Prima della generazione di Orpheu (1915), l’ultima decade dell’Ottocento rappresenta già, in Portogallo, un significativo spartiacque tra la produzione letteraria precedente e quella che si affermerà all’alba del nuovo secolo. Un ruolo centrale è giocato, in tale frangente, dall’opera del poeta Eugénio de Castro (1869-1944), che, mentre s’impone come caposcuola del Simbolismo lusitano, primeggia pure per l’intraprendenza con cui riesce a integrare e proiettare la propria attività creativa nel più ampio contesto internazionale. In questo percorso d’affermazione cosmopolita una tappa decisiva è quella segnata da Belkiss, Rainha de Sabá, de Axum e do Himiar (1894), testo che, presto tradotto e pubblicato in diverse lingue, attira l’interesse di Rubén Darío e raccoglie l’approvazione di Mallarmé. È questa l’opera di cui si presenta, qui, l’edizione critica e la traduzione integrale in italiano, insieme a un apparato di note che ne mette in luce le molteplici diramazioni intertestuali. Nell’appendice finale, oltre a un’antologia degli scritti che documentano l’immediata e sorprendente fortuna critica del poema drammatico, uno speciale motivo d’interesse è fornito dalla pubblicazione del corpus, finora inedito, delle lettere inviate al poeta portoghese dal saggista e critico d’arte Vittorio Pica (1862-1930), autore, nel 1896, della prima traduzione italiana di Belkiss.
Eugénio de CASTRO, Belkiss, Rainha de Sabá, de Axum e do Himiar, Edizione critica, traduzione e note a cura di Matteo Rei, Prefazione di Maria de Jesus Cabral, In appendice: l’epistolario Vittorio Pica – Eugénio de Castro e altri documenti inediti e dispersi
REI, Matteo
2016-01-01
Abstract
Prima della generazione di Orpheu (1915), l’ultima decade dell’Ottocento rappresenta già, in Portogallo, un significativo spartiacque tra la produzione letteraria precedente e quella che si affermerà all’alba del nuovo secolo. Un ruolo centrale è giocato, in tale frangente, dall’opera del poeta Eugénio de Castro (1869-1944), che, mentre s’impone come caposcuola del Simbolismo lusitano, primeggia pure per l’intraprendenza con cui riesce a integrare e proiettare la propria attività creativa nel più ampio contesto internazionale. In questo percorso d’affermazione cosmopolita una tappa decisiva è quella segnata da Belkiss, Rainha de Sabá, de Axum e do Himiar (1894), testo che, presto tradotto e pubblicato in diverse lingue, attira l’interesse di Rubén Darío e raccoglie l’approvazione di Mallarmé. È questa l’opera di cui si presenta, qui, l’edizione critica e la traduzione integrale in italiano, insieme a un apparato di note che ne mette in luce le molteplici diramazioni intertestuali. Nell’appendice finale, oltre a un’antologia degli scritti che documentano l’immediata e sorprendente fortuna critica del poema drammatico, uno speciale motivo d’interesse è fornito dalla pubblicazione del corpus, finora inedito, delle lettere inviate al poeta portoghese dal saggista e critico d’arte Vittorio Pica (1862-1930), autore, nel 1896, della prima traduzione italiana di Belkiss.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Rei.Belkiss.16.pdf
Accesso aperto
Descrizione: Edizione critica
Tipo di file:
POSTPRINT (VERSIONE FINALE DELL’AUTORE)
Dimensione
827.79 kB
Formato
Adobe PDF
|
827.79 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.