La proliferazione cellulare è uno dei più importanti fattori biologici che determinano il decorso della malattia nei pazienti neoplastici, e il suo valore prognostico è stato segnalato in molte neoplasie (Tubiana and Courdi, Radiother Oncol 15, 1-18, 1989). L’attività proliferativa è stata ampiamente studiata anche nei tumori del capo-collo, ed è stata dimostrata una significativa correlazione tra l’espressione degli antigeni di proliferazione Ki67/MIB-1 e PCNA, la determinazione della fase S con citometria di flusso (DNA-SPF), incorporazione di timidina triziata o bromodesossiuridina, o l’espressione delle proteine associate con gli organizzatori nucleolari (AgNORs) e la prognosi di carcinomi del cavo orale, delle ghiandole salivari, della faringe e della laringe. Nel nostro laboratorio, sono stati studiati 94 carcinomi della faringe (42 del rino-orofaringe e 52 dell’ipofaringe-seno piriforme). Tutti i pazienti (età media: 60 anni) erano stati trattati solo con radioterapia esterna (Co60) e seguiti per almeno 3 anni o sino al decesso. L’attività proliferativa è stata indagata su biopsie iniziali, fissate in formalina ed incluse in paraffina, colle reazioni immunoistochimiche per MIB-1, PCNA(PC10) e l’analisi degli AgNORs. Nei 42 carcinomi rino-orofaringei, la media del numero degli AgNORs/cellula era 10.6 (mediana: 10.3) e la percentuale media di cellule PCNA positive 35.9 (mediana: 36.1), senza associazione col grado istologico o stadio tumorale. La sopravvivenza media era di 43.5 mesi e non era correlata con nessun parametro clinico tradizionale; invece, a 3 anni era vivo l’81% dei pazienti con <10.3 AgNORs contro il 38% di quelli con AgNORs >10.3 (p=0.0002), e l’87% dei pazienti con percentuale di cellule PCNA positive <36.1 contro il 40% di quelli con percentuale >36.1 (p=0.0002). In analisi multivariata, il PCNA era l’unico parametro indipendente. Nei 52 carcinomi dell’ipofaringe-seno piriforme, la media del numero degli AgNORs/cellula era 11.3 (mediana: 11.2), la percentuale media di cellule PCNA positive 43.6 (mediana: 40) e quella di cellule MIB-1 positive 32.1 (mediana: 33.8). Solo l’espressione di MIB-1 era associata col grado istologico. La sopravvivenza media era di 27.3 mesi, ed era più lunga nei G2 che nei G3 (p=0.009), e nei T1-2 che nei T3-4 (p=0.04). A 3 anni era vivo il 48% dei pazienti con <11.2 AgNORs contro il 4% di quelli con >11.2 AgNORs (p<0.0001), il 71% dei pazienti con percentuale di cellule PCNA <40 contro il 14% di quelli con percentuale >40 (p=0.01), e il 47% dei pazienti con percentuale di cellule MIB-1 positive <33.8 contro lo 0% di quelli con percentuale >33.8 (p<0.0001). In analisi multivariata, AgNORs e MIB-1 erano gli unici parametri significativi. Questi risultati confermano il valore prognostico dell’attività proliferativa in tumori del capo-collo; tuttavia, numerosi altri studi in letteratura non hanno segnalato un’associazione tra proliferazione e prognosi. Le ragioni possono essere molteplici. In primo luogo, l’eterogeneità di molte casistiche, che nella categoria “tumori del capo-collo” comprendono neoplasie di sedi diverse e di diverso tipo istologico. In secondo luogo, l’eterogeneità dei trattamenti eseguiti: chirurgici, radioterapici o chemioterapici, da soli o in combinazione. In terzo luogo, carenze nella standardizzazione di vari metodi per la valutazione dell’attività proliferativa: differenti criteri nel giudicare la positività di reazioni immunoistochimiche e uso di cut-offs diversi, misurazione della proliferazione in tutto il tumore o solo nelle parti periferiche più attive. Infine, nessuno dei metodi generalmente utilizzati riflette completamente l’attività proliferativa (P). Infatti questa dipende dal numero delle cellule proliferanti (frazione di crescita o G) e dalla velocità del ciclo cellulare, che è inversamente proporzionale al tempo di duplicazione (T) e può essere definita dall’equazione: P = G/T (Van Diest et al. J Clin Pathol 51, 716-724, 1998). La percentuale di positività per Ki67 o MIB-1 è indice della frazione di crescita, mentre i labelling indices con timidina triziata o bromodesossiuridina, la DNA-SPF, e la determinazione del PCNA riflettono fasi specifiche del ciclo, e l’analisi degli AgNORs la velocità di duplicazione. Solo la considerazione sia della frazione di crescita che della velocità di proliferazione è pertanto in grado di fornire una valutazione esatta della reale attività proliferativa tumorale: ciò potrebbe essere ottenuto colla analisi degli AgNORs in cellule Ki67 positive, o col prodotto del conteggio degli AgNORs per la percentuale di cellule Ki67/MIB-1 positive. Poichè le alterazioni nella proliferazione e differenziazione, caratteristiche del fenotipo tumorale maligno, sono il risultato di numerose alterazioni accumulate nel patrimonio genico, anche nei tumori del capo-collo la determinazione dell’attività proliferativa rappresenta un potenziale indicatore prognostico più significativo delle alterazioni di singoli oncogeni (Batsakis JC, Am J Surg 168, 386-390, 1994).

L’attività proliferativa nei tumori del capo-collo.

