La filosofia di stampo analitico ha tradizionalmente avvicinato la letteratura vedendola come un costrutto verbale, domandandosi quale fosse la differenza tra il linguaggio letterario e quello ordinario, concentrandosi in particolare sul nesso tra verità e significato. Tuttavia l’impressione – in parte condivisa da critici letterari e filosofi continentali – è che accostare la letteratura avendo presenti esclusivamente obiettivi di natura semantico-ontologica non porti a chiedere davvero alle opere letterarie quello che queste possono offrire (per parafrasare un famoso passo del Second common reader di Virginia Woolf). Che cosa succede se proviamo ad avvicinarci alla letteratura cercando di non imporle nulla in anticipo? Proviamo a rilassarci, lasciamo che la spina dorsale prenda il sopravvento – perché benché si legga con gli occhi e con la mente, la sede del piacere estetico è tra le scapole (come sottolinea Vladimir Nabokov commentando Casa desolata di Charles Dickens) – e concediamoci l’esperienza del linguaggio in tutta la sua lussuosa bellezza (senza comunque dimenticare la sua portata semantica e cognitiva) ponendoci questioni relative al punto di vista, allo stile, alla traduzione e alle emozioni (perché come diceva Flaubert, «Madame Bovary c’est moi»)

Quel brivido nella schiena. I linguaggi della letteratura

Carola Barbero
2023-01-01

Abstract

La filosofia di stampo analitico ha tradizionalmente avvicinato la letteratura vedendola come un costrutto verbale, domandandosi quale fosse la differenza tra il linguaggio letterario e quello ordinario, concentrandosi in particolare sul nesso tra verità e significato. Tuttavia l’impressione – in parte condivisa da critici letterari e filosofi continentali – è che accostare la letteratura avendo presenti esclusivamente obiettivi di natura semantico-ontologica non porti a chiedere davvero alle opere letterarie quello che queste possono offrire (per parafrasare un famoso passo del Second common reader di Virginia Woolf). Che cosa succede se proviamo ad avvicinarci alla letteratura cercando di non imporle nulla in anticipo? Proviamo a rilassarci, lasciamo che la spina dorsale prenda il sopravvento – perché benché si legga con gli occhi e con la mente, la sede del piacere estetico è tra le scapole (come sottolinea Vladimir Nabokov commentando Casa desolata di Charles Dickens) – e concediamoci l’esperienza del linguaggio in tutta la sua lussuosa bellezza (senza comunque dimenticare la sua portata semantica e cognitiva) ponendoci questioni relative al punto di vista, allo stile, alla traduzione e alle emozioni (perché come diceva Flaubert, «Madame Bovary c’est moi»)
2023
Il Mulino
Saggi
939
1
280
978-88-15-38626-7
Carola Barbero
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