Crisi, tramonto, limiti. I timori dei filosofi dinanzi all’avanzamento delle scienze

In generale, i filosofi che in età contemporanea si sono rivelati tra i più avversi alla scienza sono anche coloro i quali si sono posti con maggiore enfasi il problema del rapporto tra filosofia e scienza. Questo atteggiamento è manifesto nei filosofi tedeschi di fine Ottocento e poi a cavallo tra i due secoli ed è una diretta conseguenza dell’avanzamento della scienza, in particolare di quella di area culturale tedesca, quale si praticava nei laboratori e negli istituti delle università, persino delle più piccole come Friburgo e Heidelberg. Un rischio per la filosofia poteva provenire soprattutto dal progresso che riguardava specialmente le cosiddette scienze della vita, laddove il meccanicismo avrebbe potuto essere applicato non solo alle funzioni organiche, ma finanche allo studio del cervello e del sistema nervoso, con il risultato di metter capo all’eliminazione dello spirito, del libero arbitrio ecc. Il saggio si propone di esaminare questo contrasto, analizzando i timori dei filosofi desiderosi di riportare la filosofia agli antichi splendori.