Gli scarichi civili, industriali e i percolati di discarica contengono una grande varietà di inquinanti la cui composizione varia notevolmente. Il loro impatto sull’ambiente è complesso: spesso le sostanze tossiche moltiplicano il loro impatto mediante effetti sinergici. Ad oggi i batteri rappresentano la componente microbica maggiormente studiata nei sistemi di depurazione; il mycobiota, invece, rimane ancora in gran parte inesplorato, sebbene esso possa potenzialmente svolgere un ruolo importante della degradazione dei composti recalcitranti, grazie al pool di enzimi extracellulari ad ampio spettro di azione. Nel presente lavoro, che rappresenta la prima parte di un più ampio studio finanziato dal MIUR attraverso un progetto FIRB, sono state studiate 5 diverse tipologie di refluo (3 conciari, 1 civile e 1 percolato di discarica) provenienti dalle vasche di ossidazione a fanghi attivi di vari impianti di depurazione. I reflui sono stati caratterizzati dal punto di vista chimico ed ecotossicologico. Inoltre, la micoflora coltivabile associata ad ogni refluo è stata analizzata sia per valutare l’eventuale rischio biologico rappresentato dal micobiota identificato, sia per selezionare ceppi fungini potenzialmente utilizzabili nella biodegradazione. In tutti i campioni erano presenti elevate concentrazioni di inquinanti organici e inorganici. Tali parametri sono probabilmente alla base della forte tossicità rilevata attraverso i saggi ecotossicologici. Nonostante ciò, la micoflora autoctona era particolarmente abbondante, sia in termini quantitativi (carica fungina) sia in termini qualitativi (biodiversità). I funghi, quindi, rappresentano un’importante componente della biosfera dei fanghi attivi il cui ruolo non può più essere trascurato se si vogliono migliorare le performances di degradazione di contaminanti organici recalcitranti. Nel complesso sono stati identificati 201 taxa fungini riconducibili a 62 generi, tra cui un limitato numero di specie ubiquitarie e molte specie selettivamente associate ad uno specifico refluo. Inoltre, 62 taxa sono stati segnalati per la prima volta in questa specifica tipologia di ambiente. L’analisi micologica dei campioni indagati ha evidenziato la presenza di numerosi funghi potenzialmente patogeni. In tutti i campioni, e soprattutto nel percolato di discarica, sono state isolate specie appartenenti alla classe di rischio H2. Un altro fattore di rischio è rappresentato dalle numerose specie micotossicogeniche, appartenenti ai generi Aspergillus, Penicillium, e Fusarium. Infine, 15 isolati fungini provenienti dal refluo conciario e 12 isolati provenienti dal percolato sono stati selezionati per prove di biodegradazione e detossificazione nei confronti dei rispettivi reflui, al fine di individuare i ceppi da utilizzare per la realizzazione di bioreattori fungini in situ.

CARATTERIZZAZIONE MICOLOGICA DI DIFFERENTI IMPIANTI DI DEPURAZIONE: VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO E SELEZIONE DI POTENZIALI AGENTI DI BIORISANAMENTO

TIGINI, Valeria;PRIGIONE, Valeria Paola;SPINA, FEDERICA;Ranieri, Lucrezia;VARESE, Giovanna Cristina
2016-01-01

Abstract

Gli scarichi civili, industriali e i percolati di discarica contengono una grande varietà di inquinanti la cui composizione varia notevolmente. Il loro impatto sull’ambiente è complesso: spesso le sostanze tossiche moltiplicano il loro impatto mediante effetti sinergici. Ad oggi i batteri rappresentano la componente microbica maggiormente studiata nei sistemi di depurazione; il mycobiota, invece, rimane ancora in gran parte inesplorato, sebbene esso possa potenzialmente svolgere un ruolo importante della degradazione dei composti recalcitranti, grazie al pool di enzimi extracellulari ad ampio spettro di azione. Nel presente lavoro, che rappresenta la prima parte di un più ampio studio finanziato dal MIUR attraverso un progetto FIRB, sono state studiate 5 diverse tipologie di refluo (3 conciari, 1 civile e 1 percolato di discarica) provenienti dalle vasche di ossidazione a fanghi attivi di vari impianti di depurazione. I reflui sono stati caratterizzati dal punto di vista chimico ed ecotossicologico. Inoltre, la micoflora coltivabile associata ad ogni refluo è stata analizzata sia per valutare l’eventuale rischio biologico rappresentato dal micobiota identificato, sia per selezionare ceppi fungini potenzialmente utilizzabili nella biodegradazione. In tutti i campioni erano presenti elevate concentrazioni di inquinanti organici e inorganici. Tali parametri sono probabilmente alla base della forte tossicità rilevata attraverso i saggi ecotossicologici. Nonostante ciò, la micoflora autoctona era particolarmente abbondante, sia in termini quantitativi (carica fungina) sia in termini qualitativi (biodiversità). I funghi, quindi, rappresentano un’importante componente della biosfera dei fanghi attivi il cui ruolo non può più essere trascurato se si vogliono migliorare le performances di degradazione di contaminanti organici recalcitranti. Nel complesso sono stati identificati 201 taxa fungini riconducibili a 62 generi, tra cui un limitato numero di specie ubiquitarie e molte specie selettivamente associate ad uno specifico refluo. Inoltre, 62 taxa sono stati segnalati per la prima volta in questa specifica tipologia di ambiente. L’analisi micologica dei campioni indagati ha evidenziato la presenza di numerosi funghi potenzialmente patogeni. In tutti i campioni, e soprattutto nel percolato di discarica, sono state isolate specie appartenenti alla classe di rischio H2. Un altro fattore di rischio è rappresentato dalle numerose specie micotossicogeniche, appartenenti ai generi Aspergillus, Penicillium, e Fusarium. Infine, 15 isolati fungini provenienti dal refluo conciario e 12 isolati provenienti dal percolato sono stati selezionati per prove di biodegradazione e detossificazione nei confronti dei rispettivi reflui, al fine di individuare i ceppi da utilizzare per la realizzazione di bioreattori fungini in situ.
2016
11° Convegno Nazionale sulla Biodiversità
Matera
9-10 giugno 2016
BIODIVERSITÀ E INTENSIFICAZIONE ECOSOSTENIBILE
1
1
Tigini, Valeria; Prigione, Valeria Paola; Bevione, Federico; Spina, Federica; Ranieri, Lucrezia; Varese, Giovanna Cristina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1641086
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