Nel 1355 il Comune di Perugia inviava in ambasceria all'imperatore Carlo IV un gruppo di scelti rappresentanti in difesa delle proprie prerogative; tra quelli figurava anche Bartolo da Sassoferrato, docente presso lo Studio locale e destinato a diventare il più celebre dei giuristi europei. La prima parte del saggio (L'ambasceria: i fatti e i protagonisti, di Attilio Bartoli Langeli, pp. 271-297) si sofferma sull'ambasceria stessa, le dinamiche della sua organizzazione. Nella seconda parte (Il post ambasceria, tra disposizioni contingenti e allestimento di simboli, di M.A. Panzanelli Fratoni, pp. 295-327) si sottolinea come col tempo la fama di Bartolo permeò di sé quell'evento, e i diplomi e i riconoscimenti che l'imperatore concesse in quel frangente in favore dell'Università furono presto percepiti come importanti tanto quelli concessi al Comune. L'esame approfondito dei documenti e della loro vicenda storica dimostra invece come al momento gli equilibri fossero assai diversi, fa chiarezza circa le modalità di conservazione di tali documenti e la storiografia che ne narrò la storia nelle epoche successive e fino ad anni recenti travisandola. Si comprende così come, essendo presto mutati gli equilibri politici dopo l'ambasceria, l'Università di Perugia divenisse un organismo più importante del Comune stesso (complice la fama di Bartolo) e così i documenti ad esso concessi fossero percepiti come altrettanto o addirittura più rilevanti, e la loro storia venisse confusa. Il contributo si chiude con l'edizione del verbale della cerimonia di messa in custodia dei documenti e di uno di essi, a cura condivisa degli autori.
L’ambasceria a Carlo IV di Lussemburgo
Maria Alessandra Panzanelli Fratoni
2014-01-01
Abstract
Nel 1355 il Comune di Perugia inviava in ambasceria all'imperatore Carlo IV un gruppo di scelti rappresentanti in difesa delle proprie prerogative; tra quelli figurava anche Bartolo da Sassoferrato, docente presso lo Studio locale e destinato a diventare il più celebre dei giuristi europei. La prima parte del saggio (L'ambasceria: i fatti e i protagonisti, di Attilio Bartoli Langeli, pp. 271-297) si sofferma sull'ambasceria stessa, le dinamiche della sua organizzazione. Nella seconda parte (Il post ambasceria, tra disposizioni contingenti e allestimento di simboli, di M.A. Panzanelli Fratoni, pp. 295-327) si sottolinea come col tempo la fama di Bartolo permeò di sé quell'evento, e i diplomi e i riconoscimenti che l'imperatore concesse in quel frangente in favore dell'Università furono presto percepiti come importanti tanto quelli concessi al Comune. L'esame approfondito dei documenti e della loro vicenda storica dimostra invece come al momento gli equilibri fossero assai diversi, fa chiarezza circa le modalità di conservazione di tali documenti e la storiografia che ne narrò la storia nelle epoche successive e fino ad anni recenti travisandola. Si comprende così come, essendo presto mutati gli equilibri politici dopo l'ambasceria, l'Università di Perugia divenisse un organismo più importante del Comune stesso (complice la fama di Bartolo) e così i documenti ad esso concessi fossero percepiti come altrettanto o addirittura più rilevanti, e la loro storia venisse confusa. Il contributo si chiude con l'edizione del verbale della cerimonia di messa in custodia dei documenti e di uno di essi, a cura condivisa degli autori.File | Dimensione | Formato | |
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