PICH, Achille
2003-01-01

Abstract

La proliferazione cellulare è uno dei più importanti fattori biologici che determinano il decorso della malattia nei pazienti neoplastici, e il suo valore prognostico è stato segnalato in molte neoplasie (Tubiana and Courdi, Radiother Oncol 15, 1-18, 1989). L’attività proliferativa è stata ampiamente studiata anche nei tumori del capo-collo, ed è stata dimostrata una significativa correlazione tra l’espressione degli antigeni di proliferazione Ki67/MIB-1 e PCNA, la determinazione della fase S con citometria di flusso (DNA-SPF), incorporazione di timidina triziata o bromodesossiuridina, o l’espressione delle proteine associate con gli organizzatori nucleolari (AgNORs) e la prognosi di carcinomi del cavo orale, delle ghiandole salivari, della faringe e della laringe. Nel nostro laboratorio, sono stati studiati 94 carcinomi della faringe (42 del rino-orofaringe e 52 dell’ipofaringe-seno piriforme). Tutti i pazienti (età media: 60 anni) erano stati trattati solo con radioterapia esterna (Co60) e seguiti per almeno 3 anni o sino al decesso. L’attività proliferativa è stata indagata su biopsie iniziali, fissate in formalina ed incluse in paraffina, colle reazioni immunoistochimiche per MIB-1, PCNA(PC10) e l’analisi degli AgNORs. Nei 42 carcinomi rino-orofaringei, la media del numero degli AgNORs/cellula era 10.6 (mediana: 10.3) e la percentuale media di cellule PCNA positive 35.9 (mediana: 36.1), senza associazione col grado istologico o stadio tumorale. La sopravvivenza media era di 43.5 mesi e non era correlata con nessun parametro clinico tradizionale; invece, a 3 anni era vivo l’81% dei pazienti con <10.3 AgNORs contro il 38% di quelli con AgNORs >10.3 (p=0.0002), e l’87% dei pazienti con percentuale di cellule PCNA positive <36.1 contro il 40% di quelli con percentuale >36.1 (p=0.0002). In analisi multivariata, il PCNA era l’unico parametro indipendente. Nei 52 carcinomi dell’ipofaringe-seno piriforme, la media del numero degli AgNORs/cellula era 11.3 (mediana: 11.2), la percentuale media di cellule PCNA positive 43.6 (mediana: 40) e quella di cellule MIB-1 positive 32.1 (mediana: 33.8). Solo l’espressione di MIB-1 era associata col grado istologico. La sopravvivenza media era di 27.3 mesi, ed era più lunga nei G2 che nei G3 (p=0.009), e nei T1-2 che nei T3-4 (p=0.04). A 3 anni era vivo il 48% dei pazienti con <11.2 AgNORs contro il 4% di quelli con >11.2 AgNORs (p<0.0001), il 71% dei pazienti con percentuale di cellule PCNA <40 contro il 14% di quelli con percentuale >40 (p=0.01), e il 47% dei pazienti con percentuale di cellule MIB-1 positive <33.8 contro lo 0% di quelli con percentuale >33.8 (p<0.0001). In analisi multivariata, AgNORs e MIB-1 erano gli unici parametri significativi. Questi risultati confermano il valore prognostico dell’attività proliferativa in tumori del capo-collo; tuttavia, numerosi altri studi in letteratura non hanno segnalato un’associazione tra proliferazione e prognosi. Le ragioni possono essere molteplici. In primo luogo, l’eterogeneità di molte casistiche, che nella categoria “tumori del capo-collo” comprendono neoplasie di sedi diverse e di diverso tipo istologico. In secondo luogo, l’eterogeneità dei trattamenti eseguiti: chirurgici, radioterapici o chemioterapici, da soli o in combinazione. In terzo luogo, carenze nella standardizzazione di vari metodi per la valutazione dell’attività proliferativa: differenti criteri nel giudicare la positività di reazioni immunoistochimiche e uso di cut-offs diversi, misurazione della proliferazione in tutto il tumore o solo nelle parti periferiche più attive. Infine, nessuno dei metodi generalmente utilizzati riflette completamente l’attività proliferativa (P). Infatti questa dipende dal numero delle cellule proliferanti (frazione di crescita o G) e dalla velocità del ciclo cellulare, che è inversamente proporzionale al tempo di duplicazione (T) e può essere definita dall’equazione: P = G/T (Van Diest et al. J Clin Pathol 51, 716-724, 1998). La percentuale di positività per Ki67 o MIB-1 è indice della frazione di crescita, mentre i labelling indices con timidina triziata o bromodesossiuridina, la DNA-SPF, e la determinazione del PCNA riflettono fasi specifiche del ciclo, e l’analisi degli AgNORs la velocità di duplicazione. Solo la considerazione sia della frazione di crescita che della velocità di proliferazione è pertanto in grado di fornire una valutazione esatta della reale attività proliferativa tumorale: ciò potrebbe essere ottenuto colla analisi degli AgNORs in cellule Ki67 positive, o col prodotto del conteggio degli AgNORs per la percentuale di cellule Ki67/MIB-1 positive. Poichè le alterazioni nella proliferazione e differenziazione, caratteristiche del fenotipo tumorale maligno, sono il risultato di numerose alterazioni accumulate nel patrimonio genico, anche nei tumori del capo-collo la determinazione dell’attività proliferativa rappresenta un potenziale indicatore prognostico più significativo delle alterazioni di singoli oncogeni (Batsakis JC, Am J Surg 168, 386-390, 1994).
2003
Riunione primaverile IAP – Divisione Italiana – SIAPEC, Trieste
Trieste
29-31 maggio 2003
Volume degli Abstracts
The Office
Abstract
61
61
capo-collo; tumori; attività proliferativa
A. PICH
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