Rilevando e discutendo l'intertesto biblico (mai evidenziato dalla critica) di due brani dei «Promessi Sposi», intendo portare alla luce alcuni dei fulcri più rilevanti della poetica manzoniana. Il primo passo analizzato è la descrizione del «seggiolone» di Azzecca-garbugli (memore di «Amos»), da cui promana la blasfemia del causidico. Il secondo è un vibrante frammento dell'«Addio, monti», in cui - sulla scia del «Cantico dei cantici» - emerge l'intensità dell'amore che lega Lucia a Renzo.

Le parole e la parola. Note per un commento ai «Promessi Sposi»

Matteo Sarni
2017-01-01

Abstract

Rilevando e discutendo l'intertesto biblico (mai evidenziato dalla critica) di due brani dei «Promessi Sposi», intendo portare alla luce alcuni dei fulcri più rilevanti della poetica manzoniana. Il primo passo analizzato è la descrizione del «seggiolone» di Azzecca-garbugli (memore di «Amos»), da cui promana la blasfemia del causidico. Il secondo è un vibrante frammento dell'«Addio, monti», in cui - sulla scia del «Cantico dei cantici» - emerge l'intensità dell'amore che lega Lucia a Renzo.
2017
L’Italianistica oggi: ricerca e didattica, Atti del XIX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Roma, 9 - 12 settembre 2015)
Roma
9-12 settembre 2015
L’Italianistica oggi: ricerca e didattica, Atti del XIX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Roma, 9 - 12 settembre 2015)
Adi editore
1
8
978 8846751379
Bibbia; Amos; Cantico dei cantici; Alessandro Manzoni; Promessi Sposi; Azzecca-garbugli; giustizia; blasfemia; Lucia Mondella; amore; pudore; Agostino d'Ippona
Matteo Sarni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1682788
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