la località con il più alto numero di meridiane per abitante in tutta Europa. Per far scoprire ai turisti questo tesoro nascosto, nel 2007 il Comune di Ala di Stura mise in opera un progetto volto ad organizzare e diffondere l’informazione sul suo patrimonio, effettuando una classificazione sistematica delle opere sulla base di una precedente ricerca architettonica (1992) e preparando sentieri tematici attrezzati con bacheche nelle varie frazioni. Fu evidente, tuttavia, che molte opere richiedevano interventi di restauro a causa delle severe condizioni atmosferiche tipiche di una località montana e della relativa incuria con cui le opere erano state conservate nel tempo. Si decise quindi di coadiuvare il progetto studiando le emergenze conservative da un punto di vista scientifico ed effettuando analisi chimiche sulle opere più rilevanti. Questo progetto di ricerca era rivolto anche ad incrementare la conoscenza storico-artistica delle opere stesse. Le analisi erano rivolte a tre temi principali: l’identificazione dei fenomeni di alterazione in corso sui dipinti, in modo da poter orientare i successive interventi di restauro; una datazione più accurata delle opere, mediante l’identificazione di pigmenti che fungano da marcatori temporali; l’incremento di conoscenza dei materiali pittorici usati dagli artisti e la loro relazione con le materie prime locali: Ala di Stura è situata in una zona montana ricca di minerali, sicché i pittori potevano avere a disposizione numerosi pigmenti. Siccome le analisi in situ erano difficili da eseguire a causa dell’impossibilità di raggiungere molte tra le opere con strumentazioni portatili, si è deciso di procedere a micro campionamenti analizzati in laboratorio mediante spettroscopia Raman, XRD e micro-XRF. Le analisi hanno fornito informazioni interessanti da molti punto di vista. Dal punto di vista conservativo sono stati identificati fenomeni di alterazione cromatica (bianco, nero, blu, verde). Dal punto di vista storico l’individuazione di alcuni markers temporali come il blu oltremare sintetico e i pigmenti verdi a base di arsenico hanno consentito di fissare una data post quem per molte opere. Dal punto di vista storico-tecnologico, l’evidenza di alcuni pigmenti a base di metalli di transizione (es. cobalto) ha permesso di avere informazioni aggiornate sullo sfruttamento delle miniere presenti in valle. Infine, dal punto di vista storico-artistico è stata caratterizzata la tavolozza del pittore rinascimentale Giovanni Oldrado Perini di Novalesa, artista relativamente sconosciuto ma molto attivo nelle valli di Lanzo, che si fa notare per l’impiego, nelle sue opere pittoriche, della pirite mescolata allo smaltino per impartire un aspetto scintillante al manto della Vergine.

Le pitture murali di Ala di Stura (Piemonte): un tesoro nascosto

AGOSTINO, Angelo;FENOGLIO, GAIA;
2012-01-01

Abstract

Il piccolo villaggio montano di Ala di Stura (Piemonte, valli di Lanzo), situato a 1080 metri s.l.m., possiede un notevole tesoro d’arte: tra le sue frazioni sono presenti 110 pitture murali su case private, chiese e cappelle. Le opere, databili tra il XVI e il presente secolo, sono divise tra pitture con temi religiosi e meridiane; le pitture sono generalmente più antiche delle meridiane. La quantità di meridiane fa di Ala di Stura la località con il più alto numero di meridiane per abitante in tutta Europa. Per far scoprire ai turisti questo tesoro nascosto, nel 2007 il Comune di Ala di Stura mise in opera un progetto volto ad organizzare e diffondere l’informazione sul suo patrimonio, effettuando una classificazione sistematica delle opere sulla base di una precedente ricerca architettonica (1992) e preparando sentieri tematici attrezzati con bacheche nelle varie frazioni. Fu evidente, tuttavia, che molte opere richiedevano interventi di restauro a causa delle severe condizioni atmosferiche tipiche di una località montana e della relativa incuria con cui le opere erano state conservate nel tempo. Si decise quindi di coadiuvare il progetto studiando le emergenze conservative da un punto di vista scientifico ed effettuando analisi chimiche sulle opere più rilevanti. Questo progetto di ricerca era rivolto anche ad incrementare la conoscenza storico-artistica delle opere stesse. Le analisi erano rivolte a tre temi principali: l’identificazione dei fenomeni di alterazione in corso sui dipinti, in modo da poter orientare i successive interventi di restauro; una datazione più accurata delle opere, mediante l’identificazione di pigmenti che fungano da marcatori temporali; l’incremento di conoscenza dei materiali pittorici usati dagli artisti e la loro relazione con le materie prime locali: Ala di Stura è situata in una zona montana ricca di minerali, sicché i pittori potevano avere a disposizione numerosi pigmenti. Siccome le analisi in situ erano difficili da eseguire a causa dell’impossibilità di raggiungere molte tra le opere con strumentazioni portatili, si è deciso di procedere a micro campionamenti analizzati in laboratorio mediante spettroscopia Raman, XRD e micro-XRF. Le analisi hanno fornito informazioni interessanti da molti punto di vista. Dal punto di vista conservativo sono stati identificati fenomeni di alterazione cromatica (bianco, nero, blu, verde). Dal punto di vista storico l’individuazione di alcuni markers temporali come il blu oltremare sintetico e i pigmenti verdi a base di arsenico hanno consentito di fissare una data post quem per molte opere. Dal punto di vista storico-tecnologico, l’evidenza di alcuni pigmenti a base di metalli di transizione (es. cobalto) ha permesso di avere informazioni aggiornate sullo sfruttamento delle miniere presenti in valle. Infine, dal punto di vista storico-artistico è stata caratterizzata la tavolozza del pittore rinascimentale Giovanni Oldrado Perini di Novalesa, artista relativamente sconosciuto ma molto attivo nelle valli di Lanzo, che si fa notare per l’impiego, nelle sue opere pittoriche, della pirite mescolata allo smaltino per impartire un aspetto scintillante al manto della Vergine.
2012
AIAR2012, VII Convegno Nazionale di Archeometria
Modena
22-24 Febbraio 2012
atti del VII Convegno Nazionale di Archeometria
Patron Editore
863
873
micro-XRF; XRD; Raman; meridiane; restauro; alterazione
M. Aceto; A. Agostino; G. Fenoglio; V. Giordano; M. Varetto; G. Castagneri
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/157782
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