L’obiettivo dello studio è stato quello di un’analisi sistemica e dettagliata delle certificazioni del comparto alimentare per permettere poi, in una fase successiva, di poter esaminare le manifestazioni d’interesse del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2014-2020 della Regione Piemonte. Prima di tutto è stata analizzata la definizione di qualità, concetto dal quale si origina l’essenza stessa dello strumento certificativo, non solo in riferimento alla certificazione ISO 9001, perché la qualità è il fondamento di tutte le certificazioni. Occorre però distinguere la valenza di qualità legale o cogente da quella volontaria. La prima viene disciplinata dal Regolamento n. 178/2002 e dal Pacchetto Igiene e deve essere sempre garantita dagli Stati membri e applicata da tutti gli operatori della filiera agroalimentare; la seconda si riferisce a standard di cui si dota l’azienda in modo volontario ma che rispondono a precisi e specifici disciplinari tecnici. Il Regolamento n. 178/2002 è il caposaldo della Sicurezza alimentare, stabilisce i principi e i requisiti della legislazione alimentare, dispone l’obbligo di rintracciabilità della filiera, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e ne fissa le procedure. Successivamente sono state prese in esame ben 20 standards volontari. Prima quelle di gestione orizzontali (ISO 9001: qualità, ISO 14001 ed EMAS: ambiente, SA 8000 e ISO 26000: responsabilità sociale ed etica, OHSAS 18000 e futura ISO 45000: salute e sicurezza dei lavoratori), poi quelle settoriali (ISO 22000: sicurezza alimentare, FSSC 22000: food safety system certification, BRC e IFS: industrie di trasformazione per la GDO internazionale, GLOBALGap: per i prodotti ortofrutticoli) ed infine quelle di prodotto (le certificazioni regolamentate dall’UE – DOP, IGP, STG, settore vitivinicolo, bevande spiritose, agricoltura biologica –, ISO 22005: tracciabilità alimentare, le certificazioni religiose: Halal e Kosher, certificazione Spiga Barrata per i prodotti senza glutine, Fairtrade: certificazione equosolidale, certificazione NO-OGM), costruendo per ognuna tutto il percorso normativo e fornendo dati quantitativi.
I Sistemi di Qualità Alimentare
PEIRA, Giovanni;
2016-01-01
Abstract
L’obiettivo dello studio è stato quello di un’analisi sistemica e dettagliata delle certificazioni del comparto alimentare per permettere poi, in una fase successiva, di poter esaminare le manifestazioni d’interesse del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2014-2020 della Regione Piemonte. Prima di tutto è stata analizzata la definizione di qualità, concetto dal quale si origina l’essenza stessa dello strumento certificativo, non solo in riferimento alla certificazione ISO 9001, perché la qualità è il fondamento di tutte le certificazioni. Occorre però distinguere la valenza di qualità legale o cogente da quella volontaria. La prima viene disciplinata dal Regolamento n. 178/2002 e dal Pacchetto Igiene e deve essere sempre garantita dagli Stati membri e applicata da tutti gli operatori della filiera agroalimentare; la seconda si riferisce a standard di cui si dota l’azienda in modo volontario ma che rispondono a precisi e specifici disciplinari tecnici. Il Regolamento n. 178/2002 è il caposaldo della Sicurezza alimentare, stabilisce i principi e i requisiti della legislazione alimentare, dispone l’obbligo di rintracciabilità della filiera, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e ne fissa le procedure. Successivamente sono state prese in esame ben 20 standards volontari. Prima quelle di gestione orizzontali (ISO 9001: qualità, ISO 14001 ed EMAS: ambiente, SA 8000 e ISO 26000: responsabilità sociale ed etica, OHSAS 18000 e futura ISO 45000: salute e sicurezza dei lavoratori), poi quelle settoriali (ISO 22000: sicurezza alimentare, FSSC 22000: food safety system certification, BRC e IFS: industrie di trasformazione per la GDO internazionale, GLOBALGap: per i prodotti ortofrutticoli) ed infine quelle di prodotto (le certificazioni regolamentate dall’UE – DOP, IGP, STG, settore vitivinicolo, bevande spiritose, agricoltura biologica –, ISO 22005: tracciabilità alimentare, le certificazioni religiose: Halal e Kosher, certificazione Spiga Barrata per i prodotti senza glutine, Fairtrade: certificazione equosolidale, certificazione NO-OGM), costruendo per ognuna tutto il percorso normativo e fornendo dati quantitativi.File | Dimensione | Formato | |
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