Una letteratura tra le più vaste nella sfera delle discipline naturalistiche, che coinvolge la maggior parte dei paesi su tutti i continenti, è quella relativa ai rinvenimenti sul suolo terrestre di “oggetti celesti”. Uno stretto legame fra questi oggetti e i culti di divinità o le religioni si è verificatoverosimilmente sin dall’epoca preistorica, ed è documentato da reperti di alcunemigliaia di anni fa, dall’epoca degli Egizi alla civiltà fenicia, ai Greci e ai Romani. Le prime ipotesi tardo-settecentesche sull’origine extra-terrestre di tali reperti conferirono loro un particolare interesse nell’ambito scientifico, così che essi diventarono vere attrattive anche per i Musei. Tali istituzioni diventarono poco per voltail luogo in cui venivano consegnati i reperti più stravaganti rinvenuti in natura, in tempi in cui non solo le meteoriti ma anche i fossili erano di difficile inquadramento nella classificazione dei prodotti naturali. In poco più di due secoli lo studio delle meteoriti è stato approfondito relativamente a origine e composizione, ed altrettanto lungo è stato il percorso in campo museologico. Dalle prime ipotesi formulate su questi oggetti da Ernst Florens Friedrich Chladni, che nel 1794 pubblicò a Riga “Über der Ursprung der von Pallas gefundenen …”, all’arrivo pochi anni dopo al Museo Mineralogico di Berlino di un frammento della meteorite di Krasnoyarsk, trovata nel 1749 e descritta dal naturalista tedesco Peter Simon Pallas, sino alla sintesi presentata nel volume “Pallas Iron – Russia’s first meteorite” di Holger Pedersen edito nel 2017, che costituisce un interessante esempio sia di documentazione storico-scientifica di un rinvenimento sia di valorizzazione dal punto di vista museologico di reperti conservati in istituzioni diverse in tutto il mondo. Nei musei, soprattutto le meteoriti - rispetto alle altre tipologie di reperti - sono state per tradizione oggetto di “scambio”, prassi indispensabile per l’arricchimento delle collezioni. In tal modo è possibile che parti dello stesso oggetto siano presenti in sedi anche molto distanti fra loro, che magari conservano collezioni mineralogico petrografiche piccole e poco studiate ma ben note per le indagini sulle meteoriti. Per ciò che concerne il Museo Mineralogico di Torino, gli scambi di frammenti di meteoriti con studiosi italiani ed europei furono frequenti a partire dalla metà dell’Ottocento quando l’allora direttore del Museo Mineralogico dell’Università, Angelo Sismonda, poté disporre di abbondante materiale nella meteorite Cereseto, caduta nel 1840: lo scambio diretto o indiretto - cioè mediante eventuali passaggi intermedi - di frammenti di questa ha permesso l’arricchimento delle collezioni universitarie torinesi con reperti rinvenuti non solo in Italia ma in diversi stati europei (tra cui Repubblica Ceca e Svezia) e negli Stati Uniti (provenienti ad esempio da Iowa,Kentucky, Texas, Virginia). Per la condivisione di queste conoscenze è fondamentale la produzione di cataloghi e soprattutto la diffusione degli stessi, sia pubblicati in forma cartacea sia fruibili on line: si tratta di repertori che mettono a disposizione informazioni su scambi avvenuti nei secoli scorsi e spesso non documentati da carteggi in archivi accessibili. I principali musei naturalistici del mondo hanno siti web sui quali è possibile consultare elenchi di centinaia di meteoriti e/o corposi cataloghi cartacei che attestano la presenza dei reperti. Si tratta inoltre, per lo più, di musei in cui le meteoriti sono tra gli oggetti che fanno bella mostra nelle vetrine di esposizioni sia temporanee sia permanenti, occasioni per illustrare al pubblico ipotesi sulla struttura, la composizione e l’origine del sistema solare. Il XVIII catalogo nella produzione editoriale del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino schedula le meteoriti conservate nelle sue collezioni e in quelle del Museo di Mineralogia e Petrografia dell’Università di Torino, rendendo così disponibili alla comunità scientifica e al pubblico dati scientifici, testimonianze storiche e immagini dei singoli reperti di una collezione di oltre un centinaio di campioni riconducibili a meteoriti di rilevanza nazionale e internazionale. Sono documentati, fra gli altri, rinvenimenti settecenteschi quali la meteorite di Krasnoyarsk o un frammento della “pioggetta di sassi” caduta a Siena il 16 giugno 1794 e descritta dall’abate camaldolese Ambrogio Soldani, e ancora scambi fra conservatori di musei nel corso dell’Ottocento fino ai recenti acquisti da eminenti collezionisti e commercianti. La ricerca di cataloghi di raccolte storiche, le indagini in archivi di carteggi fra studiosi e l’esame delle informazioni presenti sui cartellini dei campioni conservati nei musei sono di fondamentale aiuto nella scoperta delle interrelazioni che legano reperti con la stessa provenienza in istituzioni diverse, in stati e continenti diversi, e costituiscono ancora oggi uno degli aspetti più affascinanti della valorizzazione delle collezioni museologiche.

