Il volume “La piel fría de Albert Sánchez Piñol: una novela in limine” costituisce un’analisi critica del primo romanzo di Albert Sánchez Piñol (Barcellona, 1965) pubblicato nel 2002 in lingua catalana (La pell freda) e divenuto rapidamente un bestseller tradotto in 37 lingue (tra cui l’italiano, con il titolo La pelle fredda, per i tipi di Feltrinelli, 2005, e, successivamente, nella biblioteca BUR, 2014). La portata de La pelle fredda nel contesto letterario di riferimento (quello della Catalogna che si affaccia al XXI secolo) è tale da legittimare un interesse critico espressamente dedicato. A un primo livello di lettura, il romanzo, una Island Story dalla chiara impronta robinsoniana, si inserisce nel filone della letteratura del naufragio, nonché in quella della letteratura fantastica sulla scia di Lovecraft e Borges. Il presente studio, pur tenendo in considerazione queste componenti importanti, si spinge oltre i motivi del viaggio, dell’avventura e del fantastico per analizzare il nucleo più consistente di tematiche che rendono La pelle fredda un caso di studio ben più complesso, altamente ricco di spunti, intertestualità e collegamenti tra saperi trasversali, che lo rendono più ricco e profondo di un romanzo fantastico o di avventura. Basandosi sul senso del limite dato dall’ambientazione su un’isola deserta e da una spinta dell’umano a superarsi nell’incontro con l’altro da sé rappresentato dal mostro, il presente volume propone un’analisi che sonda le possibilità di una scrittura che lascia trapelare una pratica etnografica consolidata (da cui il lettore percepisce gli echi dei diari di campo di Bronislaw Malinowski) e una volontà metaletteraria di tale portata da permetterci di affermare che La pelle fredda non è ciò che sembra in superficie. Il saggio propone una definizione originale del particolare statuto del narratore nell’opera in questione, nonché un’inedita analisi del sistema dei personaggi, atta a scavare a un livello sottostante rispetto a quanto il testo dichiara. Il volume fornisce una risposta alla domanda su quali siano realmente i personaggi del romanzo e quale valenza assuma la presenza di un diario interpolato nella narrazione. Infine, si mostra come la metafora della “pelle” nella costruzione del senso del limite, e l’alterità di un mostro anfibio di genere femminile, completino le possibilità del romanzo di interrogarsi su quale sia il limite dell’umano, da un lato, e del genere romanzo, dall’altro, così come viene declinato da Albert Sánchez Piñol. Inoltre, il volume ha un interesse nell’ambito degli studi sulla produzione culturale della penisola iberica che prendano in considerazione non solo la letteratura scritta in castigliano ma anche le altre realtà culturali e linguistiche coufficiali. La Catalogna rappresenta un mercato editoriale molto attivo anche in senso globale, in grado di stabilire connessioni interletterarie verso l’interno ma anche verso l’esterno. Basti pensare che, negli anni Sessanta, proprio grazie all’effervescenza dell’editoria catalana, Barcellona fu la città del boom della letteratura ispanoamericana in Europa. Uno studio critico su un romanzo come La pelle fredda si serve di vari strumenti (quali, per esempio, la narratologia e gli studi culturali) per portare alla luce elementi locali (ovvero specifici dell’ambito geoculturale considerato) e globali (le possibilità del testo e le sue connessioni con la letteratura mondiale attraverso, innanzitutto, il motivo dell’isola deserta).

"La piel fría" de Albert Sánchez Piñol: una novela "in limine"

Katiuscia Darici
2020-01-01

Abstract

Il volume “La piel fría de Albert Sánchez Piñol: una novela in limine” costituisce un’analisi critica del primo romanzo di Albert Sánchez Piñol (Barcellona, 1965) pubblicato nel 2002 in lingua catalana (La pell freda) e divenuto rapidamente un bestseller tradotto in 37 lingue (tra cui l’italiano, con il titolo La pelle fredda, per i tipi di Feltrinelli, 2005, e, successivamente, nella biblioteca BUR, 2014). La portata de La pelle fredda nel contesto letterario di riferimento (quello della Catalogna che si affaccia al XXI secolo) è tale da legittimare un interesse critico espressamente dedicato. A un primo livello di lettura, il romanzo, una Island Story dalla chiara impronta robinsoniana, si inserisce nel filone della letteratura del naufragio, nonché in quella della letteratura fantastica sulla scia di Lovecraft e Borges. Il presente studio, pur tenendo in considerazione queste componenti importanti, si spinge oltre i motivi del viaggio, dell’avventura e del fantastico per analizzare il nucleo più consistente di tematiche che rendono La pelle fredda un caso di studio ben più complesso, altamente ricco di spunti, intertestualità e collegamenti tra saperi trasversali, che lo rendono più ricco e profondo di un romanzo fantastico o di avventura. Basandosi sul senso del limite dato dall’ambientazione su un’isola deserta e da una spinta dell’umano a superarsi nell’incontro con l’altro da sé rappresentato dal mostro, il presente volume propone un’analisi che sonda le possibilità di una scrittura che lascia trapelare una pratica etnografica consolidata (da cui il lettore percepisce gli echi dei diari di campo di Bronislaw Malinowski) e una volontà metaletteraria di tale portata da permetterci di affermare che La pelle fredda non è ciò che sembra in superficie. Il saggio propone una definizione originale del particolare statuto del narratore nell’opera in questione, nonché un’inedita analisi del sistema dei personaggi, atta a scavare a un livello sottostante rispetto a quanto il testo dichiara. Il volume fornisce una risposta alla domanda su quali siano realmente i personaggi del romanzo e quale valenza assuma la presenza di un diario interpolato nella narrazione. Infine, si mostra come la metafora della “pelle” nella costruzione del senso del limite, e l’alterità di un mostro anfibio di genere femminile, completino le possibilità del romanzo di interrogarsi su quale sia il limite dell’umano, da un lato, e del genere romanzo, dall’altro, così come viene declinato da Albert Sánchez Piñol. Inoltre, il volume ha un interesse nell’ambito degli studi sulla produzione culturale della penisola iberica che prendano in considerazione non solo la letteratura scritta in castigliano ma anche le altre realtà culturali e linguistiche coufficiali. La Catalogna rappresenta un mercato editoriale molto attivo anche in senso globale, in grado di stabilire connessioni interletterarie verso l’interno ma anche verso l’esterno. Basti pensare che, negli anni Sessanta, proprio grazie all’effervescenza dell’editoria catalana, Barcellona fu la città del boom della letteratura ispanoamericana in Europa. Uno studio critico su un romanzo come La pelle fredda si serve di vari strumenti (quali, per esempio, la narratologia e gli studi culturali) per portare alla luce elementi locali (ovvero specifici dell’ambito geoculturale considerato) e globali (le possibilità del testo e le sue connessioni con la letteratura mondiale attraverso, innanzitutto, il motivo dell’isola deserta).
2020
QuiEdit
7
186
978-88-6464-606-0
Albert Sánchez Piñol; island; Robinsoniana; Robinsonnade; Island Story; Cold Skin; La piel fría
Katiuscia Darici
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1860918
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