Tra il 1977 e il 1979 la creazione del Sistema monetario europeo (SME) introdusse, per l’Italia, un elemento che sarebbe divenuto centrale nella strategia di aggiustamento agli shock macroeconomici degli anni Settanta, il “vincolo esterno”, uno strumento politico di matrice tecnocratica cui si affidava il risanamento della finanza pubblica e il rilancio della competitività dell’economia del paese. Le riforme dell’ambizioso programma concepito da un economista della Banca d’Italia, Tommaso Padoa-Schioppa, nell’estate del 1978 per consentire all’economia italiana di recuperare competitività, noto come “Piano Pandolfi”, delinearono i tratti essenziali dell’ingresso della lira nello SME esattamente quale “vincolo esterno”, sulla scorta di indicazioni del direttore generale della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, nonostante le obiezioni di merito manifestate dal governatore Paolo Baffi. In quei frangenti la Banca d’Italia assunse consapevolmente quel ruolo di supplenza che ne avrebbe caratterizzato l’azione nel decennio seguente, motivando e orientando le scelte politiche del paese a favore di una sempre più stringente integrazione economica e monetaria dell’Europa, in quella direzione che si sarebbe infine precisata con il Trattato di Maastricht. Il vincolo esterno delineato da Padoa-Schioppa con il Piano Pandolfi, coerentemente con l’impianto dello SME, si spostava ai vincoli di cambio connessi alla finanza pubblica e ai fenomeni di fiscal dominance che ancora caratterizzavano la politica monetaria in Italia, si trasformava cioè in un vincolo di politica fiscale che il cosiddetto divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro del luglio 1981 avrebbe formalmente riconosciuto. Il classico vincolo esterno di conti e cambi con l’estero sarebbe rimasto verso il resto del mondo come tale, ossia di natura economica e non “giuridica”, per usare la categoria impiegata da Guido Carli nei primi anni Novanta. A choice for Europe, a choice for growth? The Bank of Italy, the Pandolfi Plan and the EMS, 1977-1979 In 1978 the creation of the European Monetary System (EMS) forced Italy to rely on the so-called “vincolo esterno” (external constraint), then constituted by a semi-fixed exchange rate mechanism, as an adjustment strategy vis-à-vis macroeconomic shocks affecting European economies throughout the entire decade. Such an external constraint was actually a political device, although its matrix was essentially technocratic, and Italy centred her strategy upon it to reduce mounting public debt, high inflation and increasing lack of competitiveness. In 1978, after the Bremen European Council, Tommaso Padoa-Schioppa, then at the Bank of Italy, defined an ambitious programme, known as Pandolfi Plan, to reignite economic competitiveness and rebalance public spending. This plan embodied the very concept of “vincolo esterno” and allowed the Italian entry into the EMS from its outset, as warmly suggested by Carlo Azeglio Ciampi, director general of the Bank of Italy, whilst its governor Paolo Baffi appeared rather reluctant to do so. In such circumstances, although the central bank experienced differences as to joining the EMS, the Bank of Italy actually assumed a political role in decision-making, a role played throughout the 1980s, dictating political choices and strategies that favoured a closer economic and monetary integration of Europe, in that direction that eventually culminated with the Maastricht Treaty. The external constraint as defined by Padoa-Schioppa with the Pandolfi Plan, quite consistently with EMS framework, shifted towards exchange rate constraints related to the fiscal policy and fiscal dominance still characterising the monetary policy in Italy. In other terms, the "vincolo esterno" was a fiscal constraint formally recognised in 1981 with the so-called divorce between the Bank of Italy and the Treasury. The standard external constraint associated with the balance of payments and exchange rates remained unchanged towards the rest of the world, being a standard economic constraint and not a legal one as defined by Guido Carli in the early 1990s.

