Lo scopo principale di questo intervento è chiarire la connessione tra la teoria mimetica e la prova ontologica dell’esistenza di Dio. A tal fine, tre distinti approcci ermeneutici alla teoria mimetica di Girard vengono presi in considerazione. Un approccio interno e letterale non risulta essere molto proficuo, dal momento che Girard non considera esplicitamente la prova ontologica (nonostante egli citi Anselmo d’Aosta). Se si adotta un approccio interno e non letterale, si può tentare di dedurre il pensiero di Girard sulla prova ontologica, estendendo la teoria mimetica senza tuttavia uscirne. Infine, se si adotta un approccio critico, si può interpretare il pensiero di Girard da una prospettiva esterna e analizzare criticamente i punti di contatto tra quegli aspetti della prospettiva girardiana che riguardano l’esistenza di Dio e la prova ontologica. A questo riguardo, l’ipotesi che si propone in questo intervento è che l’argomento di Girard per la divinità di Cristo (avanzato originariamente in Delle cose nascoste, e successivamente riproposto da Girard in vari contesti), se propriamente riformulato, è formalmente e logicamente equivalente alla prova ontologica dell’esistenza di Dio nella sua formulazione classica. In altre parole, l’argomentazione fornita da Girard può essere considerata valida solo nella misura in cui si basa implicitamente sulla prova ontologica.
La teoria mimetica e la prova ontologica dell'esistenza di Dio
Bubbio P
2013-01-01
Abstract
Lo scopo principale di questo intervento è chiarire la connessione tra la teoria mimetica e la prova ontologica dell’esistenza di Dio. A tal fine, tre distinti approcci ermeneutici alla teoria mimetica di Girard vengono presi in considerazione. Un approccio interno e letterale non risulta essere molto proficuo, dal momento che Girard non considera esplicitamente la prova ontologica (nonostante egli citi Anselmo d’Aosta). Se si adotta un approccio interno e non letterale, si può tentare di dedurre il pensiero di Girard sulla prova ontologica, estendendo la teoria mimetica senza tuttavia uscirne. Infine, se si adotta un approccio critico, si può interpretare il pensiero di Girard da una prospettiva esterna e analizzare criticamente i punti di contatto tra quegli aspetti della prospettiva girardiana che riguardano l’esistenza di Dio e la prova ontologica. A questo riguardo, l’ipotesi che si propone in questo intervento è che l’argomento di Girard per la divinità di Cristo (avanzato originariamente in Delle cose nascoste, e successivamente riproposto da Girard in vari contesti), se propriamente riformulato, è formalmente e logicamente equivalente alla prova ontologica dell’esistenza di Dio nella sua formulazione classica. In altre parole, l’argomentazione fornita da Girard può essere considerata valida solo nella misura in cui si basa implicitamente sulla prova ontologica.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Bubbio - La teoria mimetica e la prova ontologica dell'esistenza di Dio.pdf
Accesso riservato
Dimensione
126.97 kB
Formato
Adobe PDF
|
126.97 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.