Il volume è dedicato al rapporto tra tutela delle lingue minoritarie e integrazione europea. L'attenzione è concentrata sulla "Risoluzione su una Carta delle lingue e culture regionali e una Carta dei diritti delle minoranze etniche", approvata dal Parlamento europeo il 16 ottobre 1981. La scelta non è affatto casuale: quella conosciuta anche come "Carta di Strasburgo" e con il nome del suo relatore, l'eurodeputato socialista italiano Gaetano Arfè, costituisce la prima significativa presa di posizione sulla questione assunta da un organo comunitario. Il tema della ricerca è inquadrato in un ampio e approfondito contesto teorico e storico. Nella prima parte del testo sono affrontati i concetti-chiave inerenti la materia affrontata dalla prima risoluzione Arfè, dalle definizioni di minoranza, minoranza etnica, minoranza linguistica e lingua minoritaria alle nozioni di tutela e diritti. Segue un'analisi articolata della situazione delle minoranze linguistiche presenti in ciascuno degli Stati membri della Comunità europea. I dati presi in considerazione riguardano la diffusione e l'uso delle lingue, le forme di riconoscimento e tutela messe in atto a livello statale e internazionale (Onu, Unesco, Consiglio d'Europa e CSCE) e le associazioni, i movimenti e i partiti che esprimono le istanze delle minoranze. L'opera, infine, propone una descrizione delle diverse fasi della preparazione della "Carta di Strasburgo", dai suoi prodromi, rappresentati dalle prime elezioni europee del 7 e 10 giugno 1979, sino alla sua approvazione, e un approfondimento critico del documento votato in aula. Lo studio sottolinea il ruolo interpretato dalle minoranze nella definizione della crisi dello Stato nazionale, la quale, promuovendo una riorganizzazione complessiva del potere a favore sia delle istituzioni europee sia delle comunità territoriali substatali, costituisce uno dei fattori determinanti del processo di integrazione continentale. Il libro presenta uno dei risultati più significativi ottenuti dal Parlamento europeo dopo la sua elezione a suffragio universale e mette in evidenza l'importanza strategica della tutela delle lingue minoritarie per la costruzione di un'Europa veramente "unita nella diversità".
Lingue minoritarie e unità europea. La “Carta di Strasburgo” del 1981
STOLFO M
2005-01-01
Abstract
Il volume è dedicato al rapporto tra tutela delle lingue minoritarie e integrazione europea. L'attenzione è concentrata sulla "Risoluzione su una Carta delle lingue e culture regionali e una Carta dei diritti delle minoranze etniche", approvata dal Parlamento europeo il 16 ottobre 1981. La scelta non è affatto casuale: quella conosciuta anche come "Carta di Strasburgo" e con il nome del suo relatore, l'eurodeputato socialista italiano Gaetano Arfè, costituisce la prima significativa presa di posizione sulla questione assunta da un organo comunitario. Il tema della ricerca è inquadrato in un ampio e approfondito contesto teorico e storico. Nella prima parte del testo sono affrontati i concetti-chiave inerenti la materia affrontata dalla prima risoluzione Arfè, dalle definizioni di minoranza, minoranza etnica, minoranza linguistica e lingua minoritaria alle nozioni di tutela e diritti. Segue un'analisi articolata della situazione delle minoranze linguistiche presenti in ciascuno degli Stati membri della Comunità europea. I dati presi in considerazione riguardano la diffusione e l'uso delle lingue, le forme di riconoscimento e tutela messe in atto a livello statale e internazionale (Onu, Unesco, Consiglio d'Europa e CSCE) e le associazioni, i movimenti e i partiti che esprimono le istanze delle minoranze. L'opera, infine, propone una descrizione delle diverse fasi della preparazione della "Carta di Strasburgo", dai suoi prodromi, rappresentati dalle prime elezioni europee del 7 e 10 giugno 1979, sino alla sua approvazione, e un approfondimento critico del documento votato in aula. Lo studio sottolinea il ruolo interpretato dalle minoranze nella definizione della crisi dello Stato nazionale, la quale, promuovendo una riorganizzazione complessiva del potere a favore sia delle istituzioni europee sia delle comunità territoriali substatali, costituisce uno dei fattori determinanti del processo di integrazione continentale. Il libro presenta uno dei risultati più significativi ottenuti dal Parlamento europeo dopo la sua elezione a suffragio universale e mette in evidenza l'importanza strategica della tutela delle lingue minoritarie per la costruzione di un'Europa veramente "unita nella diversità".File | Dimensione | Formato | |
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