The Decree-Law No. 113 of 2018 is inserted without interruption with the previous provisions (lastly the “Minniti decrees”), combining security and immigration, continuing the path of criminalization of migrants and of dissent. On the one hand, there is the decision of closing the borders, of restricting the space of asylum and of making it increasingly hostile and “empty” of rights; on the other hand, there is the will to repress dissent and make social poverty invisible. It is a measure lacking the requirements of necessity and urgency, studded of issues of unconstitutionality and heterogeneous, but crossed by a fil rouge (or, better, noir): a repressive intent, a limitation, if not denial, of rights, from the right to asylum to the freedom of expression, in the perspective of an authoritarian iure sanguinis nationalism. Il decreto legge n. 113 del 2018 si inserisce in continuità con i provvedimenti precedenti (in ultimo il “pacchetto Minniti”), coniugando sicurezza e immigrazione, proseguendo nel cammino della criminalizzazione del migrante e del dissenso. Da un lato, vi è la decisione di respingere le persone, restringendo lo spazio del diritto di asilo e rendendolo sempre più ostile e vuoto di diritti; dall’altro, la volontà di reprimere il dissenso e rendere invisibile il disagio sociale. È un provvedimento privo dei requisiti di necessità e urgenza, costellato di profili di incostituzionalità, eterogeneo, ma percorso da un fil rouge (o, meglio, noir): un intento repressivo, di limitazione, se non negazione, dei diritti, dal diritto di asilo alla libertà di manifestazione del pensiero, nella prospettiva di un nazionalismo iure sanguinis autoritario. SOMMARIO. 1. La forma dell’atto, tra mancanza dei requisiti di necessità ed urgenza e oscurità del testo; 2. Il topos dello straniero quale problema di sicurezza pubblica; 3. L’eliminazione della protezione umanitaria: verso una fortezza inumana (con violazione del diritto di asilo e degli obblighi internazionali); 4. L’estensione della detenzione amministrativa: la libertà personale violata; 5. Diritti limitati per i rifugiati: la restrizione del sistema di accoglienza e l’allontanamento dal territorio; 6. L’ossimoro della cittadinanza diseguale; 7. La repressione del dissenso e l’espulsione del disagio sociale; 8. Osservazioni conclusive. Contro il diverso e contro il dissenso, confini e confino: il fil rouge (il fil noir) della storia che non deve tornare

Il decreto “sicurezza e immigrazione” (decreto legge n. 113 del 2018): estinzione del diritto di asilo, repressione del dissenso e diseguaglianza

A. Algostino
2018-01-01

Abstract

The Decree-Law No. 113 of 2018 is inserted without interruption with the previous provisions (lastly the “Minniti decrees”), combining security and immigration, continuing the path of criminalization of migrants and of dissent. On the one hand, there is the decision of closing the borders, of restricting the space of asylum and of making it increasingly hostile and “empty” of rights; on the other hand, there is the will to repress dissent and make social poverty invisible. It is a measure lacking the requirements of necessity and urgency, studded of issues of unconstitutionality and heterogeneous, but crossed by a fil rouge (or, better, noir): a repressive intent, a limitation, if not denial, of rights, from the right to asylum to the freedom of expression, in the perspective of an authoritarian iure sanguinis nationalism. Il decreto legge n. 113 del 2018 si inserisce in continuità con i provvedimenti precedenti (in ultimo il “pacchetto Minniti”), coniugando sicurezza e immigrazione, proseguendo nel cammino della criminalizzazione del migrante e del dissenso. Da un lato, vi è la decisione di respingere le persone, restringendo lo spazio del diritto di asilo e rendendolo sempre più ostile e vuoto di diritti; dall’altro, la volontà di reprimere il dissenso e rendere invisibile il disagio sociale. È un provvedimento privo dei requisiti di necessità e urgenza, costellato di profili di incostituzionalità, eterogeneo, ma percorso da un fil rouge (o, meglio, noir): un intento repressivo, di limitazione, se non negazione, dei diritti, dal diritto di asilo alla libertà di manifestazione del pensiero, nella prospettiva di un nazionalismo iure sanguinis autoritario. SOMMARIO. 1. La forma dell’atto, tra mancanza dei requisiti di necessità ed urgenza e oscurità del testo; 2. Il topos dello straniero quale problema di sicurezza pubblica; 3. L’eliminazione della protezione umanitaria: verso una fortezza inumana (con violazione del diritto di asilo e degli obblighi internazionali); 4. L’estensione della detenzione amministrativa: la libertà personale violata; 5. Diritti limitati per i rifugiati: la restrizione del sistema di accoglienza e l’allontanamento dal territorio; 6. L’ossimoro della cittadinanza diseguale; 7. La repressione del dissenso e l’espulsione del disagio sociale; 8. Osservazioni conclusive. Contro il diverso e contro il dissenso, confini e confino: il fil rouge (il fil noir) della storia che non deve tornare
2018
2
167
199
http://www.costituzionalismo.it/articoli/685/
Immigrazione, sicurezza, protezione umanitaria, asilo, cittadinanza, dissenso
A. Algostino
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1682863
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