Le meteoriti del Museo di Mineralogia e Petrografia dell'Università e del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Ediz. italiana e inglese

Costa, Emanuele;Marengo, Alessandra;Bittarello, Erica;
2018-01-01

Abstract

Una letteratura tra le più vaste nella sfera delle discipline naturalistiche, che coinvolge la maggior parte dei paesi su tutti i continenti, è quella relativa ai rinvenimenti sul suolo terrestre di “oggetti celesti”. Uno stretto legame fra questi oggetti e i culti di divinità o le religioni si è verificatoverosimilmente sin dall’epoca preistorica, ed è documentato da reperti di alcunemigliaia di anni fa, dall’epoca degli Egizi alla civiltà fenicia, ai Greci e ai Romani. Le prime ipotesi tardo-settecentesche sull’origine extra-terrestre di tali reperti conferirono loro un particolare interesse nell’ambito scientifico, così che essi diventarono vere attrattive anche per i Musei. Tali istituzioni diventarono poco per voltail luogo in cui venivano consegnati i reperti più stravaganti rinvenuti in natura, in tempi in cui non solo le meteoriti ma anche i fossili erano di difficile inquadramento nella classificazione dei prodotti naturali. In poco più di due secoli lo studio delle meteoriti è stato approfondito relativamente a origine e composizione, ed altrettanto lungo è stato il percorso in campo museologico. Dalle prime ipotesi formulate su questi oggetti da Ernst Florens Friedrich Chladni, che nel 1794 pubblicò a Riga “Über der Ursprung der von Pallas gefundenen …”, all’arrivo pochi anni dopo al Museo Mineralogico di Berlino di un frammento della meteorite di Krasnoyarsk, trovata nel 1749 e descritta dal naturalista tedesco Peter Simon Pallas, sino alla sintesi presentata nel volume “Pallas Iron – Russia’s first meteorite” di Holger Pedersen edito nel 2017, che costituisce un interessante esempio sia di documentazione storico-scientifica di un rinvenimento sia di valorizzazione dal punto di vista museologico di reperti conservati in istituzioni diverse in tutto il mondo. Nei musei, soprattutto le meteoriti - rispetto alle altre tipologie di reperti - sono state per tradizione oggetto di “scambio”, prassi indispensabile per l’arricchimento delle collezioni. In tal modo è possibile che parti dello stesso oggetto siano presenti in sedi anche molto distanti fra loro, che magari conservano collezioni mineralogico petrografiche piccole e poco studiate ma ben note per le indagini sulle meteoriti. Per ciò che concerne il Museo Mineralogico di Torino, gli scambi di frammenti di meteoriti con studiosi italiani ed europei furono frequenti a partire dalla metà dell’Ottocento quando l’allora direttore del Museo Mineralogico dell’Università, Angelo Sismonda, poté disporre di abbondante materiale nella meteorite Cereseto, caduta nel 1840: lo scambio diretto o indiretto - cioè mediante eventuali passaggi intermedi - di frammenti di questa ha permesso l’arricchimento delle collezioni universitarie torinesi con reperti rinvenuti non solo in Italia ma in diversi stati europei (tra cui Repubblica Ceca e Svezia) e negli Stati Uniti (provenienti ad esempio da Iowa,Kentucky, Texas, Virginia). Per la condivisione di queste conoscenze è fondamentale la produzione di cataloghi e soprattutto la diffusione degli stessi, sia pubblicati in forma cartacea sia fruibili on line: si tratta di repertori che mettono a disposizione informazioni su scambi avvenuti nei secoli scorsi e spesso non documentati da carteggi in archivi accessibili. I principali musei naturalistici del mondo hanno siti web sui quali è possibile consultare elenchi di centinaia di meteoriti e/o corposi cataloghi cartacei che attestano la presenza dei reperti. Si tratta inoltre, per lo più, di musei in cui le meteoriti sono tra gli oggetti che fanno bella mostra nelle vetrine di esposizioni sia temporanee sia permanenti, occasioni per illustrare al pubblico ipotesi sulla struttura, la composizione e l’origine del sistema solare. Il XVIII catalogo nella produzione editoriale del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino schedula le meteoriti conservate nelle sue collezioni e in quelle del Museo di Mineralogia e Petrografia dell’Università di Torino, rendendo così disponibili alla comunità scientifica e al pubblico dati scientifici, testimonianze storiche e immagini dei singoli reperti di una collezione di oltre un centinaio di campioni riconducibili a meteoriti di rilevanza nazionale e internazionale. Sono documentati, fra gli altri, rinvenimenti settecenteschi quali la meteorite di Krasnoyarsk o un frammento della “pioggetta di sassi” caduta a Siena il 16 giugno 1794 e descritta dall’abate camaldolese Ambrogio Soldani, e ancora scambi fra conservatori di musei nel corso dell’Ottocento fino ai recenti acquisti da eminenti collezionisti e commercianti. La ricerca di cataloghi di raccolte storiche, le indagini in archivi di carteggi fra studiosi e l’esame delle informazioni presenti sui cartellini dei campioni conservati nei musei sono di fondamentale aiuto nella scoperta delle interrelazioni che legano reperti con la stessa provenienza in istituzioni diverse, in stati e continenti diversi, e costituiscono ancora oggi uno degli aspetti più affascinanti della valorizzazione delle collezioni museologiche.
2018
Regione Piemonte
CATALOGHI
XVIII
1
238
9788897189480
METEORITI, MUSEO REGIONALE SCIENZE NATURALI, UNIVERSITA' DI TORINO, COLLEZIONI STORICHE
Costa, Emanuele; Marengo, Alessandra; Bittarello, Erica; Gallo, Lorenzo M.
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