Non appena la Grande Guerra si concluse, ogni comunità, fosse essa il piccolo paese o la grande città, volle ricordare il sacrificio dei propri caduti morti per la Patria, attraverso un monumento, una lapide, un cippo, un famedio, un'architettura, un giardino, a testimonianza perenne dell'eroismo e del dramma sperimentato. La Prima Guerra Mondiale infatti, seppur avvertita come quarta ed ultima guerra del Risorgimento italiano, si distinse nella coscienza di tutti già dopo pochi mesi come un evento la cui portata tragica avrebbe superato qualsiasi drammatica esperienza pregressa. Nell'immediato dopoguerra un grande dibattito si aprì con urgenza intorno alla necessità di celebrare la morte ed il sacrificio dei caduti: gruppi spontanei, comitati guidati dai parroci o dai nascenti partiti politici, associazioni di comuni cittadini, Società di Mutuo Soccorso ed in generale tutta la popolazione fu direttamente coinvolta in un processo di elaborazione collettiva del lutto. Il contesto di totale partecipazione può essere ricostruito in tutte le realtà territoriali italiane attraverso la grande quantità di documenti conservatisi negli Archivi di Stato delle diverse città, dove le relazioni delle assemblee comunali e le successive delibere ci portano a conoscenza delle complesse procedure di erezione dei monumenti; ma soprattutto è la ricca messe di informazioni derivata dall'oralità e dalla stampa locale che permette di indagare a più livelli le ricadute dell'evento bellico: la consultazione di articoli di giornale, di opuscoli e piccole pubblicazioni che trovarono enorme diffusione, delinea l'immagine di una comunità che attorno al monumento riconosce e ricostruisce sé stessa. Nel monumento ai caduti si concretizzarono plurimi significati ancora oggi pienamente leggibili: primariamente, la funzione di contenimento e di rappresentazione del dolore per la scomparsa di un'intera generazione di uomini nella creazione di uno spazio, un polo, un elemento fisico che permettesse a ciascuna famiglia di eternare la memoria dei cari e di avere un luogo dove esperire il dolore della perdita; in secondo luogo, il monumento, al di là delle dimensioni e della qualità dell'opera, configurava l'ambiente urbano in cui era posto come spazio collettivo dove percepire pienamente la nuova e compiuta identità di comunità e di Patria. Infine, nel continuo confronto con le fonti e la documentazione, permette a noi oggi di leggere la storia ed il tessuto sociale, culturale ed artistico di un determinato territorio. Il caso della Provincia di Piacenza, studiato da chi scrive in qualità di schedatrice per la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza, si colloca in piena consonanza con le altre realtà italiane e al tempo stesso offre importanti spunti per provare a ricostruire, attraverso l'analisi dello stile, delle commissioni, dell'iconografia, il complesso panorama di significati nel quale nascono e di cui si fanno portatori i monumenti ai caduti e le conseguenti ricadute che queste realizzazioni hanno avuto sulla coscienza collettiva.

Un'arte per la memoria: monumenti piacentini ai caduti della Grande Guerra

QUAGLIAROLI S
2017-01-01

Abstract

Non appena la Grande Guerra si concluse, ogni comunità, fosse essa il piccolo paese o la grande città, volle ricordare il sacrificio dei propri caduti morti per la Patria, attraverso un monumento, una lapide, un cippo, un famedio, un'architettura, un giardino, a testimonianza perenne dell'eroismo e del dramma sperimentato. La Prima Guerra Mondiale infatti, seppur avvertita come quarta ed ultima guerra del Risorgimento italiano, si distinse nella coscienza di tutti già dopo pochi mesi come un evento la cui portata tragica avrebbe superato qualsiasi drammatica esperienza pregressa. Nell'immediato dopoguerra un grande dibattito si aprì con urgenza intorno alla necessità di celebrare la morte ed il sacrificio dei caduti: gruppi spontanei, comitati guidati dai parroci o dai nascenti partiti politici, associazioni di comuni cittadini, Società di Mutuo Soccorso ed in generale tutta la popolazione fu direttamente coinvolta in un processo di elaborazione collettiva del lutto. Il contesto di totale partecipazione può essere ricostruito in tutte le realtà territoriali italiane attraverso la grande quantità di documenti conservatisi negli Archivi di Stato delle diverse città, dove le relazioni delle assemblee comunali e le successive delibere ci portano a conoscenza delle complesse procedure di erezione dei monumenti; ma soprattutto è la ricca messe di informazioni derivata dall'oralità e dalla stampa locale che permette di indagare a più livelli le ricadute dell'evento bellico: la consultazione di articoli di giornale, di opuscoli e piccole pubblicazioni che trovarono enorme diffusione, delinea l'immagine di una comunità che attorno al monumento riconosce e ricostruisce sé stessa. Nel monumento ai caduti si concretizzarono plurimi significati ancora oggi pienamente leggibili: primariamente, la funzione di contenimento e di rappresentazione del dolore per la scomparsa di un'intera generazione di uomini nella creazione di uno spazio, un polo, un elemento fisico che permettesse a ciascuna famiglia di eternare la memoria dei cari e di avere un luogo dove esperire il dolore della perdita; in secondo luogo, il monumento, al di là delle dimensioni e della qualità dell'opera, configurava l'ambiente urbano in cui era posto come spazio collettivo dove percepire pienamente la nuova e compiuta identità di comunità e di Patria. Infine, nel continuo confronto con le fonti e la documentazione, permette a noi oggi di leggere la storia ed il tessuto sociale, culturale ed artistico di un determinato territorio. Il caso della Provincia di Piacenza, studiato da chi scrive in qualità di schedatrice per la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza, si colloca in piena consonanza con le altre realtà italiane e al tempo stesso offre importanti spunti per provare a ricostruire, attraverso l'analisi dello stile, delle commissioni, dell'iconografia, il complesso panorama di significati nel quale nascono e di cui si fanno portatori i monumenti ai caduti e le conseguenti ricadute che queste realizzazioni hanno avuto sulla coscienza collettiva.
2017
3, 2017
205
243
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monumenti caduti; grande guerra; Piacenza
QUAGLIAROLI S
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1847849
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