L’esistenza è un modo: questa definizione dell’esistenza è assunta come filo conduttore per un percorso allo stesso tempo storico e teorico, che va da Aristotele a Heidegger. Muovendo dalla domanda: “che cos’è un modo”, tale percorso si sviluppa seguendo il nesso, individuato nella filosofia medievale, tra modalità ed elementi sincategorematici, fino a rileggere in questa prospettiva quello che può essere considerato il punto di svolta nella metafisica tradizionale, il trascendentalismo kantiano. Sullo sfondo, la concezione aristotelica del giudizio e la funzione di consignificatio che in essa riveste la copula, pietra angolare della reimpostazione heideggeriana del problema del senso dell’essere.
Modalità ed esistenza. Dalla critica della ragion pura alla critica della ragione ermeneutica: Kant, Husserl, Heidegger
CHIURAZZI, Gaetano
2001-01-01
Abstract
L’esistenza è un modo: questa definizione dell’esistenza è assunta come filo conduttore per un percorso allo stesso tempo storico e teorico, che va da Aristotele a Heidegger. Muovendo dalla domanda: “che cos’è un modo”, tale percorso si sviluppa seguendo il nesso, individuato nella filosofia medievale, tra modalità ed elementi sincategorematici, fino a rileggere in questa prospettiva quello che può essere considerato il punto di svolta nella metafisica tradizionale, il trascendentalismo kantiano. Sullo sfondo, la concezione aristotelica del giudizio e la funzione di consignificatio che in essa riveste la copula, pietra angolare della reimpostazione heideggeriana del problema del senso dell’essere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.