L’obiettivo di questo testo è lo studio dell’edizione online della Bienal de la Imagen en Movimiento di Buenos Aires, una manifestazione artistica che ha visto sconvolta la propria attività durante la diffusione dell’epidemia da SARSCoV- 2. Sebbene una dimensione non in presenza coincida oggi sempre più frequentemente con la fruizione di opere d’arte, la diffusione online di biennali e mostre ha reso ancora più urgente la riflessione sulle forme espositive e sulle condizioni della spettatorialità. Nello specifico il testo analizza la piattaforma web progettata e curata per l’edizione online della Bienal de la Imagen en Movimiento: mirarnos a los ojos (volver a). Di fronte alla smaterializzazione del significante artistico imposto dall’emergenza sanitaria, la piattaforma costruisce una spazialità virtuale dove tornare a guardarsi negli occhi. Attraverso una riflessione sui meccanismi di interfacciamento e sulle possibilità di interazione offerte dai linguaggi digitali, mirarnos a los ojos (volver a) declina modalità comunicative tipiche dei mezzi di comunicazione con modalità comunicative tipiche dell’interazione faccia a faccia. Traduzione digitale delle interdipendenze emerse durante l’emergenza sanitaria, mirarnos a los ojos (volver a) è un progetto al quale hanno partecipato 70 artiste/i invitate/i a occupare una spazio-temporalità audiovisiva mappata da quattro coordinate cronotopiche con cui costruire una trama collettiva dell’esperienza del confinamento.
Tornare a guardarci negli occhi. Spazialità, interfacce e cronotopi al di là del cubo bianco
cristina voto
2021-01-01
Abstract
L’obiettivo di questo testo è lo studio dell’edizione online della Bienal de la Imagen en Movimiento di Buenos Aires, una manifestazione artistica che ha visto sconvolta la propria attività durante la diffusione dell’epidemia da SARSCoV- 2. Sebbene una dimensione non in presenza coincida oggi sempre più frequentemente con la fruizione di opere d’arte, la diffusione online di biennali e mostre ha reso ancora più urgente la riflessione sulle forme espositive e sulle condizioni della spettatorialità. Nello specifico il testo analizza la piattaforma web progettata e curata per l’edizione online della Bienal de la Imagen en Movimiento: mirarnos a los ojos (volver a). Di fronte alla smaterializzazione del significante artistico imposto dall’emergenza sanitaria, la piattaforma costruisce una spazialità virtuale dove tornare a guardarsi negli occhi. Attraverso una riflessione sui meccanismi di interfacciamento e sulle possibilità di interazione offerte dai linguaggi digitali, mirarnos a los ojos (volver a) declina modalità comunicative tipiche dei mezzi di comunicazione con modalità comunicative tipiche dell’interazione faccia a faccia. Traduzione digitale delle interdipendenze emerse durante l’emergenza sanitaria, mirarnos a los ojos (volver a) è un progetto al quale hanno partecipato 70 artiste/i invitate/i a occupare una spazio-temporalità audiovisiva mappata da quattro coordinate cronotopiche con cui costruire una trama collettiva dell’esperienza del confinamento.File | Dimensione | Formato | |
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