Il tema dell’amore è al cuore delle speculazioni teologiche monastiche, benedettine e vittorine, e delle confessioni delle grandi mistiche nordeuropee tra XII e XIII secolo, nonché delle letteratura mistiche mendicanti, ad esempio francescana. Queste meditazioni sul mistero dell’amore divino sottintendono anche un’interessante riflessione antropologica. L’amore è celebrato come l’esperienza necessaria e radicale dell’Altro, che chiama a uno sconvolgente trascendimento di sé, al limite dell’annichilimento della propria natura. Alle soglie dell’identificazione nell’Altro si sperimenta una risignificazione estatica della propria identità umana, che smette di “significare” sé stessa e prende, appunto, a “significare Altro”. Alla croce della rinuncia all’io, che si guadagna dopo una dura lotta contro le resistenze e le proteste dell’homo carnalis, segue dunque il momento, a volte inatteso, della resurrezione a un’identità nuova, che non è la cancellazione della propria natura ma il suo orientamento a un senso differente: l’uomo rinasce in quanto desiderio di Dio. È l’assimilazione alla logica trinitaria, dove il senso di ogni persona va cercato nell’altra. La letteratura mistica, narrazione stupita del proprio trascendimento, costituisce un terreno particolarmente favorevole a una tale riflessione, poiché si trattiene dal punto di vista umano mentre s’addentra nel mistero della deificatio.
Io, ovvero il desiderio d'Altro: antropologie mistiche nella letteratura de amore tra XII e XIII secolo
LEONARDI M
2022-01-01
Abstract
Il tema dell’amore è al cuore delle speculazioni teologiche monastiche, benedettine e vittorine, e delle confessioni delle grandi mistiche nordeuropee tra XII e XIII secolo, nonché delle letteratura mistiche mendicanti, ad esempio francescana. Queste meditazioni sul mistero dell’amore divino sottintendono anche un’interessante riflessione antropologica. L’amore è celebrato come l’esperienza necessaria e radicale dell’Altro, che chiama a uno sconvolgente trascendimento di sé, al limite dell’annichilimento della propria natura. Alle soglie dell’identificazione nell’Altro si sperimenta una risignificazione estatica della propria identità umana, che smette di “significare” sé stessa e prende, appunto, a “significare Altro”. Alla croce della rinuncia all’io, che si guadagna dopo una dura lotta contro le resistenze e le proteste dell’homo carnalis, segue dunque il momento, a volte inatteso, della resurrezione a un’identità nuova, che non è la cancellazione della propria natura ma il suo orientamento a un senso differente: l’uomo rinasce in quanto desiderio di Dio. È l’assimilazione alla logica trinitaria, dove il senso di ogni persona va cercato nell’altra. La letteratura mistica, narrazione stupita del proprio trascendimento, costituisce un terreno particolarmente favorevole a una tale riflessione, poiché si trattiene dal punto di vista umano mentre s’addentra nel mistero della deificatio.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
M.Leonardi_Io, ovvero il desiderio d'Altro.pdf
Accesso aperto
Dimensione
1.09 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.09 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.