L'indagine riguarda gli aspetti pubblicistici dei contratti d'appalto (locationes) che venivano conclusi, con finanziamento pubblico, a Roma e in Italia in età repubblica e augustea per la costruzione e la conservazione delle opere pubbliche. Nella prima parte si precisano gli oggetti contrattuali, attraverso il chiarimento dell'espressioni “sarta tecta”, che evoca la manutenzione ma anche la custodia degli edifici pubblici, e “ultrotributa”, che rimanda a contribuzioni spontaneamente offerte dai cittadini per il godimento dei templi o di altre opere pubbliche e incassate, per conto della civitas, dagli appaltatori della loro conservazione; in merito poi alla posizione del conduttore di un opus publicum faciendum, il discorso cade sulle obbligazioni di perfezionare l'opera e di fornire i materiali e la manodopera, escludendo doveri di progettazione per le grandi opere pubbliche. Nella seconda parte si esaminano le competenze dei vari magistrati repubblicani in ordine ai principali atti che scandivano l'evolversi dei rapporti contrattuali, a partire dalla fase dell'aggiudicazione fino al momento della probatio (per gli opera publica facienda) e della exactio (per i sarta tecta), e si constata un carattere personalistico per gli appalti di straordinaria amministrazione, a differenza di quelli di ordinaria amministrazione retti da un principio di impersonalità. Alla formazione e alla natura dei capitolati d'appalto (leges contractus) è dedicato un successivo approfondimento che muove dalle specifiche clausole tramandate dalle fonti; ad esso segue la considerazione dello svolgimento delle aste pubbliche (licitationes), con precisazioni circa il criterio seguito per l'aggiudicazione e gli strumenti di natura costituzionale che potevano limitare la potestas dei censori-locatori. Nella parte finale del lavoro, si esamina l'atto magistratuale di accettazione delle garanzie personali e reali (praedes e praedia) e le relative conseguenze, volgendo quindi l'attenzione alla fase dell'esecuzione contrattuale, con riflessioni sulla direzione dei lavori, sul problema del danno causato ai terzi in corso d'opera, sul pagamento dell'appaltatore, e sugli effetti del suo inadempimento contrattuale.

"Sarta tecta, ultrotributa, opus publicum faciendum locare". Sugli appalti relativi alle opere pubbliche nell'età repubblicana e augustea

TRISCIUOGLIO, Andrea
1998-01-01

Abstract

L'indagine riguarda gli aspetti pubblicistici dei contratti d'appalto (locationes) che venivano conclusi, con finanziamento pubblico, a Roma e in Italia in età repubblica e augustea per la costruzione e la conservazione delle opere pubbliche. Nella prima parte si precisano gli oggetti contrattuali, attraverso il chiarimento dell'espressioni “sarta tecta”, che evoca la manutenzione ma anche la custodia degli edifici pubblici, e “ultrotributa”, che rimanda a contribuzioni spontaneamente offerte dai cittadini per il godimento dei templi o di altre opere pubbliche e incassate, per conto della civitas, dagli appaltatori della loro conservazione; in merito poi alla posizione del conduttore di un opus publicum faciendum, il discorso cade sulle obbligazioni di perfezionare l'opera e di fornire i materiali e la manodopera, escludendo doveri di progettazione per le grandi opere pubbliche. Nella seconda parte si esaminano le competenze dei vari magistrati repubblicani in ordine ai principali atti che scandivano l'evolversi dei rapporti contrattuali, a partire dalla fase dell'aggiudicazione fino al momento della probatio (per gli opera publica facienda) e della exactio (per i sarta tecta), e si constata un carattere personalistico per gli appalti di straordinaria amministrazione, a differenza di quelli di ordinaria amministrazione retti da un principio di impersonalità. Alla formazione e alla natura dei capitolati d'appalto (leges contractus) è dedicato un successivo approfondimento che muove dalle specifiche clausole tramandate dalle fonti; ad esso segue la considerazione dello svolgimento delle aste pubbliche (licitationes), con precisazioni circa il criterio seguito per l'aggiudicazione e gli strumenti di natura costituzionale che potevano limitare la potestas dei censori-locatori. Nella parte finale del lavoro, si esamina l'atto magistratuale di accettazione delle garanzie personali e reali (praedes e praedia) e le relative conseguenze, volgendo quindi l'attenzione alla fase dell'esecuzione contrattuale, con riflessioni sulla direzione dei lavori, sul problema del danno causato ai terzi in corso d'opera, sul pagamento dell'appaltatore, e sugli effetti del suo inadempimento contrattuale.
1998
Jovene
1
299
8824312519
locazioni pubbliche – magistrature repubblicane – licitationes – ultrotributa – sarta tecta – cautio praedibus praediisque – probatio – exactio – redemptores - manubiae
A. TRISCIUOGLIO
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