L’Italia entrò in guerra nel maggio del 1915. Immediato fu l’impegno nel cercare un rimedio al grave pericolo degli attacchi con i gas da parte del nemico. I fatti di Ypres dell’aprile 1915 avevano avuto una vasta eco e a Torino, ben consapevoli dei rischi a cui andavano incontro i nostri soldati, due istituzioni, la Reale Accademia di Medicina e l’Associazione Chimica Industriale, cercarono una soluzione a questo problema. In particolare due professori universitari, il farmacologo e tossicologo Icilio Guareschi (1847-1918) e il fisiologo Amedeo Herlitzka (1872-1949) si adoperarono per mettere a punto maschere per difendersi da attacchi di tipo chimico e studiarono diversi composti per neutralizzare i gas. Di recente presso i magazzini dell’ASTUT, Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino, è stato ritrovato il prototipo di una maschera in celluloide realizzata da Amedeo Herlitzka descritta in un articolo del Giornale della Reale Accademia di Medicina di Torino. Alla maschera realizzata da Icilio Guareschi, che impiegava la calce sodata come sostanza neutralizzante, la competente commissione centrale di valutazione di Roma riconobbe originalità e funzionalità anche se, alla fine, forse sbrigativamente, la scartò ritenendo il suo peso eccessivo. Non a caso, l’eminente scienziato ricevette, purtroppo post mortem, il plauso degli eminenti servizi chimici militari italiano e americano. Il nostro intervento si propone di ripercorrere i primordi degli studi italiani nel campo della protezione contro gli attacchi chimici durante la prima guerra mondiale.

I primordi della difesa italiana dagli attacchi chimici durante la prima guerra mondiale

FAUSONE, Mara;
2015-01-01

Abstract

L’Italia entrò in guerra nel maggio del 1915. Immediato fu l’impegno nel cercare un rimedio al grave pericolo degli attacchi con i gas da parte del nemico. I fatti di Ypres dell’aprile 1915 avevano avuto una vasta eco e a Torino, ben consapevoli dei rischi a cui andavano incontro i nostri soldati, due istituzioni, la Reale Accademia di Medicina e l’Associazione Chimica Industriale, cercarono una soluzione a questo problema. In particolare due professori universitari, il farmacologo e tossicologo Icilio Guareschi (1847-1918) e il fisiologo Amedeo Herlitzka (1872-1949) si adoperarono per mettere a punto maschere per difendersi da attacchi di tipo chimico e studiarono diversi composti per neutralizzare i gas. Di recente presso i magazzini dell’ASTUT, Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino, è stato ritrovato il prototipo di una maschera in celluloide realizzata da Amedeo Herlitzka descritta in un articolo del Giornale della Reale Accademia di Medicina di Torino. Alla maschera realizzata da Icilio Guareschi, che impiegava la calce sodata come sostanza neutralizzante, la competente commissione centrale di valutazione di Roma riconobbe originalità e funzionalità anche se, alla fine, forse sbrigativamente, la scartò ritenendo il suo peso eccessivo. Non a caso, l’eminente scienziato ricevette, purtroppo post mortem, il plauso degli eminenti servizi chimici militari italiano e americano. Il nostro intervento si propone di ripercorrere i primordi degli studi italiani nel campo della protezione contro gli attacchi chimici durante la prima guerra mondiale.
2015
XVI Convegno Nazionale di Storia e Fondamenti della Chimica
Rimini
22-24 settembre 2015
Rendiconti Accademia Nazionale delle Scienze detta dei LX Memorie di Scienze Fisiche e Naturali Atti del XVI Convegno Nazionale di Storia e Fondamenti della Chimica
Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL
133 ( 2015)
115
124
978-88-98075-15-7
prima guerra mondiale, maschere antigas, Amedeo Herlitzka, Icilio Guareschi
Fausone, Mara; Montagnani, Marco
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