ISSN: 2240 - 9580 DOI: 10.30557/ MT00167 Nei servizi per l’infanzia la documentazione è da tempo un momento centrale per rendere visibili i processi di apprendimento dei bambini, promuovere il coinvolgimento delle famiglie e per sostenere la riflessività nel lavoro educativo. Interpretiamo la documentazione pedagogica in termini di momento rivelatore, come documento forte (Ferraris, 2009), che incide sulla realtà e la cambia. In tale cornice si analizza come la scelta dei momenti da fissare influenzi il modo in cui si costruisce la memoria storica. Le tracce che gli educatori raccolgono della vita quotidiana dei bambini sono storie disseminate che contribuiscono a comporre l’identità dei bambini e degli stessi educatori. Questo articolo si concentra sugli impliciti della documentazione e su come questi impliciti siano condizionati dall’idea di bambino e di educazione. Che cosa influisce sulla scelta di inserire nella documentazione momenti specifici (ad esempio il pianto, i momenti di cura, le regressioni) oppure fa decidere di tralasciarli? Che messaggio veicolano queste tracce o queste “assenze” ai genitori, ai bambini, agli educatori e alla società? Quale realtà educativa scaturisce da queste prospettive di documentazione?
NON SI PUÒ MOSTRARE TUTTO: IMPLICITI E “ASSENZE” NELLA DOCUMENTAZIONE PEDAGOGICA NEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA
Zonca P.
2021-01-01
Abstract
ISSN: 2240 - 9580 DOI: 10.30557/ MT00167 Nei servizi per l’infanzia la documentazione è da tempo un momento centrale per rendere visibili i processi di apprendimento dei bambini, promuovere il coinvolgimento delle famiglie e per sostenere la riflessività nel lavoro educativo. Interpretiamo la documentazione pedagogica in termini di momento rivelatore, come documento forte (Ferraris, 2009), che incide sulla realtà e la cambia. In tale cornice si analizza come la scelta dei momenti da fissare influenzi il modo in cui si costruisce la memoria storica. Le tracce che gli educatori raccolgono della vita quotidiana dei bambini sono storie disseminate che contribuiscono a comporre l’identità dei bambini e degli stessi educatori. Questo articolo si concentra sugli impliciti della documentazione e su come questi impliciti siano condizionati dall’idea di bambino e di educazione. Che cosa influisce sulla scelta di inserire nella documentazione momenti specifici (ad esempio il pianto, i momenti di cura, le regressioni) oppure fa decidere di tralasciarli? Che messaggio veicolano queste tracce o queste “assenze” ai genitori, ai bambini, agli educatori e alla società? Quale realtà educativa scaturisce da queste prospettive di documentazione?File | Dimensione | Formato | |
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