Il volume raccoglie gli atti del Convegno, svoltosi nei giorni 15 e 16 maggio del 2008, sul tema “Salute/salvezza: perno della teologia pastorale sanitaria”, che è stato sviluppato da vari relatori secondo diverse prospettive e sensibilità, in occasione della celebrazione del ventennale dell’Istituto. Salute e salvezza sono “incommensurabili” anche se, da un punto di vista teologico, il loro nesso si avverte nella dinamica del già e non ancora della salvezza, nella compassione divina attualizzata dalla Chiesa. Il dolore e la sofferenza, se sono vissuti nella solidarietà con gli altri e con Dio diventano il perno di rotazione dal negativo al positivo perché Cristo è stato solidale con l’uomo nella Croce. La salute può essere luogo di salvezza perché è un equilibrio dinamico, un continuo ristabilirsi, il ritmo della vita che passa per il suo polo dialettico, cioè la malattia, il dolore, la sofferenza, che, se vissute nella solidarietà con Dio e con l’uomo sono luoghi di salvezza. La salute può essere sacramentum della salvezza se viene vissuta nell’apertura a ciò che salva, cioè la carità. Siamo chiamati ad essere “ministri di speranza” (Spe salvi n. 34) per coloro che sono nel dolore e che cercano salute, attraverso la nostra presenza, la nostra cura, le nostre relazioni d’amore. Nella relazione con la persona che soffre la speranza si impegna nell’amore e da esso viene nutrita: “dal nostro operare scaturisce speranza” (Spe salvi n. 35) per noi e per coloro che vogliamo aiutare. Dal nostro operare a servizio della salute scaturisce la speranza che “reciprocamente” ci salva. Questi Atti vogliono essere testimonianza di una storia e indicazione per nuovi percorsi, espressione dell’intelligenza del cuore.
Introduzione
Sgreccia P
2009-01-01
Abstract
Il volume raccoglie gli atti del Convegno, svoltosi nei giorni 15 e 16 maggio del 2008, sul tema “Salute/salvezza: perno della teologia pastorale sanitaria”, che è stato sviluppato da vari relatori secondo diverse prospettive e sensibilità, in occasione della celebrazione del ventennale dell’Istituto. Salute e salvezza sono “incommensurabili” anche se, da un punto di vista teologico, il loro nesso si avverte nella dinamica del già e non ancora della salvezza, nella compassione divina attualizzata dalla Chiesa. Il dolore e la sofferenza, se sono vissuti nella solidarietà con gli altri e con Dio diventano il perno di rotazione dal negativo al positivo perché Cristo è stato solidale con l’uomo nella Croce. La salute può essere luogo di salvezza perché è un equilibrio dinamico, un continuo ristabilirsi, il ritmo della vita che passa per il suo polo dialettico, cioè la malattia, il dolore, la sofferenza, che, se vissute nella solidarietà con Dio e con l’uomo sono luoghi di salvezza. La salute può essere sacramentum della salvezza se viene vissuta nell’apertura a ciò che salva, cioè la carità. Siamo chiamati ad essere “ministri di speranza” (Spe salvi n. 34) per coloro che sono nel dolore e che cercano salute, attraverso la nostra presenza, la nostra cura, le nostre relazioni d’amore. Nella relazione con la persona che soffre la speranza si impegna nell’amore e da esso viene nutrita: “dal nostro operare scaturisce speranza” (Spe salvi n. 35) per noi e per coloro che vogliamo aiutare. Dal nostro operare a servizio della salute scaturisce la speranza che “reciprocamente” ci salva. Questi Atti vogliono essere testimonianza di una storia e indicazione per nuovi percorsi, espressione dell’intelligenza del cuore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.