I corpi hanno strutture materiali e apparenze che non dipendono soltanto dai tratti universali e genetici o dall’esperienza soggettiva che tali corpi anima e determina, ma hanno un’origine storica, sociologica, antropologica che si sostanzia nella complessità della singola società di cui gli individui fanno parte. Detto diversamente, i copri sono prima di tutto entità culturali, dipendenti dal sistema di regole, credenze, aspettative, valori che sono definiti da ogni singola società [Volli, 2000, “Il corpo della danza”, on line]. Stiamo parlando, cioè, di un posizionamento “relativo” del corpo, rispetto ad uno spazio, ad un tempo, ad altri corpi e, più in generale, alla cultura di riferimento in cui è inserito. Un corpo che non va inteso quindi come una categoria biologica universale, ma come il luogo in cui si sovrappongono quelle determinazioni materiali, simboliche e sociologiche che partecipano alla strutturazione della soggettività [Demaria, 2008, “Genere e soggetti sessuati. Le rappresentazioni del femminile”, in C. Demaria e S. Nergaard (a cura di), Studi culturali. Temi e prospettive a confronto, MacGraw and Hill, Milano]; o, per dirla con Marsciani, un corpo come luogo delle trasposizioni, dei trasferimenti; corpo come cerniera, come relais, come convertitore, come luogo dei rovesciamenti e delle metamorfosi [Marsciani, 2008, “Il corpo”, in Demaria C. e S. Neergard (a cura di)]. Un corpo così inteso assume inevitabilmente un valore simbolico importante quando diventa filtro, oggetto e strumento del progressivo imbarbarimento che la nostra società sta vivendo, con particolare riferimento al valore del corpo femminile. Stupri, femminicidi, violenze fisiche, maltrattamenti. La lunga scia di casi di cronaca degli ultimi mesi sembrano puntare il dito verso un, quanto mai, catastrofico rovesciamento delle modalità di rappresentazione della civiltà, producendo, retoricamente, un nuovo senso del corpo e della differenza di genere. Attraverso l’analisi di casi di emblematici casi di cronaca, si proverà a riflettere sulle derive del fenomeno.

Stupri, femminicidi, botte. Sulle derive catastrofiche del senso del corpo delle donne

FEDERICA TURCO
2018-01-01

Abstract

I corpi hanno strutture materiali e apparenze che non dipendono soltanto dai tratti universali e genetici o dall’esperienza soggettiva che tali corpi anima e determina, ma hanno un’origine storica, sociologica, antropologica che si sostanzia nella complessità della singola società di cui gli individui fanno parte. Detto diversamente, i copri sono prima di tutto entità culturali, dipendenti dal sistema di regole, credenze, aspettative, valori che sono definiti da ogni singola società [Volli, 2000, “Il corpo della danza”, on line]. Stiamo parlando, cioè, di un posizionamento “relativo” del corpo, rispetto ad uno spazio, ad un tempo, ad altri corpi e, più in generale, alla cultura di riferimento in cui è inserito. Un corpo che non va inteso quindi come una categoria biologica universale, ma come il luogo in cui si sovrappongono quelle determinazioni materiali, simboliche e sociologiche che partecipano alla strutturazione della soggettività [Demaria, 2008, “Genere e soggetti sessuati. Le rappresentazioni del femminile”, in C. Demaria e S. Nergaard (a cura di), Studi culturali. Temi e prospettive a confronto, MacGraw and Hill, Milano]; o, per dirla con Marsciani, un corpo come luogo delle trasposizioni, dei trasferimenti; corpo come cerniera, come relais, come convertitore, come luogo dei rovesciamenti e delle metamorfosi [Marsciani, 2008, “Il corpo”, in Demaria C. e S. Neergard (a cura di)]. Un corpo così inteso assume inevitabilmente un valore simbolico importante quando diventa filtro, oggetto e strumento del progressivo imbarbarimento che la nostra società sta vivendo, con particolare riferimento al valore del corpo femminile. Stupri, femminicidi, violenze fisiche, maltrattamenti. La lunga scia di casi di cronaca degli ultimi mesi sembrano puntare il dito verso un, quanto mai, catastrofico rovesciamento delle modalità di rappresentazione della civiltà, producendo, retoricamente, un nuovo senso del corpo e della differenza di genere. Attraverso l’analisi di casi di emblematici casi di cronaca, si proverà a riflettere sulle derive del fenomeno.
2018
I discorsi della fine. Catastrofi, disastri, apocalissi
Aracne
I saggi di Lexia
73
84
Violenza di genere, violenza sulle donne, corpo, corpo e rappresentazione
FEDERICA TURCO
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