Il termine ateologia non è sinonimo di ateismo, significa però antiteodicea, cioè una posizione critica nei confronti della teodicea che ha assunto forme diverse nella storia del pensiero, ma rappresenta comunque sempre un tentativo razionale di giustificare la presenza del male nel mondo di fronte alla sovranità divina, ovvero il tentativo di giustificare Dio dall’accusa di essere responsabile del male. Ci sono delle antiteodicee religiose e spirituali che rifiutano un approccio a Dio fatto esclusivamente con una ragione euclidea. Dopo Auschwitz e le tragedie novecentesche, la filosofia e la teologia sembrano convergere nella convinzione che il male non possa essere ridotto a privatio boni, ma chiede di essere pensato come forza attiva nientificante. Si arriva a modificare il concetto di Dio, non più l’Assoluto positivo, ma il Dio debole (Jonas), il Dio tragico (Pareyson), il Dio malvagio (Blumenthal), oppure se ne ribadisce l’assoluta positività, ma si sacrifica la sua comprensibilità privilegiando l’affidamento fiducioso. La contemporaneità ha sostituito l’argument from design delle teodicee tradizionali con l’argument from evil delle antideodicee, ha fatto proprie le critiche contro la teodicea e il finalismo accumulate nel corso dei secoli.
Introduzione generale
Sgreccia P
2010-01-01
Abstract
Il termine ateologia non è sinonimo di ateismo, significa però antiteodicea, cioè una posizione critica nei confronti della teodicea che ha assunto forme diverse nella storia del pensiero, ma rappresenta comunque sempre un tentativo razionale di giustificare la presenza del male nel mondo di fronte alla sovranità divina, ovvero il tentativo di giustificare Dio dall’accusa di essere responsabile del male. Ci sono delle antiteodicee religiose e spirituali che rifiutano un approccio a Dio fatto esclusivamente con una ragione euclidea. Dopo Auschwitz e le tragedie novecentesche, la filosofia e la teologia sembrano convergere nella convinzione che il male non possa essere ridotto a privatio boni, ma chiede di essere pensato come forza attiva nientificante. Si arriva a modificare il concetto di Dio, non più l’Assoluto positivo, ma il Dio debole (Jonas), il Dio tragico (Pareyson), il Dio malvagio (Blumenthal), oppure se ne ribadisce l’assoluta positività, ma si sacrifica la sua comprensibilità privilegiando l’affidamento fiducioso. La contemporaneità ha sostituito l’argument from design delle teodicee tradizionali con l’argument from evil delle antideodicee, ha fatto proprie le critiche contro la teodicea e il finalismo accumulate nel corso dei secoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.