Nel multiforme e variegato panorama della Scapigliatura, su cui si erge la penna sagace ed estrosa di Giovanni Faldella, suscita particolare interesse la figura di Achille Giovanni Cagna, indicato da Contini come «un uomo totalmente al di sotto di ogni letteratura, fecondamente circolante per le bancarelle, che all’improvviso esce fuori con tre o quattro libri perfettamente leggibili senza bisogno di soverchia indulgenza, e dov’è tentata [...] qualche esperienza stilistica qualificata» (1953). Scrittore autodidatta e appassionato, Cagna affina la sua tecnica grazie ai consigli e all’amicizia di Faldella, che riconosce come maestro. La ricchezza onomastica dell’opera di Faldella, che nella definizione delle Figurine gioca sapientemente con l’elemento denotativo e connotativo del nome, diventa una lezione presto appresa dall’amico-discepolo, che non mancherà di segnalare il suo debito nei bozzetti, con riprese testuali e citazioni, dirette e indirette, della fonte. Il contributo porta alla luce le relazioni onomastiche nell’opera dei due autori, analizzando l’evoluzione del repertorio e le variazioni nel sistema di nominazione. I ripensamenti e le correzioni autografe accolte nelle successive edizioni dei racconti, le note critiche e le riflessioni documentate da un fitto scambio epistolare permetteranno di valutare il progressivo abbandono dei cliché della letteratura sentimentale per approdare all’osservazione disincantata del vero.
Caro Giovannino... Caro Cagnone: note di onomastica scapigliata, tra citazioni e riscritture
PAPA ELENA
2020-01-01
Abstract
Nel multiforme e variegato panorama della Scapigliatura, su cui si erge la penna sagace ed estrosa di Giovanni Faldella, suscita particolare interesse la figura di Achille Giovanni Cagna, indicato da Contini come «un uomo totalmente al di sotto di ogni letteratura, fecondamente circolante per le bancarelle, che all’improvviso esce fuori con tre o quattro libri perfettamente leggibili senza bisogno di soverchia indulgenza, e dov’è tentata [...] qualche esperienza stilistica qualificata» (1953). Scrittore autodidatta e appassionato, Cagna affina la sua tecnica grazie ai consigli e all’amicizia di Faldella, che riconosce come maestro. La ricchezza onomastica dell’opera di Faldella, che nella definizione delle Figurine gioca sapientemente con l’elemento denotativo e connotativo del nome, diventa una lezione presto appresa dall’amico-discepolo, che non mancherà di segnalare il suo debito nei bozzetti, con riprese testuali e citazioni, dirette e indirette, della fonte. Il contributo porta alla luce le relazioni onomastiche nell’opera dei due autori, analizzando l’evoluzione del repertorio e le variazioni nel sistema di nominazione. I ripensamenti e le correzioni autografe accolte nelle successive edizioni dei racconti, le note critiche e le riflessioni documentate da un fitto scambio epistolare permetteranno di valutare il progressivo abbandono dei cliché della letteratura sentimentale per approdare all’osservazione disincantata del vero.File | Dimensione | Formato | |
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