Il saggio ripercorre le tappe del personalissimo neorealismo di Giuseppe Berto, scrittore assai discusso per la sua adesione al fascismo e noto soprattutto per il romanzo, pubblicato nel ’64, Il male oscuro. Il neorealismo di Berto si consuma ‘inconsapevolmente’ tra un «approccio» - con i suoi primi romanzi (Il cielo è rosso e Le opere di Dio) fra il 1944 e il 1948 – e un «esodo» con Il brigante edito nel ’51, in piena crisi del movimento neorealista. Un percorso controcorrente insomma, come spesso è stato quello di Berto, condotto all’insegna di un profondo rapporto con la realtà e segnato da un inguaribile senso di colpa
Dall’«inconsapevole approccio» all’«inconsapevole esodo»: il “neorealista” Giuseppe Berto
Laura Nay
2020-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre le tappe del personalissimo neorealismo di Giuseppe Berto, scrittore assai discusso per la sua adesione al fascismo e noto soprattutto per il romanzo, pubblicato nel ’64, Il male oscuro. Il neorealismo di Berto si consuma ‘inconsapevolmente’ tra un «approccio» - con i suoi primi romanzi (Il cielo è rosso e Le opere di Dio) fra il 1944 e il 1948 – e un «esodo» con Il brigante edito nel ’51, in piena crisi del movimento neorealista. Un percorso controcorrente insomma, come spesso è stato quello di Berto, condotto all’insegna di un profondo rapporto con la realtà e segnato da un inguaribile senso di colpaFile | Dimensione | Formato | |
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