Quando si guardano le definizioni canoniche, si legge che l’ecocritica è lo studio delle interrelazioni tra ambiente e letteratura. Questo però, lo capiamo subito, è piuttosto generico. L’ecocritica nasce infatti come studio dei testi letterari naturalistici e proto-ambientali (Henry David Thoreau è il suo classico per eccellenza), ma progressivamente si divincola da questi territori. Nei suoi sviluppi, essa si è concentrata sulle letterature che mettono in luce i conflitti per le risorse e la giustizia sociale, il modo in cui l’ambiente si lega alle questioni di genere, gli intrecci di corpi, violenza e potere nei paesi post-coloniali, le catastrofi ambientali, il nostro rapporto con gli animali non umani, i cyborg, gli alieni, e tutte le espressioni della vita “altra” dall’umano. Dire che l’ecocritica legge la natura è dunque corretto, ma meglio ancora sarebbe dire che legge le nature di un mondo plurale, e tutti i loro intrecci materiali e discorsivi. Di recente, teorizzando nel solco dei new materialisms, abbiamo sviluppato una linea interpretativa chiamata “ecocritica della materia” (material ecocriticism), che cerca di allargare la categoria di testo a tutte le forme materiali e corporee. Ciò segna un marcato avvicinamento ai temi del pensiero postumanista, che per definizione considera le forme di vita come trame associative di realtà materiali-semiotiche in continua co-emergenza e co-evoluzione. In questo saggio chiarisco le intersezioni tra ecocritica e pensiero posthuman, soffermandomi sulle potenzialità di questo approccio e facendo una panoramica in chiave comparatistica di possibili case-studies.
Ontologie narrative oltre l’umano: Il posthuman e le sue storie.
IOVINO, Serenella
2017-01-01
Abstract
Quando si guardano le definizioni canoniche, si legge che l’ecocritica è lo studio delle interrelazioni tra ambiente e letteratura. Questo però, lo capiamo subito, è piuttosto generico. L’ecocritica nasce infatti come studio dei testi letterari naturalistici e proto-ambientali (Henry David Thoreau è il suo classico per eccellenza), ma progressivamente si divincola da questi territori. Nei suoi sviluppi, essa si è concentrata sulle letterature che mettono in luce i conflitti per le risorse e la giustizia sociale, il modo in cui l’ambiente si lega alle questioni di genere, gli intrecci di corpi, violenza e potere nei paesi post-coloniali, le catastrofi ambientali, il nostro rapporto con gli animali non umani, i cyborg, gli alieni, e tutte le espressioni della vita “altra” dall’umano. Dire che l’ecocritica legge la natura è dunque corretto, ma meglio ancora sarebbe dire che legge le nature di un mondo plurale, e tutti i loro intrecci materiali e discorsivi. Di recente, teorizzando nel solco dei new materialisms, abbiamo sviluppato una linea interpretativa chiamata “ecocritica della materia” (material ecocriticism), che cerca di allargare la categoria di testo a tutte le forme materiali e corporee. Ciò segna un marcato avvicinamento ai temi del pensiero postumanista, che per definizione considera le forme di vita come trame associative di realtà materiali-semiotiche in continua co-emergenza e co-evoluzione. In questo saggio chiarisco le intersezioni tra ecocritica e pensiero posthuman, soffermandomi sulle potenzialità di questo approccio e facendo una panoramica in chiave comparatistica di possibili case-studies.File | Dimensione | Formato | |
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