Agli inizi del V secolo le conseguenze delle scorrerie dei Visigoti di Alarico e Ataulfo (401, 403, 408-410) e dei Burgundi (405) fecero comprendere alle popolazioni locali che il settore alpino non rappresentava più una barriera invalicabile e insuperabile che aveva funzionato come protezione per tutte le aree padane. Queste incursioni sono state messe in relazione con un panorama di impoverimento delle campagne e di abbandono dei municipia romani, in un quadro troppo riduttivo e semplicistico che non ha tenuto in considerazione alcune varianti del sistema insediativo, sulle quali le fonti archeologiche hanno invece fornito nuovi elementi di conoscenza. Uno dei fenomeni più rilevanti della diversa modulazione delle forme insediative, in risposta alla precaria situazione politica creatasi alla fine del IV secolo, è la nascita dei primi villaggi in altura, che documentano il bisogno di protezione e di difesa da pericoli esterni della popolazione, senza che sia possibile attribuire loro una funzione esclusivamente militare o civile. Questo contributo si propone di esaminare quali siano state le ragioni che determinarono o influenzarono queste scelte insediative e parallelamente verificare la capacità delle singole comunità, non solo di gestire rapporti commerciali, ma anche di diffondere quelle idee di cambiamento e di trasformazione che proprio nella fase di passaggio tra tardoantico e altomedioevo videro il tramonto di Roma e la lenta e progressiva affermazione della società altomedievale.
Villages and castra in the western Alpine areas of Italy. The contribution of archaeology to our knowledge of Late Antique and Early Medieval settlements
de Vingo, P.
2020-01-01
Abstract
Agli inizi del V secolo le conseguenze delle scorrerie dei Visigoti di Alarico e Ataulfo (401, 403, 408-410) e dei Burgundi (405) fecero comprendere alle popolazioni locali che il settore alpino non rappresentava più una barriera invalicabile e insuperabile che aveva funzionato come protezione per tutte le aree padane. Queste incursioni sono state messe in relazione con un panorama di impoverimento delle campagne e di abbandono dei municipia romani, in un quadro troppo riduttivo e semplicistico che non ha tenuto in considerazione alcune varianti del sistema insediativo, sulle quali le fonti archeologiche hanno invece fornito nuovi elementi di conoscenza. Uno dei fenomeni più rilevanti della diversa modulazione delle forme insediative, in risposta alla precaria situazione politica creatasi alla fine del IV secolo, è la nascita dei primi villaggi in altura, che documentano il bisogno di protezione e di difesa da pericoli esterni della popolazione, senza che sia possibile attribuire loro una funzione esclusivamente militare o civile. Questo contributo si propone di esaminare quali siano state le ragioni che determinarono o influenzarono queste scelte insediative e parallelamente verificare la capacità delle singole comunità, non solo di gestire rapporti commerciali, ma anche di diffondere quelle idee di cambiamento e di trasformazione che proprio nella fase di passaggio tra tardoantico e altomedioevo videro il tramonto di Roma e la lenta e progressiva affermazione della società altomedievale.File | Dimensione | Formato | |
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