Utenti, media, professionisti e studiosi della comunicazione parlano sempre più insistentemente di “viralità”, con riferimento alle pratiche online e, in particolare, ai social network. Icasticamente metaforica, tale folk category è, però, priva di valore euristico, poiché si limita a descrivere ciò che accade ai testi che le vengono ascritti, senza dirci nulla sulla loro natura e sul loro funzionamento: “infettano” i discorsi sociali, si diffondono rapidamente e trasversalmente, “a macchia d’olio”, in maniera in controllabile. Ma come sono fatti? Quali caratteristiche presentano? Come vengono generati? Come si diffondono? Come vengono utilizzati? E che effetti hanno su chi li usa? Individuano forse una classe omogenea? Il volume, punto di arrivo di un percorso delineatosi a partire da una manciata di anni a questa parte e, si spera, punto di partenza per un avanzamento degli Internet studies in seno agli studi semiotici, e viceversa, si pone come obiettivo di dare risposta a queste e altre domande su quello che pare profilarsi come il principale meta–macroregime discorsivo della comunicazione contemporanea. La nozione di viralità viene messa a fuoco e a nudo, onde poterla mettere in discussione e superare, tratteggiando le possibili linee guida di una “epidemiologia del senso”: uno studio rigoroso dei sistemi di significazione che sovrintendono alla creazione, trasformazione e propagazione dei contenuti “di cui parliamo tutti” sulla Rete
Viralità. Per una epidemiologia del senso
Gabriele Marino;Mattia Thibault
2017-01-01
Abstract
Utenti, media, professionisti e studiosi della comunicazione parlano sempre più insistentemente di “viralità”, con riferimento alle pratiche online e, in particolare, ai social network. Icasticamente metaforica, tale folk category è, però, priva di valore euristico, poiché si limita a descrivere ciò che accade ai testi che le vengono ascritti, senza dirci nulla sulla loro natura e sul loro funzionamento: “infettano” i discorsi sociali, si diffondono rapidamente e trasversalmente, “a macchia d’olio”, in maniera in controllabile. Ma come sono fatti? Quali caratteristiche presentano? Come vengono generati? Come si diffondono? Come vengono utilizzati? E che effetti hanno su chi li usa? Individuano forse una classe omogenea? Il volume, punto di arrivo di un percorso delineatosi a partire da una manciata di anni a questa parte e, si spera, punto di partenza per un avanzamento degli Internet studies in seno agli studi semiotici, e viceversa, si pone come obiettivo di dare risposta a queste e altre domande su quello che pare profilarsi come il principale meta–macroregime discorsivo della comunicazione contemporanea. La nozione di viralità viene messa a fuoco e a nudo, onde poterla mettere in discussione e superare, tratteggiando le possibili linee guida di una “epidemiologia del senso”: uno studio rigoroso dei sistemi di significazione che sovrintendono alla creazione, trasformazione e propagazione dei contenuti “di cui parliamo tutti” sulla ReteFile | Dimensione | Formato | |
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Marino & Thibault (2017) Semiotics of Virality for an Epidemiology of Meaning Semiotica della Viralità per un'Epidemiologia del senso_compressed.pdf
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