Un approccio scientifico allo studio degli interventi censori sulla rete in Cina e sulle strategie utilizzate dagli internauti per eluderli pone molti problemi anche di natura metodologica. In questo saggio si sono individuate quattro categorie principali di “prodotti” della rete utili a questo tipo di indagine: a) prodotti nati con un obiettivo di protesta politica; b) prodotti nati come manifestazioni di satira, privi di specifici obiettivi politici, che hanno modificato significato e funzione nel tempo; c) prodotti originatisi sui blog, in un dibattito non direttamente connesso a temi politici, ma potenzialmente sensibili, diventati nel tempo oggetto di controllo e di sanzione; d) prodotti nati nell’ambito di una determinata percezione del politically correct che, in seguito alla maturazione di forme nuove di sensibilità sociale, sono considerati inopportuni dalle autorità; e) prodotti nati “a scavalco” tra la rete e la società civile e diventati parte dello slang, soprattutto giovanile. Il saggio si focalizza sulle prime due categorie, presentando alcuni casi nel loro sviluppo diacronico, fino a reinterpretazioni e riutilizzi recentissimi e impensati (Ai Weiwei nella recente regia della Turandot, in scena a Roma il marzo scorso). Per le categorie successive il saggio si concentra sugli sviluppi recenti dei termini presi in esame.
Le parole per dirlo: strategie comunicative e censura sul web cinese.
Stefania Stafutti
First
2023-01-01
Abstract
Un approccio scientifico allo studio degli interventi censori sulla rete in Cina e sulle strategie utilizzate dagli internauti per eluderli pone molti problemi anche di natura metodologica. In questo saggio si sono individuate quattro categorie principali di “prodotti” della rete utili a questo tipo di indagine: a) prodotti nati con un obiettivo di protesta politica; b) prodotti nati come manifestazioni di satira, privi di specifici obiettivi politici, che hanno modificato significato e funzione nel tempo; c) prodotti originatisi sui blog, in un dibattito non direttamente connesso a temi politici, ma potenzialmente sensibili, diventati nel tempo oggetto di controllo e di sanzione; d) prodotti nati nell’ambito di una determinata percezione del politically correct che, in seguito alla maturazione di forme nuove di sensibilità sociale, sono considerati inopportuni dalle autorità; e) prodotti nati “a scavalco” tra la rete e la società civile e diventati parte dello slang, soprattutto giovanile. Il saggio si focalizza sulle prime due categorie, presentando alcuni casi nel loro sviluppo diacronico, fino a reinterpretazioni e riutilizzi recentissimi e impensati (Ai Weiwei nella recente regia della Turandot, in scena a Roma il marzo scorso). Per le categorie successive il saggio si concentra sugli sviluppi recenti dei termini presi in esame.File | Dimensione | Formato | |
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