Attraverso l’analisi di tre casi di studio che utilizzano tre approcci qualitativi di-versi (l’intervista, la photovoice, l’etnografia virtuale), il presente articolo mostra come l’alimentazione nell’esperienza migratoria possa fungere da spazio, sociale e virtuale, reale e immaginario, per rivendicare dei confini simbolici che possono essere costruiti in modo nostalgico o riaffermati in quanto tratto distintivo che differenzia chi migra dall’autoctono. Allo stesso tempo, il cibo può operare come terreno di incontro e di ibridazione di tradizioni diverse, disvelando versanti tal-volta insoliti o nascosti dei processi migratori.
Stranieri a tavola? Ridefinire i confini identitari attraverso le narrazioni alimentari
Alice Scavarda;Raffaella Ferrero Camoletto;
2021-01-01
Abstract
Attraverso l’analisi di tre casi di studio che utilizzano tre approcci qualitativi di-versi (l’intervista, la photovoice, l’etnografia virtuale), il presente articolo mostra come l’alimentazione nell’esperienza migratoria possa fungere da spazio, sociale e virtuale, reale e immaginario, per rivendicare dei confini simbolici che possono essere costruiti in modo nostalgico o riaffermati in quanto tratto distintivo che differenzia chi migra dall’autoctono. Allo stesso tempo, il cibo può operare come terreno di incontro e di ibridazione di tradizioni diverse, disvelando versanti tal-volta insoliti o nascosti dei processi migratori.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Scavarda FerreroCamoletto Fidolini 2021_Stranieri a tavola_Mondi migranti.pdf
Accesso aperto
Tipo di file:
POSTPRINT (VERSIONE FINALE DELL’AUTORE)
Dimensione
278.87 kB
Formato
Adobe PDF
|
278.87 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.