Il giovane Schiller prende come oggetto la felicità dell'uomo sia a partire dalla sua formazione medica sia da una approfondita conoscenza delle principali dottrine filosofiche; da questo intreccio di formazioni alquanto diverse nasce in lui il tentativo di declinare la felicità del singolo uomo come armonia del corpo e dell'anima. In questa fase, Schiller formula un progetto teorico (non completamente realizzato) di combinare elementi ancora metafisici (la perfezione del creato) con la valorizzazione dei piaceri del corpo, da intendere, però non solo in se stessi ma soprattutto come mezzi per il raggiungimento dei fini spirituali e quindi della felicità terrena. La lettura degli scritti di Kant sulla filosofia della storia, per un verso, indirizza Schiller verso l'elaborazione di un piano della realizzazione della felicità nel genere umano e non più nell'individuo, per altro verso, gli offre strumenti metodologici molto più raffinati di quelli che Schiller aveva impiegato anni precedenti, quando esaminava lo sviluppo del singolo individuo dai bisogni egoistici al conseguimento di una felicità stabile accompagnata da senso morale. Nella continua ricerca - propriamente schilleriana della "perfettibilità" dell'uomo, dopo l'incontro con gli scritti kantiani, la felicità del singolo lascia il posto a quella del genere umano.
La felicità nelle opere del primo Schiller
Maria Antonietta Pranteda
2018-01-01
Abstract
Il giovane Schiller prende come oggetto la felicità dell'uomo sia a partire dalla sua formazione medica sia da una approfondita conoscenza delle principali dottrine filosofiche; da questo intreccio di formazioni alquanto diverse nasce in lui il tentativo di declinare la felicità del singolo uomo come armonia del corpo e dell'anima. In questa fase, Schiller formula un progetto teorico (non completamente realizzato) di combinare elementi ancora metafisici (la perfezione del creato) con la valorizzazione dei piaceri del corpo, da intendere, però non solo in se stessi ma soprattutto come mezzi per il raggiungimento dei fini spirituali e quindi della felicità terrena. La lettura degli scritti di Kant sulla filosofia della storia, per un verso, indirizza Schiller verso l'elaborazione di un piano della realizzazione della felicità nel genere umano e non più nell'individuo, per altro verso, gli offre strumenti metodologici molto più raffinati di quelli che Schiller aveva impiegato anni precedenti, quando esaminava lo sviluppo del singolo individuo dai bisogni egoistici al conseguimento di una felicità stabile accompagnata da senso morale. Nella continua ricerca - propriamente schilleriana della "perfettibilità" dell'uomo, dopo l'incontro con gli scritti kantiani, la felicità del singolo lascia il posto a quella del genere umano.File | Dimensione | Formato | |
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