Fra le forme di violenza perpetrate dal colonialismo italiano, quella sulle donne merita una riflessione particolare, sia per la sensibilità della tematica che per l’approccio metodologico e i risultati della ricerca finora raggiunti. Il presente contributo, utilizzando l’esperienza coloniale italiana in Eritrea (1882-1941) e combinando fonti primarie e secondarie, intende tracciare una sintetica genealogia della violenza verso le donne indigene. Nello specifico, partendo dai temi di studio e dagli approcci metodologici che hanno consentito una parziale e prevalentemente eurocentrica ricostruzione delle memorie, vengono individuati «silenzi» da cui ripartire per promuovere una rilettura della quotidianità coloniale, nel tentativo di fare emergere la necessità e l’opportunità di un’ossatura teorica interdisciplinare per affrontare adeguatamente l’argomento. Inoltre, si propone una prospettiva che non ponga aprioristicamente l’accento sulla vittimizzazione delle indigene per la violenza fisica, psicologica e simbolica a cui furono esposte, ma che metta in risalto anche la loro agentività, per tracciare la capacità di agire attivamente e in maniera diversificata nel contesto coloniale.
Eritrea 1882-1941. Una riflessione sulle voci del verbo violare
Valentina Fusari
2020-01-01
Abstract
Fra le forme di violenza perpetrate dal colonialismo italiano, quella sulle donne merita una riflessione particolare, sia per la sensibilità della tematica che per l’approccio metodologico e i risultati della ricerca finora raggiunti. Il presente contributo, utilizzando l’esperienza coloniale italiana in Eritrea (1882-1941) e combinando fonti primarie e secondarie, intende tracciare una sintetica genealogia della violenza verso le donne indigene. Nello specifico, partendo dai temi di studio e dagli approcci metodologici che hanno consentito una parziale e prevalentemente eurocentrica ricostruzione delle memorie, vengono individuati «silenzi» da cui ripartire per promuovere una rilettura della quotidianità coloniale, nel tentativo di fare emergere la necessità e l’opportunità di un’ossatura teorica interdisciplinare per affrontare adeguatamente l’argomento. Inoltre, si propone una prospettiva che non ponga aprioristicamente l’accento sulla vittimizzazione delle indigene per la violenza fisica, psicologica e simbolica a cui furono esposte, ma che metta in risalto anche la loro agentività, per tracciare la capacità di agire attivamente e in maniera diversificata nel contesto coloniale.File | Dimensione | Formato | |
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