Inseriti nel quadro di un’indagine a più voci intorno agli orizzonti e le potenzialità della «scrittura» nell’ambito dell’esperienza teatrale contemporanea – teso a saggiare identità e possibili sviluppi della «scrittura scenica», «drammatica» e «performativa», nonché ad esplorare i segmenti di intersezione tra questi ambiti creativi – i due interventi di Claudio Longhi sono volti a fare il punto sul problema del recupero della razionalità all’interno di certe zone del teatro performativo o postdrammatico contemporaneo, a cominciare dagli stücke di Christoph Marthaler, e a interrogarsi sulla impossibilità ontologica del superamento della “rappresentazione”. La “scrittura” teatrale contemporanea, in ogni suo modo o accezione, non può in effetti dispiegarsi se non attraverso un confronto con il ruolo ambiguo giocato dalla “ragione” nell’odierna organizzazione del sistema culturale e, parallelamente, a partire da una presa d’atto di quella che Derrida definisce l’insuperabile «clôture de la représentation».
Brainstorming sulla scrittura scenica, drammatica, performativa
DE MARINIS, MARCO;ACCA, FABIO
2013-01-01
Abstract
Inseriti nel quadro di un’indagine a più voci intorno agli orizzonti e le potenzialità della «scrittura» nell’ambito dell’esperienza teatrale contemporanea – teso a saggiare identità e possibili sviluppi della «scrittura scenica», «drammatica» e «performativa», nonché ad esplorare i segmenti di intersezione tra questi ambiti creativi – i due interventi di Claudio Longhi sono volti a fare il punto sul problema del recupero della razionalità all’interno di certe zone del teatro performativo o postdrammatico contemporaneo, a cominciare dagli stücke di Christoph Marthaler, e a interrogarsi sulla impossibilità ontologica del superamento della “rappresentazione”. La “scrittura” teatrale contemporanea, in ogni suo modo o accezione, non può in effetti dispiegarsi se non attraverso un confronto con il ruolo ambiguo giocato dalla “ragione” nell’odierna organizzazione del sistema culturale e, parallelamente, a partire da una presa d’atto di quella che Derrida definisce l’insuperabile «clôture de la représentation».File | Dimensione | Formato | |
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