I migranti che approdano sulle coste europee, sopravvissuti alle traversate del Mediterraneo, sono persone nude, titolari solo dei diritti che le costituzioni, i trattati e le consuetudini internazionali riconoscono a qualsiasi essere umano, nonché, spesso, potenziali fruitori del diritto di asilo. La vulnerabilità connota il loro status: una condizione di fragilità che i diritti dovrebbero contrastare ed a cui il diritto dovrebbe ovviare, prevedendo solide garanzie. Invece, molto spesso, i luoghi di sbarco sono anche luoghi di non-diritto dove si palesa l’ipocrisia di un’universalità solo proclamata e l’inconsistenza delle tutele giuridiche, che uno (s)-bilanciamento fra diritti ed esigenze di controllo dei flussi migratori dissolve progressivamente e affida alla vaghezza, incorporeità e irresponsabilità della soft law. L’intervento si propone, dopo aver sinteticamente delineato, in specie in relazione alla new entry dell’“hotspot approach”, la nebulosità delle norme che regolano il momento dell’approdo del migrante, di analizzare la giurisprudenza, nazionale e sovranazionale, riflettendo sul ruolo giocato dalle corti nella tutela dei diritti. A fronte di processi di governance, non di rado opachi, e strumenti flessibili di soft law, che sostituiscono la discussione politica pubblica e l’adozione di norme legislative, spesso è demandato alle corti il compito di tracciare il confine invalicabile a presidio dei diritti. Quanto ciò costituisce espressione della ratio che presiede all’esistenza stessa dei tribunali, nazionali e sovranazionali, e quanto invece è indice di una débâcle dei diritti e della creazione di un sistema di diritto esterno rispetto al circuito politico-rappresentativo? Sommario. 1. L’hotspot approach, il rimpatrio efficace e la difficile giustiziabilità della soft law; 2. Il principio di non-refoulement: le corti e la garanzia dell’effettività; 3. La libertà personale e il trattenimento del migrante: le corti presidiano consolidate garanzie; 4. I diritti dei migranti: una prova per la solidità della democrazia
I diritti all'approdo fra soft law e interventi delle corti
A. Algostino
2017-01-01
Abstract
I migranti che approdano sulle coste europee, sopravvissuti alle traversate del Mediterraneo, sono persone nude, titolari solo dei diritti che le costituzioni, i trattati e le consuetudini internazionali riconoscono a qualsiasi essere umano, nonché, spesso, potenziali fruitori del diritto di asilo. La vulnerabilità connota il loro status: una condizione di fragilità che i diritti dovrebbero contrastare ed a cui il diritto dovrebbe ovviare, prevedendo solide garanzie. Invece, molto spesso, i luoghi di sbarco sono anche luoghi di non-diritto dove si palesa l’ipocrisia di un’universalità solo proclamata e l’inconsistenza delle tutele giuridiche, che uno (s)-bilanciamento fra diritti ed esigenze di controllo dei flussi migratori dissolve progressivamente e affida alla vaghezza, incorporeità e irresponsabilità della soft law. L’intervento si propone, dopo aver sinteticamente delineato, in specie in relazione alla new entry dell’“hotspot approach”, la nebulosità delle norme che regolano il momento dell’approdo del migrante, di analizzare la giurisprudenza, nazionale e sovranazionale, riflettendo sul ruolo giocato dalle corti nella tutela dei diritti. A fronte di processi di governance, non di rado opachi, e strumenti flessibili di soft law, che sostituiscono la discussione politica pubblica e l’adozione di norme legislative, spesso è demandato alle corti il compito di tracciare il confine invalicabile a presidio dei diritti. Quanto ciò costituisce espressione della ratio che presiede all’esistenza stessa dei tribunali, nazionali e sovranazionali, e quanto invece è indice di una débâcle dei diritti e della creazione di un sistema di diritto esterno rispetto al circuito politico-rappresentativo? Sommario. 1. L’hotspot approach, il rimpatrio efficace e la difficile giustiziabilità della soft law; 2. Il principio di non-refoulement: le corti e la garanzia dell’effettività; 3. La libertà personale e il trattenimento del migrante: le corti presidiano consolidate garanzie; 4. I diritti dei migranti: una prova per la solidità della democrazia| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Diritti all'approdo - in Giustizia e costituzione - 2017 - Versione postprint.pdf
Accesso riservato
Tipo di file:
POSTPRINT (VERSIONE FINALE DELL’AUTORE)
Dimensione
321.11 kB
Formato
Adobe PDF
|
321.11 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



