Il dibattito sulla strategia di consolidamento delle finanze pubbliche nell’Unione europea trova un nuovo apporto nella sentenza n. 187/2013 del 5 aprile 2013, con cui la Corte costituzionale del Portogallo ha dichiarato parzialmente incostituzionale la legge n. 66-B/2012 sul bilancio dello Stato per il 2013 già approvata dal Parlamento. Il giudizio della Corte si inscrive nella congiuntura di “emergenza finanziaria” cui le misure impugnate intendono far fronte nell’ambito di una strategia pluriennale. Considerando legittimo l’obiettivo del riequilibrio delle finanze pubbliche in un contesto di “particolare eccezionalità”, perché volto alla preservazione delle capacità di finanziamento dello Stato e, per ciò stesso, allo svolgimento delle sue funzioni essenziali, la Corte raggiunge conclusioni bilanciate. Non sono mancate reazioni puntuali da parte di altre istituzioni dell’Unione europea alla recente sentenza portoghese. È possibile ricondurre le posizioni delle istituzioni nazionali e dell’Unione sugli interventi di consolidamento del bilancio portoghese a parametri giuridici che non lascino gli uni sordi o muti nei confronti delle esigenze degli altri?
LA CORTE COSTITUZIONALE PORTOGHESE TRA EMERGENZA FINANZIARIA, PRESTITI INTERNAZIONALI E PRINCIPI COSTITUZIONALI: UN COMPROMESSO ‘CALCOLATO’?
Lorenza Mola
2013-01-01
Abstract
Il dibattito sulla strategia di consolidamento delle finanze pubbliche nell’Unione europea trova un nuovo apporto nella sentenza n. 187/2013 del 5 aprile 2013, con cui la Corte costituzionale del Portogallo ha dichiarato parzialmente incostituzionale la legge n. 66-B/2012 sul bilancio dello Stato per il 2013 già approvata dal Parlamento. Il giudizio della Corte si inscrive nella congiuntura di “emergenza finanziaria” cui le misure impugnate intendono far fronte nell’ambito di una strategia pluriennale. Considerando legittimo l’obiettivo del riequilibrio delle finanze pubbliche in un contesto di “particolare eccezionalità”, perché volto alla preservazione delle capacità di finanziamento dello Stato e, per ciò stesso, allo svolgimento delle sue funzioni essenziali, la Corte raggiunge conclusioni bilanciate. Non sono mancate reazioni puntuali da parte di altre istituzioni dell’Unione europea alla recente sentenza portoghese. È possibile ricondurre le posizioni delle istituzioni nazionali e dell’Unione sugli interventi di consolidamento del bilancio portoghese a parametri giuridici che non lascino gli uni sordi o muti nei confronti delle esigenze degli altri?File | Dimensione | Formato | |
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