Il fascicolo, curato da Elisa Ceccarelli e Joëlle Long, si propone di contribuire alla riflessione sulla necessità di una prospettiva interdisciplinare negli interventi di giustizia a favore di persone di età minore. Se infatti la multidisciplinarità è intimamente connessa alla natura della giustizia minorile (basti pensare alla composizione mista dei tribunali per i minorenni e delle sezioni minorenni delle corti d’appello), l’interdisciplinarità rappresenta ancora una conquista recente e non pienamente consolidata. Numerose sono le esperienze fruttuose di collaborazione interdisciplinare presentate in questo volume: giudici togati e onorari dei tribunali per i minorenni e delle corti dell’appello, giudici tutelari, assistenti sociali dei servizi sociali territoriali, educatori e insegnanti, pediatri, psicologici e neuropsichiatri infantili, avvocati, consulenti tecnici, professionisti del servizio sociale penale per i minorenni operano oggi nell’esercizio della loro professione in prospettiva interdisciplinare, all’interno di una rete che si è faticosamente costruita tra giustizia e servizi e che favorisce l’integrazione dei saperi e degli interventi. Altre esperienze riportate in questo fascicolo rilevano invece difficoltà nel percorso verso un riconoscimento e uno spazio nella rete dei servizi per interventi professionali specifici e una scarsa attenzione per situazioni che richiedono una lettura transculturale, come ha rilevato recentemente la Corte europea dei diritti umani nel caso A. I. ,c. Italia qui commentato. In concreto, l’incontro delle diverse specializzazioni può portare ad esiti positivi se basati sulla consapevolezza di fornire qualcosa di valido e al tempo stesso parziale. L’interdisciplinarità, infatti, valorizza e mette alla prova le reciproche differenze, non per moltiplicare le forze in campo, ma per generare nuovi sguardi, diversificati e complessificati, a partire dall’interazione dei singoli.
Prospettive interdisciplinari e interventi di giustizia (numero monografico della Rivista Minorigiustizia)
J. LONG;
2021-01-01
Abstract
Il fascicolo, curato da Elisa Ceccarelli e Joëlle Long, si propone di contribuire alla riflessione sulla necessità di una prospettiva interdisciplinare negli interventi di giustizia a favore di persone di età minore. Se infatti la multidisciplinarità è intimamente connessa alla natura della giustizia minorile (basti pensare alla composizione mista dei tribunali per i minorenni e delle sezioni minorenni delle corti d’appello), l’interdisciplinarità rappresenta ancora una conquista recente e non pienamente consolidata. Numerose sono le esperienze fruttuose di collaborazione interdisciplinare presentate in questo volume: giudici togati e onorari dei tribunali per i minorenni e delle corti dell’appello, giudici tutelari, assistenti sociali dei servizi sociali territoriali, educatori e insegnanti, pediatri, psicologici e neuropsichiatri infantili, avvocati, consulenti tecnici, professionisti del servizio sociale penale per i minorenni operano oggi nell’esercizio della loro professione in prospettiva interdisciplinare, all’interno di una rete che si è faticosamente costruita tra giustizia e servizi e che favorisce l’integrazione dei saperi e degli interventi. Altre esperienze riportate in questo fascicolo rilevano invece difficoltà nel percorso verso un riconoscimento e uno spazio nella rete dei servizi per interventi professionali specifici e una scarsa attenzione per situazioni che richiedono una lettura transculturale, come ha rilevato recentemente la Corte europea dei diritti umani nel caso A. I. ,c. Italia qui commentato. In concreto, l’incontro delle diverse specializzazioni può portare ad esiti positivi se basati sulla consapevolezza di fornire qualcosa di valido e al tempo stesso parziale. L’interdisciplinarità, infatti, valorizza e mette alla prova le reciproche differenze, non per moltiplicare le forze in campo, ma per generare nuovi sguardi, diversificati e complessificati, a partire dall’interazione dei singoli.File | Dimensione | Formato | |
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