Passando in rassegna i tetti degli edifici monumentali di Selinunte, è possibile sostenere l’esistenza di un artigianato locale specializzato nella realizzazione di terrecotte architettoniche. Ne sono prova non solo il numero e la sequenza pressoché ininterrotta delle opere nel corso dell’età arcaica, ma anche le caratteristiche della maggior parte dei rivestimenti fittili, che appaiono come l’esito sia di conoscenze tecniche e scelte formali tramandate localmente sia di un’autonoma elaborazione dei contributi giunti dall’esterno. La fisionomia dell’“officina selinuntina” si definisce e si trasforma progressivamente durante il VI secolo a.C. I tetti più antichi rivelano una posizione ricettiva di Selinunte rispetto ai maggiori centri della Sicilia orientale e di Gela, ma esibiscono anche soluzioni nuove che troveranno la loro più compiuta espressione nei decenni prossimi alla metà del VI secolo. Accanto a queste realizzazioni, inserite entro i confini di una cultura regionale, si affermano nella seconda metà del VI secolo alcuni tetti che propongono rielaborazioni del sistema di copertura “corinzio” o che si presentano come originali creazioni di Selinunte. Tra questi ultimi vi sono i tetti “selinuntini” con le sime ad antemio che costituiscono, talora anche al di fuori della città, una valida alternativa al tradizionale tetto “siceliota”. Il complesso dei tetti arcaici offre una eloquente testimonianza della rete dei contatti culturali e dei rapporti economici intrattenuti da Selinunte con altre città della Sicilia e con diverse regioni del mondo greco, alle quali sono da ricondurre molteplici e stimolanti apporti. Resta tuttavia arduo stabilire se le forme e le decorazioni delle terrecotte architettoniche selinuntine siano il risultato esclusivo di una vasta circolazione di idee, conoscenze, immagini e modelli oppure si debbano anche alla mobilità degli artigiani locali o piuttosto alla presenza di artefici esterni nei grandi cantieri edilizi della città.
I tetti monumentali e le officine di Selinunte nel VI secolo a.C.: apporti esterni, creazioni locali, ricezione e trasmissione di modelli
Maria Clara Conti
2019-01-01
Abstract
Passando in rassegna i tetti degli edifici monumentali di Selinunte, è possibile sostenere l’esistenza di un artigianato locale specializzato nella realizzazione di terrecotte architettoniche. Ne sono prova non solo il numero e la sequenza pressoché ininterrotta delle opere nel corso dell’età arcaica, ma anche le caratteristiche della maggior parte dei rivestimenti fittili, che appaiono come l’esito sia di conoscenze tecniche e scelte formali tramandate localmente sia di un’autonoma elaborazione dei contributi giunti dall’esterno. La fisionomia dell’“officina selinuntina” si definisce e si trasforma progressivamente durante il VI secolo a.C. I tetti più antichi rivelano una posizione ricettiva di Selinunte rispetto ai maggiori centri della Sicilia orientale e di Gela, ma esibiscono anche soluzioni nuove che troveranno la loro più compiuta espressione nei decenni prossimi alla metà del VI secolo. Accanto a queste realizzazioni, inserite entro i confini di una cultura regionale, si affermano nella seconda metà del VI secolo alcuni tetti che propongono rielaborazioni del sistema di copertura “corinzio” o che si presentano come originali creazioni di Selinunte. Tra questi ultimi vi sono i tetti “selinuntini” con le sime ad antemio che costituiscono, talora anche al di fuori della città, una valida alternativa al tradizionale tetto “siceliota”. Il complesso dei tetti arcaici offre una eloquente testimonianza della rete dei contatti culturali e dei rapporti economici intrattenuti da Selinunte con altre città della Sicilia e con diverse regioni del mondo greco, alle quali sono da ricondurre molteplici e stimolanti apporti. Resta tuttavia arduo stabilire se le forme e le decorazioni delle terrecotte architettoniche selinuntine siano il risultato esclusivo di una vasta circolazione di idee, conoscenze, immagini e modelli oppure si debbano anche alla mobilità degli artigiani locali o piuttosto alla presenza di artefici esterni nei grandi cantieri edilizi della città.File | Dimensione | Formato | |
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