Una scelta per l’Europa, una scelta per lo sviluppo? La Banca d’Italia, il Piano Pandolfi e lo SME, 1977-1979

Giandomenico Piluso
2022-01-01

Abstract

Tra il 1977 e il 1979 la creazione del Sistema monetario europeo (SME) introdusse, per l’Italia, un elemento che sarebbe divenuto centrale nella strategia di aggiustamento agli shock macroeconomici degli anni Settanta, il “vincolo esterno”, uno strumento politico di matrice tecnocratica cui si affidava il risanamento della finanza pubblica e il rilancio della competitività dell’economia del paese. Le riforme dell’ambizioso programma concepito da un economista della Banca d’Italia, Tommaso Padoa-Schioppa, nell’estate del 1978 per consentire all’economia italiana di recuperare competitività, noto come “Piano Pandolfi”, delinearono i tratti essenziali dell’ingresso della lira nello SME esattamente quale “vincolo esterno”, sulla scorta di indicazioni del direttore generale della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, nonostante le obiezioni di merito manifestate dal governatore Paolo Baffi. In quei frangenti la Banca d’Italia assunse consapevolmente quel ruolo di supplenza che ne avrebbe caratterizzato l’azione nel decennio seguente, motivando e orientando le scelte politiche del paese a favore di una sempre più stringente integrazione economica e monetaria dell’Europa, in quella direzione che si sarebbe infine precisata con il Trattato di Maastricht. Il vincolo esterno delineato da Padoa-Schioppa con il Piano Pandolfi, coerentemente con l’impianto dello SME, si spostava ai vincoli di cambio connessi alla finanza pubblica e ai fenomeni di fiscal dominance che ancora caratterizzavano la politica monetaria in Italia, si trasformava cioè in un vincolo di politica fiscale che il cosiddetto divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro del luglio 1981 avrebbe formalmente riconosciuto. Il classico vincolo esterno di conti e cambi con l’estero sarebbe rimasto verso il resto del mondo come tale, ossia di natura economica e non “giuridica”, per usare la categoria impiegata da Guido Carli nei primi anni Novanta. A choice for Europe, a choice for growth? The Bank of Italy, the Pandolfi Plan and the EMS, 1977-1979 In 1978 the creation of the European Monetary System (EMS) forced Italy to rely on the so-called “vincolo esterno” (external constraint), then constituted by a semi-fixed exchange rate mechanism, as an adjustment strategy vis-à-vis macroeconomic shocks affecting European economies throughout the entire decade. Such an external constraint was actually a political device, although its matrix was essentially technocratic, and Italy centred her strategy upon it to reduce mounting public debt, high inflation and increasing lack of competitiveness. In 1978, after the Bremen European Council, Tommaso Padoa-Schioppa, then at the Bank of Italy, defined an ambitious programme, known as Pandolfi Plan, to reignite economic competitiveness and rebalance public spending. This plan embodied the very concept of “vincolo esterno” and allowed the Italian entry into the EMS from its outset, as warmly suggested by Carlo Azeglio Ciampi, director general of the Bank of Italy, whilst its governor Paolo Baffi appeared rather reluctant to do so. In such circumstances, although the central bank experienced differences as to joining the EMS, the Bank of Italy actually assumed a political role in decision-making, a role played throughout the 1980s, dictating political choices and strategies that favoured a closer economic and monetary integration of Europe, in that direction that eventually culminated with the Maastricht Treaty. The external constraint as defined by Padoa-Schioppa with the Pandolfi Plan, quite consistently with EMS framework, shifted towards exchange rate constraints related to the fiscal policy and fiscal dominance still characterising the monetary policy in Italy. In other terms, the "vincolo esterno" was a fiscal constraint formally recognised in 1981 with the so-called divorce between the Bank of Italy and the Treasury. The standard external constraint associated with the balance of payments and exchange rates remained unchanged towards the rest of the world, being a standard economic constraint and not a legal one as defined by Guido Carli in the early 1990s.
2022
298
300
331
Sistema monetario europeo, Integrazione europea, Banca d'Italia, politiche monetarie
Giandomenico Piluso
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